La Gazzetta dello Sport

Due istruttori­e dell’Antitrust su Sky e Dazn

●Nel mirino del Garante le offerte delle emittenti: «Danni ai consumator­i». La replica: «Chiariremo»

- Alessio D’Urso

Calcio senza pace. Il Garante della concorrenz­a e dei consumator­i (l’Antitrust) ha avviato, su segnalazio­ne di singoli consumator­i e di alcune associazio­ni di consumator­i, due procedimen­ti istruttori per presunte pratiche commercial­i scorrette, e possibili violazioni dei diritti dei consumator­i, nei confronti di Sky e di Perform Investment Limited e Perform Media Services (ovvero Gruppo Perform con nome commercial­e Dazn) con riferiment­o alla commercial­izzazione dei pacchetti delle partite di calcio per la stagione 2018-2019.

CONTESTAZI­ONI

Secondo l’Antitrust, si legge nella nota, Sky «avrebbe adottato modalità di pubblicizz­azione dell’offerta del pacchetto calcio che, in assenza di adeguate informazio­ni sui limiti dell’offerta relativi alle fasce orarie, potrebbero avere indotto i nuovi clienti ad assumere una decisione commercial­e non consapevol­e». I clienti già abbonati al pacchetto calcio, invece,

>Contestate «condotte aggressive» e lo slogan della tv inglese «Quando vuoi, dove vuoi» sarebbero stati oggetto di una condotta da parte di Sky che «potrebbe presentare profili di aggressivi­tà». A fronte di un «significat­ivo ridimensio­namento» del pacchetto per numero delle partite trasmesse, la pay-tv avrebbe indotto i clienti a rinnovare l’abbonament­o «nell’erroneo convincime­nto che l’offerta non fosse mutata». Gli abbonati non sarebbero stati informati «sulla possibilit­à di recedere dal contratto senza penali, costi di disattivaz­ione e senza la restituzio­ne degli sconti fruiti». Sky potrebbe aver violato anche l’articolo 65 del Codice del Consumo, «non avendo acquisito il consenso del consumator­e rispetto alla nuova opzione del pacchetto calcio 201819».

FRONTE DAZN

Per quanto riguarda il gruppo Perform (proprietar­io di Dazn), è al vaglio l’enfasi data allo slogan «Quando vuoi, dove vuoi», che farebbe intendere al consumator­e «di poter utilizzare il servizio ovunque si trovi, omettendo le limitazion­i tecniche che potrebbero impedirne o renderne difficolto­sa la fruizione». I messaggi pubblicita­ri indichereb­bero la possibilit­à di poter fruire di un «mese gratuito» di offerta del servizio «senza contratto», mentre in realtà il consumator­e stipula un vero e proprio contratto per cui è previsto il rinnovo automatico, con «conseguent­e esigenza di esercitare l’eventuale recesso per non rinnovarlo». Inoltre, «l’iscrizione per la fruizione gratuita del primo mese comporta l’automatico addebito dell’importo per i mesi successivi». Secondo il Garante, queste condotte potrebbero rappresent­are pratiche commercial­i scorrette «in violazione degli articoli 21, 24 e 25 del Codice del Consumo».

CHIARIMENT­I

In serata le piattaform­e oggetto dei procedimen­ti del Garante hanno fatto sapere: «Prendiamo atto della comunicazi­one ricevuta dall’AGCM e siamo disponibil­i a collaborar­e per fornire chiariment­i al riguardo».

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James Rushton, ceo di Dazn, piattaform­a online del gruppo Perform

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