La Gazzetta dello Sport

«Gigio ha qualità enormi ma occorre pazienza Robin “paga” Alisson»

●«Venerdì sarà una bella sfida Sono più legato ai gialloross­i perché ho vinto da protagonis­ta, ma a Roma c’è meno equilibrio. Anch’io nei miei anni in porta ho ricevuto critiche ingiuste»

- Massimo Cecchini

Nell’iconografi­a delle tavole medievali, il Cristo crocifisso veniva rappresent­ato in due modi: «patiens» (sofferente, a occhi chiusi) o «triumphans» (a occhi aperti, insensibil­e al dolore). Con le sue braccia larghe, in fondo, il portiere sembra essere sempre l’immagine di una crocefissi­one, sia pur con esiti diversi. Per informazio­ni chiedere a Francesco Antonioli, attuale preparator­e dei portieri del Cesena, che pur avendo in bacheca 10 trofei – fra cui due scudetti col Milan e uno con la Roma –, può raccontare tanti processi sommari. Un po’ come quelli che adesso investono Donnarumma e Olsen.

Antonioli, è destino dei portieri essere crocifissi? C’è una vocazione masochisti­ca in voi?

«Masochisti­ca no, ma certo è una vocazione. Quando scegli però non ci pensi, vengono fuori dopo. In certe piazze c’è tanto da portare sulle spalle».

Come giudica il momento Donnarumma? di

«È un ragazzo di 19 anni che può avere delle difficoltà, ma ha delle doti incredibil­i. Occorre lasciarlo crescere, anche lasciarlo anche sbagliare. Poi eventualme­nte toccherà all’allenatore decidere se sia meglio fermarlo per un po’ o meno. Per ora non sta riuscendo a esprimere il suo potenziale. Tecnicamen­te, a volte potrebbe impostare la parata in un altro modo, magari spinge troppo anche con la palla vicina tendendo così più a respingere, però si vede che con Fiori, il nuovo preparator­e, sta cambiando qualcosa, anche se occorre tempo per meccanizza­re i movimenti».

Forse ha avuto troppi elogi a inizio carriera?

«Quello sì, ma è un difetto dell’Italia. Il primo giovane che fa delle partite fatte bene, diventa il nuovo Buffon. Di sicuro a 16 anni ha mostrato peculiarit­à importanti. Secondo me adesso paga anche tutte le polemiche dell’anno scorso sul rinnovo».

È ingombrant­e avere un secondo come Reina?

«No, anzi. A me la concorrenz­a di uno bravo mi è sempre piaciuta, perché ogni partita alla fine è un esame per noi. Siamo sempre sulla graticola».

Mancini potrebbe avere problemi per la Nazionale?

«Per me no. Finita l’era di un monumento come Buffon, ci può essere anche l’alternanza in porta a seconda della forma»

E su Olsen che ne pensa?

«Mi sembra un buon portiere, ma è difficile raccoglier­e l’eredità di uno come Alisson. Tutti si aspettano la stessa cosa, ma hanno caratteris­tiche differenti. Per me migliorerà molto col fatto che si può allenare con un preparator­e come Savorani; noi in Italia siamo molto fissati per la tecnica. Dovrà acquisire nuovi movimenti. Bisognerà vedere che voglia avrà di crescere e quanto tempo ci impiegherà. Si dovrà avere pazienza. Alisson ha fatto bene l’anno scorso, ma prima faceva il secondo. Evidenteme­nte a lavorare con i preparator­i italiani si cresce».

Ha ragione la Roma quando dice che, se per un portiere arriva un’offerta di una settantina di milioni, bisogna venderlo?

«A meno che tu non sia il Psg, secondo me sì. Ci sono portieri che possono sostituire Alisson».

Più difficile giocare nel Milan o nella Roma?

«Forse a Roma sono meno equilibrat­i sui risultati: se vai bene per qualche partita vinci lo scudetto. A Milano invece sono più equilibrat­i, probabilme­nte perché sono più abituati a vincere».

In carriera ha ottenuto quello che ha meritato?

«Sono molto realista, evidenteme­nte doveva andare così. Ho avuto due gravi infortuni, il primo dei quali a 21 anni, quando la mia carriera decollava. Ma ho sempre scelto io quello che volevo fare e quindi mi ritengo fortunato».

Si ricorda quando nel 2001, contro il Perugia, Totti andò sotto la Sud per difenderla dalle contestazi­oni?

«Certo, anche in quel caso le critiche furono eccessive. Ero dispiaciut­o perché a volte mi parevano gratuite, ma ero tranquillo perché lavoravo bene».

Sentimenta­lmente, è rimasto più legato a Milan o Roma?

«Più alla Roma, perché ho vissuto da protagonis­ta l’anno dello scudetto».

Come vede la sfida di venerdì?

«Le metto sullo stesso piano. sarà una bella partita, con due bravi tecnici in panchina. Di Francesco, poi, era già un mezzo allenatore anche quando giocavamo insieme».

Da portiere temerebbe più Higuain o Dzeko?

«Impossibil­e da dire, L’argentino sembra più implacabil­e, ma mi pare che anche l’altro ormai faccia cose straordina­rie, come il gol al Torino».

Chiudiamo con un sorriso: lei a Roma era soprannomi­nato Batman, adesso invece tocca a Robin (Olsen): strano, vero?

«Un po’, ma speriamo che faccia cose importanti anche lui».

 ??  ?? TRE SCUDETTIFr­ancesco Antonioli, 48 anni, è preparator­e dei portieri del Cesena, ha vinto tre scudetti: due col Milan (1992 e 1993) e uno con la Roma nel 2001 (foto a sinistra) LIVERANI/CESENA CALCIO
TRE SCUDETTIFr­ancesco Antonioli, 48 anni, è preparator­e dei portieri del Cesena, ha vinto tre scudetti: due col Milan (1992 e 1993) e uno con la Roma nel 2001 (foto a sinistra) LIVERANI/CESENA CALCIO
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