Uncini si difende: «Colpa di chi ha asfaltato la pista»
●Capirossi rivela: «I piloti hanno votato quasi all’unanimità per non correre»
Salisburgo 1980: GP d’Austria annullato per neve. Losail 2009: GP del Qatar posticipato a lunedì a causa di un violento acquazzone (nel deserto). Eventi straordinari, di fronte ai quali non c’è prevenzione che tenga. Questa volta, però, è diverso. È vero, ieri ha piovuto, anche incessantemente, ma in queste condizioni si può e si deve correre. Non a Silverstone, però: l’acqua che rimaneva sull’asfalto creava una pellicola pericolosissima, con le moto che facevano aquaplaning anche in rettilineo. Giusto, quindi, annullare il GP. Incomprensibile, però, perché si sia arrivati a una situazione del genere, oltretutto in un Paese dove la pioggia è la regola, e non certo l’eccezione. Chi ha sbagliato? Prima di tutto, è ovvio, chi ha rifatto l’asfalto (dopo 22 anni): già criticato aspramente da Lewis Hamilton dopo il GP di F.1, ha mostrato limiti impensabili per le moto, non solo sul bagnato, ma anche sull’asciutto. «Dobbiamo capire che cosa è successo, abbiamo bisogno di un’indagine accurata di almeno sei settimane per raccogliere dati ed elementi. Ci spiace soprattutto per gli appassionati sulle tribune», ha detto Stuart Pringle, managing director del circuito di Silverstone. OMOLOGAZIONE Ma la colpa è anche di chi ha omologato il circuito, in questo caso di Franco Uncini, responsabile della sicurezza e rappresentante della Fim nella Race Direction. «Quando sono venuti qui a fine novembre l’asfalto era in buone condizioni e anche Crutchlow, che aveva girato con una moto a marzo aveva detto che la situazione era buona. Non sono previste prove sull’acqua, anche perché non esistono procedure per fare la verifica: quale moto dovrebbe essere usata? E quale pilota? No, è chi fa l’asfalto che deve garantire il drenaggio dell’acqua», si difende Uncini. Chi ha deciso l’annullamento? Risponde Loris Capirossi: «I piloti quasi all’unanimità nella Safety Commission. Io sono sempre al loro fianco, quello che dicono è legge».