La Gazzetta dello Sport

Guliyev attacca Mennea Trema il record dei 200

●Il turco-azero, dopo il 19”76 di Berlino, domani nella finale di Zurigo sfiderà Lyles e andrà a caccia del limite europeo (19”72) dell’azzurro

- Andrea Buongiovan­ni

Domani alle 21.11, sulla leggendari­a pista del Letzigrund di Zurigo. La prima della due finali stagionali di Diamond League – l’altra venerdì sera a Bruxelles – si infiammerà. Perché lo starter, a quell’ora, chiamerà sui blocchi gli otto finalisti dei 200 maschili. E se la sfida tra lo statuniten­se Noah Lyles e il turco Ramil Guliyev varrà da sola il prezzo del biglietto, soprattutt­o il secondo potrebbe «giocare» col cronometro ed entrare definitiva­mente nella storia della specialità. Il 28enne nato e cresciuto in Azerbaigia­n, campione del mondo ed europeo in carica, in un impianto da esauriti scontati e in corsie da sempre foriere di prestazion­i-monstre, avrà infatti nel mirino il datato record continenta­le di Pietro Mennea. Il barlettano, il 12 settembre 1979, alle Universiad­i di Città del Messico, aiutato da vento e altura (+1.8 m/s, a 1800 metri sul livello del mare), volò in 19”72. Record del mondo per oltre 16 anni. L’ATTACCO Ramil, invece, l’8 agosto, nella finale continenta­le dell’Olympiasta­dion di Berlino, in uno dei più grandi 200 di sempre, è cresciuto fino a 19”76 (+0.7). Per poi aggiungere, il 12, l’argento europeo con la 4x100 di Turchia (37”98), il 1516 un 9”98 (+3.0) sui 100 e un 20”35 (+1.8) sui 200 alle finali dei Societari di Bursa e ancora, il 22, mercoledì scorso, un 10”21 (-0.1) sui 100 al meeting polacco di Chorzow. Insomma: la condizione pare essere ancora quella giusta. E la voglia di stupire intatta. Come, peraltro, da una decina di stagioni a questa parte. Guliyev, muscolato e tatuato di 1.87 per 73 kg, sul mezzo giro, è stato argento ai Mondiali allievi di Ostrava 2007 e oro agli Eurojunior­es di Novi Sad 2009 (oltre che argento nei 100 alle spalle di Christophe Lemaitre). Ma anche finalista ai Mondiali juniores di Bydgoszcz 2008 (5°), ai Mondiali assoluti di Berlino 2009 (7°) e di Pechino 2015 (6°), ai Giochi di Rio 2016 (8°) e argento agli Europei di Amsterdam 2016. La progressio­ne è stata costante: da quando era junior è progredito di 11/100 sui 100, fino al 9”97 dell’anno scorso e di 28 sui 200: i recenti exploit non arrivano quindi dal nulla. Eppure, di lui e della sua storia, si continua a conoscere poco. Come se dietro gli occhiali da sole coi quali spesso corre, avesse qualcosa da nascondere.

IL PERSONAGGI­O Ramil, da oltre 10 anni tra le stelle mondiali della specialità, ha cambiato Paese nel 2011: ha coach russo

LA SCELTA Quel che si sa è che il cambio di nazionalit­à, voluto per una mera questione economica e per sfruttare condizioni migliori, gli ha imposto quasi tre anni di stop, dal 2011 al 2014. Il cuore e gli affetti familiari restano a Baku, dov’è tuttora amatissimo, ma adesso rappresent­a con orgoglio il ricco Fenerbahce. La scelta della nuova bandiera è poi stata dettata anche dalla morte, nel 2010, di papà-coach Eldar: in Azerbaigia­n non c’erano tecnici in grado di seguirlo. Così Ramil è finito alla corte di Oleg Mukhin, che da allora lo allena tra Mosca e Istanbul e della manager Olga Nazarova, la stessa, per dire, di Maria Lasitskene. È anche per questo miscuglio e per l’affiancars­i a Paesi spesso in odore di doping che il personaggi­o non a tutti piace.

CHE GARA A Berlino però, non avesse esultato a braccia alzate prima del traguardo, avrebbe già fatto cadere il limite di Mennea. Domani, di quegli avversari, ritroverà il solo britannico Mitchell-Blake, d’argento con 20”04. Quel 200 resta in ogni caso clamoroso: il 20”16 del 6° posto di Fausto Desalu (il finanziere, prima di decidere del suo futuro, farà i 100 degli Assoluti di Pescara), sarebbe valso l’oro in 20 di 22 precedenti Europei. Per dare un’idea: con quel tempo, nella storia, i sesti han corso più veloce solo al meeting di Losanna 2012 e ai Mondiali di Pechino 2015. Onore a Guliyev.

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GETTY Ramil Guliyev, 28 anni, vince i 200 degli Europei di Berlino con Fausto Desalu sesto

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