La Gazzetta dello Sport

Mandzukic più Khedira: coppia di duri per la Juve

●Allegri insiste sempre sui due Amici e utilissimi: così con loro saltano le gerarchie

- Filippo Conticello @filippocon­t

Un filo robusto collega mezzala e centravant­i, professore e lottatore, Sami e Mario. Non è solo quel broncio serioso, accennato nel tedesco e più pronunciat­o nel croato, ma è il modo in cui la coppia si mette sull’attenti davanti al generale: Sami Khedira e Mario Mandzukic sono due delle cose a cui Massimilia­no Allegri non vuole rinunciare in questa vita. Pazienza se il mercato della Juve sforni sorprese sempre più grandi, i due finiscono quasi sempre per giocare perché contengono tutto ciò che il tecnico chiede a questo gioco. Applicazio­ne, rabbia, intelligen­za, più l’ingredient­e principale con cui Max guarnisce la torta: tecnica. Insomma, parlano la stessa lingua e non è solo il tedesco, imparato da Mandzu facendo a botte sui campi della Bundesli- ga: sono diventati amici anche per comunanza di spirito e carattere. Discreti nel privato, più utili che belli in campo, simili anche perché irrinuncia­bili. Una connection che fa saltare ogni gerarchia scritta su carta a inizio stagione, sin da quando arrivarono insieme nella stessa sessione di mercato. Correva l’anno 2015, la prima Juve di Allegri veniva smontata dopo la finale di Champions contro il Barcellona e servì un po’ perché mediana e attacco cambiasser­o pelle grazie a loro, uno ex Real e l’altro ex Atletico.

VIA IL BRONCIO Solo qualche settimana fa, davanti a una foto Social del truce Mario, in versione Vin Diesel anche in piscina, Sami osava rispondere: «Sorridi per una volta...». Ironia permessa a pochi, ma qui esiste un’amicizia sincera. L’estate ha regalato un Mondiale da incubo al tedesco, al contrario del croato, vicino alla Coppa come nessuno. Entrambi hanno passato parte dalla stagione a riflettere perché le loro strade potevano davvero separarsi: era reale la possibilit­à di lasciare Torino. Alla fine, hanno scelto di proseguire secondo il copione scritto per loro da Allegri. Del resto, Max ha sempre usato lo scudo per difenderli: quando può, elogia l’acume del tedesco, «un professore» del centrocamp­o perché gestisce se stesso e l’ecosistema intorno; sparge miele appena può anche sulla duttilità del lottatore Mandzukic, centravant­i totale perché un tempo si spolmonava sulla fascia mentre adesso può servire da apriscatol­a per Ronaldo. Si era imposto su Morata, ha accompagna­to l’ascensione verso il cielo di Dybala, ha convissuto felicement­e con Higuain e tutto lascia pensare che adesso possa essere l’eletto nella corte di Cristiano. Del portoghese custodisce dolci ricordi soprattutt­o l’ex compagno in Blanco Khedira, titolare due volte su due in quest’alba di campionato. Il connaziona­le Emre Can scalpita alle spalle per scatenare dal primo minuto quel fisico da corazziere, ma al momento Max ha scelto la vecchia saggezza, le antiche certezze. Il risultato globale è che, dei quattro gol segnati dai bianconeri (escluso l’autogol del Chievo), la metà sono arrivati dalla coppia Khe-Mandzu. Non è certo un caso, anzi anche nell’anno I dell’era Ronaldo i due dovrebbero tirare via il broncio.

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IL NUMERO i gol segnati da Khedira (l’1-0 nel 3-2 in casa del Chievo) e Mandzukic (il 2-0 contro la Lazio) in questo inizio campionato

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AFP Da sinistra il croato Mario Mandzukic, 32 anni
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LAPRESSE e il tedesco Sami Khedira, 31 anni

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