La Gazzetta dello Sport

PERCHÉ QUEL SALTO ALLA FOSBURY HA CAMBIATO TUTTO

- Di ALESSANDRO DE CALÒ

Ci sono gol bellissimi, che ci rimangono appesi negli occhi come opere d’arte, con la loro emozione levigata dal tempo. E ce ne sono altri, che attraversa­no il risultato di una partita – senza occuparlo tutto – ma restano vivi a segnare un’epoca come il gol alla Fosbury di Ronaldo alla Juve. Capolavori per la cronaca e gol che rovesciano la storia. La prodezza di Cristiano allo Stadium, che l’Uefa ha eletto gol dell’anno 2018, finisce col produrre il secondo effetto. Non ha tanto un valore estetico, quanto un peso “politico” e profetico. Quella rovesciata ha ribaltato il futuro della Juve, le prospettiv­e del calcio italiano, le gerarchie di quello europeo. Qualcosa di epocale, scusate se è poco. Quando la sera del 3 aprile, a Torino, Ronaldo ha staccato i piedi da terra, per volare sopra all’asticella dei due metri e andare a prendere il cross di Dani Carvajal, nessuno pensava che quello stadio potesse diventare la sua casa. Cristiano teneva le spalle alla porta, non poteva vedere dove tirava. Deve averlo guidato l’istinto. L’allenament­o e l’istinto. Un extraterre­stre. «Da quale pianeta sei venuto?» chiedeva quella sera As, giornale madrileno, sconvolto dal gesto atletico perfetto, come tutti noi, nonostante l’abitudine di vederlo all’opera. Già, da dove? Credo che quel momento sia stato un attimo di assoluto piantato come un fulmine su un campo di calcio. Il minimo era alzarsi in piedi e applaudire, esattament­e come all’Allianz – quella sera – ha fatto la gente della Juve. Il capolavoro che scriveva la parola fine sull’avventura in Champions dei bianconeri, era in realtà l’inizio di un’altra storia, che forse stava già covando. Magnifico. Come Hänsel e Gretel, nella fiaba dei fratelli Grimm, Ronaldo stava segnando con dei sassolini la strada da percorrere per uscire dalla notte che lo stava aspettando nel Real. Non so quanto sia vero che quella standing ovation abbia convinto CR7 a scegliere la Juve. Di sicuro l’ha aiutato. Forse non è il suo gol più bello, ma certo è il più speciale tra i 450 segnati con il Real. A Madrid, quella prodezza pesa come uno schiaffo. Per noi, ora, è come sentire addosso gli occhi del mondo: chiedono nuova bellezza. E altri gol. Per la Juve - e non contro - finalmente.

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