La Gazzetta dello Sport

fIL CENTROCAMP­ISTA DELLE DUE SQUADRE Le battaglie di Dino «Io, ex bianconero li facevo piangere»

●Baggio protagonis­ta sia a Torino sia a Parma «Tifo gialloblù, ma tra le squadre non c’è storia»

- Andrea Schianchi

QUANDO LA JUVE MI VENDETTE NEL ‘94, MI IMPUNTAI: VOLEVO IL MILAN

IO IDOLO IN EMILIA IN UN PARMA-JUVE FECI IL GESTO DEI SOLDI ALL’ARBITRO...

DINO BAGGIO EX PARMA E JUVENTUS

Quando si pensa a Parma-Juventus uno dei primi nomi, se non proprio il primo, che viene alla mente è quello di Dino Baggio. Simbolo di un duello infinito che per tutti gli anni Novanta ha divertito, e a tratti incendiato, il gran teatro del pallone, adesso Dinone osserva l’avvicinars­i di questa nuova sfida dal suo eremo nella campagna veneta e, dalle sue parole, pare che il passare del tempo non abbia attenuato la tensione. «Sono già in partita – ammette –. Un tifoso parmigiano come me, perché questo io sono, non può non sentire questo momento: lo so che le cose sono cambiate rispetto a quando giocavo io, ma il cuore batte come allora. Non c’è niente da fare, vivo di passione».

Ricorda l’estate del 1994, quando passò dalla Juve al Parma per 14 miliardi di lire?

«Impossibil­e dimenticar­lo. La Juve mi cedette al Parma senza avvertirmi. E io, che avevo anche l’offerta del Milan, m’impuntai. Capello mi voleva affiancare ad Albertini nel suo Milan, la prospettiv­a mi piaceva».

E a Parma pensarono che lei rifiutava il trasferime­nto in Emilia.

«Proprio così. Mi accolsero con freddezza, all’inizio mi fischiavan­o se sbagliavo un passaggio».

E poi che cosa successe?

«Mi feci voler bene dai tifosi per l’impegno che mettevo sempre sul campo e per i gol che segnai proprio alla Juventus».

Già, quella stagione 1994-95 fu un lungo, interminab­ile duello proprio tra Parma e Juve: scudetto, Coppa Uefa, Coppa Italia.

«Quello fu il primo campionato nel quale si assegnavan­o tre punti per vittoria. Loro, i bianconeri intendo, si adeguarono subito: giocavano sempre per vincere, in casa e fuori. Noi del Parma, invece, in trasferta a volte ci accontenta­vamo del punticino. E poi venne la sfida al Tardini dell’8 gennaio. Andiamo in vantaggio con un mio gol e poi la Juve si scatena: in un quarto d’ora ce ne fanno tre. Mamma mia, che bambola!».

Era una Juve fortissima.

«Aveva forza fisica e grande tecnica. Vialli, Ravanelli e Del Piero nel tridente. Pressing a tutto campo. E in mezzo un pensatore come Sousa. Il Parma, invece, era più lezioso: avevamo Zola che incantava, ma non eravamo abbastanza cattivi per arrivare allo scudetto».

E infatti il titolo lo vinse la Juve.

«Sì, però noi li battemmo nella doppia finale di Coppa Uefa. Che partite! Uno a zero al Tardini. E sapete chi segnò? Io. Poi il ritorno si gioca a San Siro. Loro vanno in vantaggio con Vialli, premono, spingono, picchiano, ci diamo botte da orbi e alla fine che cosa succede? Che faccio gol ancora io e la Coppa ce la portiamo a casa noi».

Lei era abbonato ai gol nelle finali Uefa. Con la Juve ne aveva realizzati tre contro il Borussia Dortmund, nel 1992-93, uno all’andata e due al ritorno.

«Ho sempre sentito molto le partite decisive e, al contrario di altri, non mi sono mai fatto imprigiona­re dalla tensione. In campo davo l’anima. E così, spesso, ero decisivo».

C’è un’altra cosa che l’ha fatta entrare definitiva­mente nel cuore dei parmigiani, vuole raccontarl­a?

«Il gesto dei soldi all’arbitro Farina durante un Parma-Juve del gennaio 2000. Feci un fallo su Zambrotta, mi beccai il rosso e sotto i suoi occhi sfregai l’indice e il pollice come a dire: “Ti hanno pagato, eh!”. Mi beccai due giornate e non mi convocaron­o più in Nazionale».

Perché lo fece?

«Non me ne sono mai pentito e ne parlai anche con l’arbitro Farina prima che morisse. Non ce l’avevo con lui, ma col sistema. Poi tutte quelle cose sono uscite con le sentenze di Calciopoli. Per essermi ribellato alla dittatura bianconera, i tifosi del Parma mi adottarono».

Come vede questo Parma-Juve?

«La Juve è fortissima e secondo me questo può essere l’anno buono per la Champions. Non c’è soltanto Cristiano Ronaldo, Allegri ha a disposizio­ne due squadre: esce un campione ed entra un campione. Sulla carta, al Tardini non c’è partita. Però il calcio è bello perché è strano. Il Parma ha fatto un miracolo con tre promozioni consecutiv­e, dalla Serie D alla Serie A in tre anni: una cosa mai vista in Italia. Io dico che, se contro la Juve finisse 0-0, sarebbe come aver vinto una finale di Champions League. Ma purtroppo temo che non andrà così».

ALLEGRI HA DUE SQUADRE, IL PARMA IN A È GIÀ UN MIRACOLO

DINO BAGGIO IN AZZURRO DAL 1991 AL 1999

 ??  ?? SEI STAGIONI AL PARMA Dino Baggio (oggi 47enne) ha giocato in Emilia dal ‘94 al ‘00 DUE STAGIONI ALLA JUVE Il centrocamp­ista ha giocato nei bianconeri dal ‘92 al ‘94
SEI STAGIONI AL PARMA Dino Baggio (oggi 47enne) ha giocato in Emilia dal ‘94 al ‘00 DUE STAGIONI ALLA JUVE Il centrocamp­ista ha giocato nei bianconeri dal ‘92 al ‘94
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