Favola Lazzari e Spal Ultimi diventati primi
●Manuel è l’unico superstite della prima gestione Colombarini-Mattioli. Trasferito dalla Giacomense è arrivato a Ferrara e adesso punta alla Nazionale
Il Vicenza scartò Manuel Lazzari dagli Allievi Nazionali, dopo quattro anni nel settore giovanile: troppo minuto, non farà strada. Avevano ragione. Da Valdagno, sua città d’origine, si spostò al Montecchio Maggiore, 15 chilometri a est del capoluogo di provincia. Lo fece per ricominciare a giocare in una società dilettantistica. Poi il Delta Porto Tolle (Rovigo) e Giacomense (Masi San Giacomo, frazione di Masi Torello, in provincia di Ferrara). Tutto nel raggio di 160 chilometri da casa. Manuel, però, ha percorso la strada lungo la fascia destra e per la famiglia Colombarini rimane il cordone che lega la Giacomense all’attuale Spal. Arrivato nella piccola realtà della squadra di Masi San Giacomo nel 2012, è rimasto anche l’anno successivo quando la società fu rilevata dai Colombarini. Ai quali – insieme con il presidente Walter Mattioli – evidentemente piace scalare anche le gerarchie calcistiche in Italia. Con la Giacomense dalla Terza categoria (la base del calcio italiano) alla Seconda Divisione; con la Spal dalla Seconda divisione alla Serie A. Con Manuel presente.
SCALATA Qui a fianco abbiamo messo a confronto una Spal della stagione 2013-14 (una schierata da Gadda) con quella che ha battuto domenica pomeriggio il Parma a Bologna. Cinque anni fa i biancazzurri furono allenati prima da Leonardo Rossi e poi da Massimo Gadda che condusse la squadra ai playoff. Lazzari si fa vedere per la prima volta l’8 settembre, alla seconda giornata, contro il Monza. Venti minuti, da subentrante, e per la Gazzetta il voto è 6,5. La partita finisce 3-3 e lui è uno dei più brillanti nel finale. La settimana successiva la Spal perde a Bassano, Manuel gioca da titolare tutta la partita, voto 6. Il 4-4-2 di Rossi si trasforma in 3-5-2 con Gadda, Manuel però resta sempre a destra, da esterno. E con il passare degli anni e della categoria si specializzerà. Perché una delle sue caratteristiche è sempre stata quella di rimodellarsi in base al livello degli avversari, alzare l’asticella e restare nel gruppo per meriti e non per militanza. Negli ultimi due anni con Leonardo Semplici ha imparato anche i movimenti del terzino con diagonali e raddoppi. Tutti elementi che lo rendono utilizzabile non solo come quinto a destra, ma anche come terzino destro in una difesa a quattro. E ha lavorato sull’aspetto fisico, irrobustendosi, senza perdere resistenza e velocità.
SOGNO AZZURRO Riservato, taciturno, amante prima di tutto del lavoro e poco incline alla vita gettata sotto la luce dei social, Manuel è rimasto il solito agonista di quando cercava di capire quale sarebbe stata la strada migliore. «Ho pensato di smettere, ma grazie ai miei genitori ho proseguito il mio cammino» — aveva dichiarato un anno fa. In estate qualche squadra nelle prime 6-7 piazze ci ha fatto un pensiero e la Spal gli ha proposto il prolungamento fino al 2023. Adesso manca la Nazionale. Più prima che poi. Così magari scatta anche il bonus convocazione...