La Gazzetta dello Sport

La rabbia del tifo gialloross­o: «Perché venderlo?»

- Chiara Zucchelli ROMA

Non c’è stato un romanista, ieri, che abbia dato peso alle parole di Di Francesco sull’Atalanta. Se e dove giocherà Pastore, oppure Kluivert: se ne parlerà, forse, oggi. Stasera, quando magari Strootman sarà solo un ricordo. Possibile, ma difficile. Perché il rapporto dell’olandese con i tifosi della Roma è stato, fin dal primo giorno, strettissi­mo. Complici le tre operazioni al ginocchio, Strootman non è stato per la stragrande maggioranz­a dei tifosi uno come gli altri.

RABBIA I romanisti si sono svegliati con la notizia che il Marsiglia era ormai ad un passo da Kevin e subito hanno riversato la loro delusione nelle radio e sui social: tanti i commenti non riportabil­i, tanti altri, invece, più civili. Tutti dello stesso tenore: «Pensate solo ai soldi». Il plurale riferito a società e giocatore, ritenuti, chi più chi meno, responsabi­li di una cessione che in pieno campionato, e a mercato italiano chiuso, in pochi si aspettavan­o. «Vi meritate lo stadio vuoto», un altro mantra della giornata. Qualcuno ha provato a chiedere aiuto alla compagna di Kevin, Thara («Fate cresce la creatura a Roma, che è meglio»), qualcun altro al fratello del calciatore, c’è chi ha chiesto persino a Nainggolan di metterci una buona parola: «Diglielo te quanto è difficile». Dal belga, ufficialme­nte, nessuna risposta, stesso discorso per quanto riguarda la famiglia Strootman. Molto commossa da tanto affetto, sembra. Affetto arrivato anche da quella minoranza che pure ha compreso la cessione: «Non è più quello di una volta, va bene così», oppure: «Abbiamo Cristante, Pellegrini e Coric, giusto dare fiducia a loro». L’ha pensata così la Roma, l’ha pensato DiFra, chissà cosa ne penseranno oggi i 37mila romanisti sugli spalti. La sensazione è che non sarà una serata semplice.

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