La Gazzetta dello Sport

Donnarumma subito nel mirino (e anche Olsen non è messo bene)

- Alessandra Gozzini Andrea Pugliese

●●igio «imputato» per il pareggio di Zielinski a Napoli, lo svedese per l’1-3 dell’Atalanta E venerdì saranno avversari a San Siro

Oltre i gol incassati, sei ed equamente divisi, Donnarumma e Olsen si facciano un giro sui social dove c’è tutta un’altra serie di critiche da parare. Sempre di rete si tratta: Gigio e il collega della Roma, che venerdì saranno per la prima volta avversari, condividon­o oggi il medesimo destino. A Donnarumma rimprovera­no il pareggio subito a Napoli e i più ironici chiedono se anche stavolta abbia fatto un video in compagnia dello zio: la gag – dopo la paratona su Milik del campionato scorso – finì su Internet e infilò di nuovo Gigio nella centrifuga. A Olsen addebitano invece il terzo gol subito due sere fa dall’Atalanta: ed è di nuovo la rete – che ora ripropone il sombrero del predecesso­re Alisson su Solly March del Brighton — a essere impietosa. Le parabole dei gol subiti sono differenti come diverse sono le traiettori­e dei loro destini.

SERENITÀ A 19 anni Donnarumma ha iniziato la quarta stagione da titolare in Serie A al San Paolo: è bastato che Zielinski trovasse un angolo basso scoperto per rimettere Gigio nel mirino. Si è alzato invece il livello della critica: il punto non è se quel pallone fosse più o meno intercetta­bile, ma il fatto che Donnarumma non si sia vestito da supereroe. Le pretese sono eccezional­i: a Gigio si chiede ogni domenica di trasformar­si in divinità per compiere interventi prodigiosi. Viceversa, viene rispedito sulla terra. Può invece darsi che sia in corso un processo di «normalizza­zione» da cui il Milan potrà infine trarre guadagno: Donnarumma non è più il salvatore della patria, non ha trascorso un’estate in prima pagina per vicende contrattua­li e non è più un titolare senza valida alternativ­a. Oggi Gigio è un giovane che deve guadagnars­i la porta e che può crescere affiancato nel lavoro quotidiano da Reina, dodicesimo sulla carta ma numero uno per preparazio­ne e leadership. «Da quando si allena con Pepe, Gigio è un giocatore diverso. Se fa copiaincol­la da quello che Reina può

IL MILANISTA

Il milanista deve meritarsi il posto: dietro scalpita il nuovo arrivato Reina

Gattuso assicura: «Se impara da Pepe, Gigio può diventare il più forte al mondo»

insegnargl­i, diventerà il più forte al mondo». Un processo che passa per forza anche da qualche imperfezio­ne, che effettivam­ente c’è stata.

FANTASMI L’eredità di Alisson non era certo facile da gestire. Lo sapeva Olsen, lo sapeva la Roma e lo sapevano mediamente un po’ tutti. E non poteva che essere così, vista la qualità del portiere brasiliano. Olsen, però, era ed è ancora sicuro di poter tenere lontani i

fantasmi del passato, forse anche perché a Roma è arrivato con l’etichetta di mister clean sheet, visto l’alto numero di partite in cui ha tenuto imbattuta la sua porta. È la prima volta, dopi i sei mesi trascorsi in Grecia, che lascia Svezia (con cui è stato titolare al Mondiale) e Danimarca. «Alisson ha mostrato a tutti che è un portiere fantastico, ma ora ci sono io. Lo rispetto, ma quello che posso fare è solo concentrar­mi sul mio lavoro», ha detto nel giorno

IL ROMANISTA

Robin non parla ancora italiano: così non riesce a guidare bene la difesa

Con il preparator­e Savorani lavora per migliorare sui palloni bassi

della sua presentazi­one in gialloross­o. Poi, però, sono iniziate le partite vere ed allora qualche dubbio è venuto fuori. Con il Torino, ad esempio, ha rischiato il patatrac su un tiro di Baselli (presa «scivolosa», con il pallone che gli è sfuggito di mano ed è uscito di un soffio), contro l’Atalanta è apparso approssima­tivo sul gol del 3-1 di Rigoni, un sinistro infilatosi proprio sul suo palo. Che poi soffrisse sulle palle basse un po’ si sapeva ed è anche lì che sta cercando di lavorare Marco Savorani, il preparator­e dei portieri della Roma. Olsen non si arrende, anche se il fatto che ancora non parli l’italiano (ma lo sta studiando assiduamen­te) lo limita molto nella guida della difesa e nell’interazion­e con i compagni di squadra. Già, perché con l’Atalanta è apparso a volte in difficoltà anche nella ricerca degli appoggi sui compagni, quando c’è da far ripartire l’azione dal basso. In attesa di momenti migliori, insomma, per ora bisogna far passare la burrasca. Che poi vuol dire cercare di piazzare una prestazion­e convincent­e a San Siro contro il Milan. Se Gigio farà lo stesso potrebbe finire senza gol, con buona pace anche della rete.

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Vietato sbagliare Gigio Donnarumma, 19 anni e l’ombra di Reina
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