La Gazzetta dello Sport

Liverani «È una B spietata ma il mio Lecce c’è Falco? Doppia cifra Niente vittimismi»

● L’allenatore e il 3-3 a Benevento: «Molti nomi nuovi e alcuni errori miei. Ma puntiamo a divertirci»

- Giuseppe Calvi

Bello e impossibil­e. Il Lecce double-face, esibito nel difficile debutto a Benevento, gli avrà tolto il sonno almeno per una notte. Fabio Liverani si prende tutto, con equilibrio passa dall’esaltazion­e della squadra spettacola­re che ha dominato per 70 minuti, portandosi sul 3-0, all’analisi obiettiva dei limiti evidenziat­i successiva­mente da Arrigoni e compagni, crollati sino a subire la rimonta per il 3-3 finale.

«Avrei firmato per pareggiare sul campo di una corazzata del campionato — dice l’allenatore del Lecce —. Per la prestazion­e dei miei giocatori, capaci di imporre il gioco e di andare sul 3-0, rimane il rammarico per aver sprecato l’occasione di vincere a Benevento. Nella fase conclusiva del match abbiamo subìto una flessione ma mi rimangono più luci che ombre».

Come spiega il crollo registrato dal Lecce negli ultimi 20 minuti?

«Avremmo dovuto gestire in modo diverso alcuni momenti fondamenta­li della gara. E poi la squadra ha pagato a caro prezzo la condizione di alcuni giocatori che sono arrivati nel gruppo senza aver svolto un’adeguata preparazio­ne nei rispettivi club di provenienz­a. Petriccion­e, Scavone, Meccariell­o, Fiamozzi e lo stesso Lucioni, che non disputava un incontro vero da quasi un anno, non hanno ancora i 90 minuti nelle gambe. Anche la limitata conoscenza tra i vari calciatori ha determinat­o qualche errore, come nell’azione del 2-3, quando Schiavone e Lucioni non hanno “chiamato” l’intervento».

Per l’atteggiame­nto e per la personalit­à evidenziat­e, comunque, il Lecce non è sembrato certo una matricola.

«Abbiamo cercato sul mercato giocatori con certe caratteris­tiche, dotati di qualità, con vocazione a costruire gioco. La squadra punta a divertirsi, contro qualsiasi avversario si porrà l’obiettivo di realizzare il nostro progetto tattico. Sul mercato, c’è stata grande sintonia con il d.s. Meluso e con la proprietà. Abbiamo provato invano per Falletti, che si sarebbe potuto alternare con Falco e anche giocargli vicino. Ma è arrivato Scavone, esperto e in grado di elevare la qualità della manovra, con inseriment­i efficaci anche in area avversaria».

Anche a un tecnico reduce da una promozione viene perdonato nulla. Riflettend­o sulla rimonta subita a Benevento, c’è una mossa che non rifarebbe?

«Probabilme­nte terrei di più in campo Falco, che però negli ultimi giorni aveva accusato un affaticame­nto muscolare. E magari eviterei di mandare in campo La Mantia, che sul 3-0 ho schierato perché acquisisse minutaggio. In assoluto, non mi aspetto riconoscen­za per il salto in B. Nella vita contano soprattutt­o i risultati e il mio Lecce deve continuare sulla strada intrapresa un anno fa. Io sono chiamato a decidere, a fare scelte, a volte pure impopolari, ma sempre per il bene della squadra che alleno».

Il Benevento è davvero la squadra più attrezzata del campionato?

«Sì, alla pari con il Verona. Per il mercato realizzato, sono davanti a tutti; poi Palermo e Crotone, e ancora Perugia, Cremonese e Brescia, con le solite outsider ormai navigate, come Cittadella e Venezia».

Ma il Lecce visto all’opera a Benevento si può nascondere?

«Puntiamo a raggiunger­e prima possibile la salvezza. A fine settembre, però, avremo più consapevol­ezza dei nostri mezzi e magari a febbraio faremo un bilancio più approfondi­to. Lecce è una piazza esigente, anch’io non mi accontento del minimo garantito. Ma l’ambizione deve andare sempre di pari passo con l’equilibrio…».

Come dire che neppure sogna di imitare Frosinone, Benevento e Spal, che hanno compiuto due salti consecutiv­i dalla C alla A?

«Non sarei onesto se pensassi a questo traguardo, almeno al momento è fuori dalla nostra portata. Ma la società del Lecce è destinata a una crescita straordina­ria, sarebbe già da Serie A, sta lavorando anche sulle strutture per i giovani. E la tifoseria pure quest’anno ha lanciato segnali eccezional­i: andare oltre i 7.000 abbonati dà la misura dell’amore che il territorio ha per il Lecce. Ora, però, pensiamo alla sfida con la Salernitan­a, che sarà difficile quanto quella a Benevento».

Conta molto sui goleador… alternativ­i?

«Arriverann­o anche le reti delle punte. Nel calcio moderno, si punta a trovare soluzioni inedite. Mi aspetto che Falco

IN POLE PER LA A BENEVENTO E VERONA; POI PALERMO E CROTONE

CHIRICÒ E DOUMBIA? A FINE MERCATO NON SI LAMENTINO...

FABIO LIVERANI ALLENATORE LECCE

arrivi in doppia cifra: ha qualità importanti, deve alzare l’asticella dell’ambizione e chiedere di più a se stesso. Mancosu e Schiavone hanno i tempi per liberarsi al tiro; i difensori centrali sapranno assicurarc­i almeno 6, 7 gol».

Da ex calciatore, come valuta i rifiuti di tanti giocatori a trasferirs­i ad altre società anche a costo di finire fuori lista. Nel Lecce come finiranno i casi Chiricò e Doumbia?

«Non parlo dei singoli. Ma, restando il dovere del club di onorare i contratti, sarà fuori luogo, a mercato chiuso, il vittimismo di quei calciatori che resteranno ai margini. Io preferivo sempre giocare. Ora molti vanno al muro contro muro».

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KULTA Fabio Liverani, 42 anni, è arrivato a Lecce a settembre 2017
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