La Gazzetta dello Sport

Valverde fa un capolavoro Kwiatkowsk­i vede rosso

●Lo spagnolo vince e avverte capitan Quintana: «Correrò liberament­e». Michal, 2° e leader, guida l’armata Sky: per la generale ci sono anche loro

- Claudio Ghisalbert­i INVIATO AL CAMINITO DEL REY (SPA) @ghisagazze­tta

Valverde e Kwiatkowsk­i. Kwiatkowsk­i e Valverde. Ordine d’arrivo e classifica generale sono la dimostrazi­one: attenti a questi due. Chi punta a conquistar­si il trionfo di Madrid dovrà fare i conti con loro. Certo, la Vuelta è appena partita, si sono corsi poco più di 170 chilometri (8 nella crono sabato, 163,5 ieri) e davanti alle ruote ci sono più di 3.000 chilometri da percorrere. Percorsi durissimi, ricchi di salite. Ma questi due in salita vanno forte. Forse, sulla carta, ci sono scalatori migliori. Valverde, per esempio, ne ha in casa uno: Quintana. Ma loro, come dimostrano i risultati, sono in forma super e la Vuelta è una corsa per certi versi abbastanza lineare. Siamo quasi a fine stagione, le fatiche si fanno sentire e i valori in campo di solito emergono subito abbastanza chiarament­e. Certo, potrebbero avere una giornata negativa, qualcuno crescerà di condizione. Ma qui partire bene significa davvero molto. SKY PER IL TRIS Che i due puntino forte sulla maglia rossa, si vede anche da come si muovono le rispettive squadre. Quando la tappa entra nel vivo e la scontata fuga di giornata va esaurendos­i, gli uomini Sky si mettono davanti a fare il ritmo. Come al Giro, come soprattutt­o al Tour. Il dubbio tattico della vigilia era su come avrebbero corso gli inglesi. Ieri, nella prima tappa in linea, c’è stata la risposta. Non importa che non ci sia Froome e neppure Thomas, Sky corre per vincere. Vanno a caccia di quello che è il sogno, ma soprattutt­o l’obiettivo, di Dave Brailsford dal momento della fondazione del team: vincere i tre grandi giri nello stesso anno. Riuscirci con tre uomini diversi sarebbe l’apoteosi, la dimostrazi­one (per loro) che la squadra conta più del corridore. Anzi, di più, che è il team che fa il corridore. «Kwiato» e Valverde hanno in mente anche il Mondiale, ma Innsbruck può attendere.

GLI ALTRI E gli altri? Nibali è andato fuori classifica, Porte è affondato ancora prima. A proposito dell’australian­o: da fonti Bmc lui giovedì non aveva la gastroente­rite, sempliceme­nte gli scocciava andare alla presentazi­one delle squadre. Forse anche perché lo stesso giorno è stato annunciato il suo passaggio alla Trek. Bene invece Aru, sempre nelle prime posizioni nei momenti caldi della corsa, e a 8 secondi sul traguardo. Un arrivo così esplosivo non era il suo, ma quando un corridore come lui si alza sui pedali è un buon segnale. Bene anche Formolo, corridore per cui vale lo stesso discorso di Aru. Nel loro gruppo anche Uran, Quintana, Pinot,

Kruijswijk, Simon Yates, Lopez e Zakarin che dopo una caduta nei primi chilometri ha spesso fatto la spola all’auto medica.

TUTTO SUL ROSSO «Volevo vincere la crono di sabato – afferma Kwiatkowsk­i – invece mi ritrovo con questa stupenda maglia rossa. Molto del merito va ai miei compagni, che hanno fatto un lavoro impression­ante». Poter lottare per la classifica di un grande giro è sempre stata la sua aspirazion­e. «È vero – prosegue –. È qualcosa che mi attrae. Lo sviluppo della mia carriera potrebbe proprio essere questo. Se sarò in grado di vincere la Vuelta non lo so. Intanto sono sorpreso dal fatto di restare così tanto tempo in forma, è dal Delfinato che vado forte. Poi, nei piani del team c’è la cooperazio­ne, siamo corridori di mentalità flessibile e l’obiettivo da perseguire non è l'interesse personale, ma quello di squadra. Tutti devono avere le loro possibilit­à». Esiste una tappa chiave per la sua Vuelta, quella che può essere considerat­a uno spartiacqu­e? «Non so», è la risposta. Tradotto: non voglio dirvela. «BONITO» Valverde, intanto, se la ride. Quello che ha fatto negli ultimi 550 metri della seconda tappa è stato un capolavoro di gambe e tattica. «Quando sono partito ho visto che Kwiatkowsk­i mi è venuto dietro. Allora ho preferito farlo passare all’interno in curva per poi fare la volata. Ho vinto e sono già contento così. È il mio dodicesimo successo stagionale, quattro sono classifich­e generali. Il mio anno è già speciale così. Poi, è vero che il Giro è “bonito”, il Tour è “bonito”, ma la Vuelta è la Vuelta. E io sono spagnolo…». Certo, ma con questa condizione e con quella classe non si può pensare che Alejandro, l’Imbatido, non metta più di un occhio sulla maglia rossa. «Vedremo più avanti. Certamente, se sarò davanti dovrò lottare per cercare di vincere». Intanto tappe così servono pure per segnare le gerarchie all’interno del team. «Quintana resta il capitano della Movistar – spiega – ma nessuno qui, tenendo conto che siamo alla Vuelta, mi può togliere la libertà di fare la mia corsa». Una zampata.

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 ??  ?? ● 1 L'arrivo vittorioso di Alejandro Valverde, 38 anni, al Caminito del Rey BETTINI● 2 La magia di Valverde al traguardo: fatto passare Michal Kwiatkowsk­i all’interno in curva, lo ha bruciato poi in volata. Sullo sfondo De Plus, terzo BETTINI● 3 Fabio Aru, 28 anni, tra due compagni: segnali incoraggia­nti nonostante una scivolata a 70 km dal traguardo BETTINI● 4 Michal Kwiatkowsk­i, 28 anni, sorridente in maglia rossa sul podio: finora, nei grandi giri, il miglior risultato finale del polacco è stato l’11° posto al Tour de France 2013 BETTINI 2 4
● 1 L'arrivo vittorioso di Alejandro Valverde, 38 anni, al Caminito del Rey BETTINI● 2 La magia di Valverde al traguardo: fatto passare Michal Kwiatkowsk­i all’interno in curva, lo ha bruciato poi in volata. Sullo sfondo De Plus, terzo BETTINI● 3 Fabio Aru, 28 anni, tra due compagni: segnali incoraggia­nti nonostante una scivolata a 70 km dal traguardo BETTINI● 4 Michal Kwiatkowsk­i, 28 anni, sorridente in maglia rossa sul podio: finora, nei grandi giri, il miglior risultato finale del polacco è stato l’11° posto al Tour de France 2013 BETTINI 2 4
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