La carica di Materazzi «Con Nainggolan e un po’ di follia tutto è possibile»
●Si avvicina il ritorno in Champions: il tecnico lavora sulla gestione della rosa
Fase due, secondo livello. Nuove competenze richieste: gestione delle risorse. La maggiore novità della seconda stagione di Luciano Spalletti alla guida dell’Inter è il ritorno in Champions League: il doppio impegno (con la coppa «vera») rimpianto per anni, inseguito fino all’ultima giornata la scorsa stagione, inserisce tutta una serie di nuove variabili. Il ritorno alle serate di gala infrasettimanali ha cambiato il mercato, reso la rosa più ampia e omogenea e ora mette il tecnico di fronte a una nuova sfida: dosare forze e gestire uomini, trovare la buona sintesi fra la creazione di una identità di squadra e la necessità di ruotare gli uomini. Per le serate importanti ci vuole sì l’abito buono, ma servono anche scarpe
comode, in cui sentirsi a proprio agio.
ESPERIENZA Per Spalletti è una novità, ma solo nella sua avventura milanese: 51 gare in Champions (preliminari esclusi) sono un bagaglio di esperienza importante, costruito in un decennio, fra il 2006 e il 2016. Se l’ultimo ricordo dell’inno Champions è quello degli ottavi 2016 (ma i gruppi li passò Rudi Garcia) nelle sei volte in cui si è presentato ai gironi, fra giallorossi e Zenit, ha fallito l’accesso alla fase a eliminazione diretta solo una volta, nel 2012-13 con quelli di San Pietroburgo. Insomma, non siamo di fronte a un neofita. Infatti le idee sono state chiare sin da un minuto dopo il gol di Vecino alla Lazio.
LA ROSA Sul mercato Spalletti ha chiesto «titolari» in più da aggiungere a quelli già in rosa, e da inizio stagione ripete che gli uomini andranno ruotati e alternati, mantenendo idee e livello. Non ci sarà un’Inter di campionato e una di Champions (a parte le esclusioni di Gagliardini e Dalbert), ma il puzzle si creerà di settimana in settimana. Le limitazioni imposte dal Financial Fair Play, con la rosa europea ridotta a 17 uomini di «movimento», ha portato ad acquisti di elementi polivalenti, capaci di coprire più ruoli e quindi di aumentare le soluzioni a disposizione. Da Asamoah terzino e mediano a Nainggolan rifinitore e interno, fino ai jolly d’attacco Politano e Keita: moltiplicare le risorse all’interno degli stretti limiti Uefa. Questo discorso va di pari passo con quello legato alla moltiplicazione delle soluzioni tattiche. Se lo spartito base resta quello del 4-2-3-1, la difesa a tre è più che un’alternativa: permette di sfruttare nuove risorse, trasforma i compiti degli esterni, può essere una soluzione per rispondere a formazioni che si posizionino allo stesso modo. Se il Barcellona di Valverde e il Psv di Van Bommel sembrano piuttosto ancorati sulla difesa a quattro, Pochettino cambia talvolta faccia al suo Tottenham.
IL DEBUTTO Proprio gli Spurs saranno i primi invitati alle serate di gala nerazzurre. L’appuntamento è quello del 18 settembre: due settimane da oggi, solo una gara «in mezzo». Quattordici giorni sono tanti nel calcio, specie se contengono amichevoli internazionali che portano via giocatori e diminuiscono le possibilità di fare prove ad Appiano. Però l’assenza che dura ormai dal marzo 2012, su questi palcoscenici, fa sì che l’ambiente interista già cominci a sentirlo, l’impegno incombente. I giorni poi saranno pochi, fra la gara in casa col Parma e quella europea: in quella doppia occasione si vedrà la prima applicazione della gestione «spallettiana»: non sarà turnover pesante, e non saranno nemmeno scelte completamente libere. La fase di assemblaggio di una squadra con molte novità non permette troppe rivoluzioni. E le trasferte internazionali, specie quelle dei due argentini, condizioneranno qualche decisione. Icardi e Lautaro giocheranno nel New Jersey nella notte italiana fra
SOLUZIONI
Il mercato estivo ha garantito «polivalenti» per rispondere ai limiti numerici del Financial Fair Play
martedì e mercoledì: torneranno ad Appiano probabilmente giovedì, si alleneranno a pieno regime con i compagni solo venerdì, alla viglia della gara col Parma. Difficile vederli titolari sabato, più probabile che Maurito si «tenga» per quello che sarà il suo debutto assoluto nella competizione. Senza di loro si rivedrebbe la formazione che ha battuto il Bologna, con Keita a fare da centravanti. Per il resto ipotizzabile una rotazione dei tre centrali «titolari» (anche se Miranda è stato fin qui utilizzato poco), e una gara a testa per D’Ambrosio e Vrsaljko, terzini diversi ma considerati entrambi affidabili. Gagliardini si giocherà le sue carte in A, poi Spalletti farà partire il suo piano C. C come Champions, ma anche come cambi e continuità: i primi saranno necessari, la seconda va ricercata, nei risultati e nel gioco.