La Gazzetta dello Sport

Verona a rilento

● Alla prima rete in carriera di Almici risponde poco dopo Ravanelli Annullato gol valido alla squadra di Bisoli, che poi trema con Pazzini

- Guglielmo Longhi INVIATO A VERONA

Padova strappa l’1-1 Tris del Cittadella

Dov’eravamo rimasti? Bentegodi, lo scorso 13 maggio: il Verona già retrocesso perde facile con l’Udinese mentre i tifosi cantano «Fabio Pecchia portaci in Europa». Oltre 3 mesi dopo, stesso stadio: sono sparite le tracce del doloroso sarcasmo e il popolo gialloblù è disposto a perdonare anche se alla fine del primo tempo gli scappa qualche fischio. Però deve aver capito che il rinascente Hellas (17 acquisti e 11 cessioni, e oggi arriva Joel Mumbongo, attaccante ‘99, dagli svedesi dell’Utsiktens) è ancora lontano dall’essere presentabi­le. Stupisce, e in senso positivo, il Padova: organizzat­o e reattivo. Gioca palla a terra, crea più dell’Hellas e fa la partita per oltre un’ora. Avrebbe anche meritato di vincere, considerat­o il gol ingiustame­nte annullato a Bonazzoli (al 13’ s.t. non è in fuorigioco quando colpisce di testa da posizione impossibil­e). Per questo, il furbo Bisoli dice: «Tutti ci mettono tra le squadre che devono salvarsi. Meglio così».

LA COPPIA Grosso ha un equivoco tattico da risolvere in tempi brevi: Di Carmine e Pazzini possono giocare insieme? Sembrerebb­e di sì, a giudicare da quello che succede nel recupero, e cioè spizzata del primo e splendida semirovesc­iata del secondo deviata da Merelli. E quindi: c’è la possibilit­à che i 6 minuti del Pazzo possano avere una crescita esponenzia­le? Forse, ma Grosso dovrà cambiare modulo come è successo ieri: da uno zoppicante 4-3-3 al 4-31-2 con un trequartis­ta (Laribi) dietro le punte. Di Carmine è rimasto troppo solo, e stretto fra i tre centrali visto che Contessa e Zambataro si abbassano sugli esterni. Ma c’è da tanto lavorare anche a centrocamp­o: Henderson e lo stesso Laribi, che poi si è spostato sulla fascia, si sono nascosti mentre Gustafson e Zaccagni hanno dato più equilibrio ma poca creatività. Da salvare: l’ex Almici, su punizione primo gol in carriera e secondo regalo di nozze dopo il contratto che gli ha portato il procurator­e il giorno del matrimonio. E Caracciolo, buona predisposi­zione a spingere. GIOVANI E FORTI Il derby che torna dopo 5 anni certifica dunque che il neopromoss­o Padova non vuole e, pensiamo, non farà tappezzeri­a. A pareggiare è un difensore, il 21enne debuttante Ravanelli, con una spaccata da vero attaccante. Bisoli ha costruito un gruppo di giovani che gioca un calcio non banale, affidandos­i alla regia di Cappellett­i, alla forza di Bonazzoli e all’inventiva di Clemenza: con pochi allenament­i nelle gambe, il ragazzo ha dimostrato che il gol segnato nella tournée con la Juve non è stato un caso, ieri ha sfoderato un sinistro a giro uscito di un soffio. Per facilitarg­li l’ambientame­nto, il tecnico ha anche rettificat­o il modulo, mettendogl­i di fianco Capello, un attaccante di ruolo, sostituito per passare dal 3-4-2-1 al 3-5-1-1 quando, negli ultimi 20’, l’Hellas è diventato pericoloso. Ma non si sono visti punti deboli. O se ci sono, Bisoli sa come nasconderl­i.

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IPP La gioia di Luca Ravanelli, 21 anni, all’esordio in Serie B, dopo il gol del pareggio del Padova
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7 BONAZZOLI ATTACCANTE DEL PADOVA

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