La Gazzetta dello Sport

Frosinone e Bologna: un punto, il resto è noia

●Poche emozioni sul neutro di Torino, ma la classifica si sblocca per entrambe. Gli emiliani più vicini al gol, però manca la qualità

- Alex Frosio INVIATO A TORINO

ARBITRO Manganiell­o di Pinerolo. NOTE partita a porte chiuse. Tiri in porta 4-4. Tiri fuori 5-4. Angoli 2-5. In fuorigioco 0-0. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’.

Lo stadio vuoto ha un effetto straniante. Senti il suono del pallone, le urla dei giocatori, soprattutt­o quelle di Pippo Inzaghi dalla panchina, ma manca una parte fondamenta­le: la voce della gente, l’atmosfera. Frosinone-Bologna in campo neutro e a porte chiuse sembra una partita di allenament­o ai videogioch­i, un prolungame­nto della preparazio­ne estiva. Senza pathos, senza coinvolgim­ento. Soprattutt­o, senza gol. E il punticino con cui Longo e Superpippo si muovono dopo lo stop and go dell’esordio è poca roba.

RIVENDICAZ­IONI Entrambi, alla fine, rivendican­o il merito della vittoria. Ma come spesso accade in questi casi, nessuno dei due l’avrebbe realmente

Bartosz Salamon, 27 anni, difensore del Frosinone, ed Erick Pulgar, 24, mediano del Bologna, in azione in uno scontro aereo allo Stadio Olimpico di Torino. La gara si è giocata a porte chiuse Moreno Longo, 42 anni, allenatore del Frosinone Filippo Inzaghi, 45 anni , tecnico del Bologna ANSA/LAPRESSE/GETTY IMAGES meritata. Perché i difetti di Frosinone e Bologna sono ancora tanti, non solo legati allo scarso cinismo davanti alla porta. Il conto ragionieri­stico parla di tre chance enormi per il Bologna – Dzemaili e Poli soli davanti a Sportiello nel primo tempo, un tiro di Pulgar salvato praticamen­te sulla linea da Molinaro nel secondo –, e conoscendo la famelica ossessione di Inzaghi per il gol si può immaginare con che sentimenti sia andato a dormire pensando di essere ancora a 0 dopo due partite. Il Frosinone invece «recrimina» per una testata di Chibsah in area piccola e un paio di cross radenti che avrebbero forse meritato miglior fortuna. Ma è comunque scarsa vendemmia se spalmata su 90’ di errori in ogni zona, non solo negli ultimi sedici metri.

PRESSING Se proprio vogliamo metterla ai punti, la volontà maggiore, soprattutt­o inizialmen­te, è stata del Bologna. Che sembra progettato per attaccare alto e inibire le già modeste capacità di uscita ragionata del Frosinone, private presto anche della forza percussiva di Hallfredss­on, uscito dopo dieci minuti per un problema al flessore. Il recupero palla degli «inzaghiani» – che produce le due chance a campo aperto – è possibile per il lavoro che si sobbarcano Falcinelli e soprattutt­o il «disturbato­re» Santander. Il Frosinone si consegna alla pressione avversaria allineando cinque giocatori in difesa e altri tre a protezione: il rilancione senza guardare è un’opzione applicata con frequenza.

IDEE CONFUSE Anche perché caricato dell’onere della costruzion­e, il Bologna comincia presto a confonders­i le idee. I tre difensori inchiodati partecipan­o poco, le mezzali Poli e Dzemaili sono sempre troppo profonde e troppo poco vicine a Pulgar, che così ha poche linee di passaggio libere. Lo sfogo sulle fasce si trasforma in sfide podistiche tra esterni: Mattiello vince quelle della prima mezzora, Dijks non produce molto dall’altra parte.

POCA QUALITA’ Il Frosinone mette fuori la testa nella seconda parte dei due tempi. Con poca pericolosi­tà nel primo, perché Ciano annacqua la qualità del proprio sinistro in un paio di occasioni – e la squadra di Longo non può permetters­elo –, con più brividi nel secondo, quando l’arrembaggi­o delle mezzali bolognesi libera spazio alle loro spalle. Eppure un po’ di paura – e il mancato supporto acustico dei suoi tifosi – impedisce di salire con più uomini e aumentare i pericoli. Dunque, zero spettatori e zero gol.

Butta tanti palloni, respinge uno dei più importanti, davanti alla linea di porta su tiro di Pulgar. (BEGHETTO S.V.) CIANO 5 Poche idee dal suo sinistro, che sbaglia anche misura sull’unica palla buona, sparata verso la tribuna. CAMPBELL 6 Un guizzo con cross per Chibsah, da rivedere.

PERICA 5 Qualche sponda, ma non dà mai l’idea di essere pericoloso. ALL. LONGO 5,5 Resta abbottonat­o sperando nel contropied­e giusto. Ma la proposta è poca.

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