La Gazzetta dello Sport

«Ljajic via? A me piace, l’ho voluto io Ma qui niente musi lunghi»

●Il presidente del Torino è chiaro sul futuro del serbo: «Dipende da lui e dalle sue aspettativ­e...»

- Filippo Grimaldi

Il Toro «che mi piacerebbe vedere sempre», parola del presidente Urbano Cairo, è quello scintillan­te ammirato domenica nella ripresa a San Siro contro l’Inter di Spalletti. Intervenut­o a «Tutti convocati», su Radio 24, il numero uno granata parla di «gara a due facce: il primo tempo non era piaciuto neppure a Mazzarri, poi nel secondo il mister ha messo tre uomini davanti (passando al 3-4-1-2, n.d.r.), e noi avremmo anche potuto segnare il terzo gol». La strada verso il paradiso è ancora lunga, ma i segnali sono incoraggia­nti, anche se il numero uno granata gradisce il basso profilo: «Preferisco non parlare di obiettivi, in passato fra l’altro non ci ha neppure portato fortuna, ma è evidente che abbiamo fatto una campagna acquisti importante: 64 milioni di investimen­to e 12 incassati con poche cessioni già previste rappresent­ano uno sbilancio importante». Zaza, infatti, il cui prestito oneroso è costato due milioni, dovrà essere riscattato a 12 milioni dopo la prima presenza in campionato. «Penso che il popolo granata sia contento. A inizio mercato ci siamo dedicati principalm­ente alla difesa, poi nel finale entusiasma­nte sono arrivati Aina, Djidji, Soriano e Zaza».

VAR Sul delicato tema della Var,Cairo ribadisce la sua posizione: «Io ne sono sempre stato sostenitor­e per fugare ogni dubbio, ma le cose vanno messe a punto bene. Forse ci dovrebbe essere ancora più chiarezza per dire quando va usata, e quando no. Sono fautore della tecnologia, ma direi che il Toro non è sicurament­e stato il più aiutato negli ultimi dieci anni. La settimana scorsa non sono intervenut­o per lasciare gli arbitri tranquilli: non vogliamo avere vantaggi, ma almeno non svantaggi», in un calcio italiano «che ha fatto investimen­ti importanti, e dove l’arrivo di Ronaldo ha portato grande interesse sulle partite dove gioca. Il Toro è secondo solo proprio alla Juve per sbilancio di mercato: non male, come risultato».

RICETTA Ma Cairo ha un’idea per riportare il nostro calcio ai fasti di un tempo: «Dobbiamo investire nei vivai e nei centri di formazione giovanile, come fanno Belgio e Francia». Il presidente granata accenna anche alle difficoltà televisive di Dazn nelle prime due giornate di campionato: «L’ho letto anch’io, bisogna dare loro tempo. Ha fatto investimen­ti importanti e credo che si metterà a posto, diventando un player importante del calcio italiano». Un calcio che per crescere, a suo giudizio, ha fatto bene ad adeguarsi ad altri Paesi europei anticipand­o l’inizio della serie A: «Una cosa del genere accade da tempo in Inghilterr­a e Francia, dove anzi la stagione parte prima di noi. Fra l’altro, se un club gioca anche in Europa, ciò porta dei vantaggi».

LJAJIC... A proposito di calcio estero, Cairo ribadisce la sua posizione sulla questione del serbo Ljajic, ieri applauditi­ssimo al Filadelfia, e che potrebbe ancora accasarsi fuori Italia entro venerdì prossimo: «Ho acquistato Adem due anni fa. A me piace moltissimo, rappresent­a un calcio bello da vedere, divertente e piacevole. Se c’è uno a cui piace, sono proprio io che l’ho acquistato». Deve essere però chiaro a tutti, spiega il presidente, che la società non ha messo in vendita il giocatore: «Si tratta solo di capire se anche lui, visto che la squadra si è molto potenziata e abbiamo tenuto tutti, accetta di restare nel gruppo senza pretendere un posto fisso. È arrivato Zaza, ad esempio, un grande colpo, che non ha ancora giocato un minuto. Si può giocare dall’inizio, per venti minuti o anche non giocare. Si può essere decisivi in modi diversi, ma è importante non avere musi lunghi. Dipende molto da Adem e dalle sue aspettativ­e. Non voglio tarpare le ali a un giocatore. Se dovesse partire, sarà solo perché non vogliamo giocatori scontenti. In spogliatoi­o serve concordia». Cairo inoltre ricorda la bontà qualitativ­a e quantitati­va dei suoi: «Ci sono tanti giocatori forti».

UN GIOCATORE STREPITOSO E ANCHE UN RAGAZZO PERBENE

SU IAGO FALQUE

ATTACCANTE TORINO

... E IAGO FALQUE E se parliamo di talenti, menzione d’onore per Iago Falque. Cairo è felice del momento d’oro dello spagnolo: «Fa cose strepitose, è un ragazzo perbene. Un giocatore in più per il Toro. Ha trovato la sua posizione e la condizione fisica. Gioca con noi da due anni, ha fatto dodici gol a campionato e tanti assist, ha continuità di rendimento, sono felicissim­o di lui». Con un buon maestro come Mazzarri, «ha compiuto un passo avanti. Prima agiva prevalente­mente da esterno, il mister lo ha impostato in maniera diversa e si accentra di più. Ha un potenziale ancora inespresso». E poi c’è Izzo, che pare granata da una vita: «Un grande acquisto, un giocatore da Toro. Ha carica, voglia, aggressivi­tà, è un “tremendist­a” della prima ora».

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LAPRESSE Urbano Cairo, 61 anni, è proprietar­io e presidente del Torino dal settembre 2005
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