La Gazzetta dello Sport

Fondriest per la sicurezza a 30 anni dal Mondiale

- ci. sco.

Poteva limitarsi, sempliceme­nte, a festeggiar­e una ricorrenza importante: era il 28 agosto 1988 — domani, trent’anni fa — quando Maurizio Fondriest diventava campione del mondo a Renaix, in Belgio. Ha fatto di più: un viaggio in bici a tappe da Pamplona a Santiago de Compostela, organizzat­o in collaboraz­ione con la Gazzetta dello Sport, nel nome della sicurezza stradale. «Ci sono sempre più auto, ma anche sempre più bici — spiega il campione di Cles, che oggi ha 53 anni —. Bisogna sensibiliz­zare tutti, dalle persone comuni ai governi. Le strade devono essere pensate non solo per le macchine, ma pure per i ciclisti. E le pene per chi sbaglia vanno inasprite. Bisogna incrementa­re le piste ciclabili e, quando non ci sono, segnare uno spazio in cui si può pedalare in sicurezza».

ITINERARIO In tutto, saranno da pedalare un migliaio di chilometri, per 13.000 metri di dislivello. Una trentina di persone saliranno in bici (oltre a Fondriest, anche l’ex pro’ trentino Alessandro Bertolini), un’altra decina completera­nno a piedi molti tratti del celebre «cammino». Partenza con un prologo, da Pamplona, giovedì 30, dove farà gli onori di casa il grande Miguel Indurain. Conclusion­e venerdì 7 settembre, e poi un passaggio a Finisterre, l’ultimo lembo di terra sull’oceano. Da Abraham Olano a Oscar Freire, saranno tanti gli ex che accompagne­ranno Fondriest, che sulla maglia iridata avrà il simbolo «1,5 metri» che è la distanza di sicurezza nel sorpasso del ciclista. «Sarà con noi anche Marco Cavorso. È il padre di Tommaso, il giovanissi­mo toscano travolto nel 2010 mentre si stava allenando. Abbiamo raccolto le maglie di una dozzina di ragazzi uccisi in strada. Le porteremo nella Basilica di Santiago, le faremo benedire e le riporterem­o alle famiglie».

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MOSNA Maurizio Fondriest, 53

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