La Gazzetta dello Sport

FEDERER LASCIARE O NO? I GRANDI: «VAI AVANTI»

●Federer, irriconosc­ibile, k.o. agli ottavi con Millman (n. 55): lasciare non è un’idea, ma il futuro è in bilico

- Massimo Lopes Pegna CORRISPOND­ENTE A NEW YORK

Dopo aver superato di slancio il primo round per la 18ª volta (su 18), era stato proprio Roger Federer a tirare fuori la «R word», la parola che comincia con la lettera a cui spesso si riferisce come fosse un tabù. «Adesso mi posso anche ritirare», aveva detto. Scherzava. «Ma no, che cosa avete capito? Ho detto che non giocherò qui il prossimo anno, così posso preservare questo record». Risate. Tre turni dopo, tutti vorrebbero tornare sul tema, ma nessuno si azzarda. La sconfitta con il numero 55 del mondo, l’australian­o John Millman, si porta dietro una scia di inevitabil­i dubbi. Anche se non va dimenticat­o che Re Roger è il numero 2 al mondo e ha iniziato la stagione con la conquista per la sesta volta degli Australian Open, ritoccando il suo primato di Slam, ora a quota 20.

CHE BOTTA Lui ha incolpato il caldo: «Mi mancava l’aria, non riuscivo a respirare». Ma quello (lu.mar.) Abbiamo preso in consideraz­ione le sconfitte più clamorose di Roger Federer negli Slam da quando vinse il primo, a Wimbledon nel 2003: nella prima tabella le sconfitte peggiori in ordine di classifica degli avversari (Millman è il secondo fuori dai 50 a riuscire a batterlo in un Major) e nella seconda quelle che a nostro parere sono le più sorprenden­ti della carriera: c’è anche quella con il nostro Seppi a Melbourne di lunedì sera è probabilme­nte il suo tonfo più fragoroso. Qui a Flushing con un giocatore fuori dai 50 non aveva mai perso (in 40 match), negli Slam era 127-1: impression­ante. Federer è affondato prevalente­mente per colpa sua: era avanti un set, ha sprecato due set point per andare 2-0, uno nel tie-break del terzo parziale in vantaggio 6-5. Ha commesso errori inusuali: 76 gratuiti (contro i 28 dell’avversario), ha servito una miseria di 49% di prime palle, due doppi falli consecutiv­i nel tie-break del 4° set, sempre in ritardo a rete. E’ una batosta che fa male all’anima. Rod Achermann, editoriali­sta dell'elvetico Neue Zurcher

Zeitung , che conosce Federer da quando era un ragazzino, è certo: «Può essere fra un mese o un anno: la fine sta per arrivare».

PARERI L’argomento ritiro si era innescato di nuovo anche dopo la vittoria in tre set al secondo round contro il francese Paire. Roger si era bonariamen­te risentito: «Me lo chiedete da nove anni. Al principio pensavo: “Cosa? Ma perché me lo domandano?” Poi ho capito che fa parte del vostro lavoro. Ormai è un tema che mi viene riproposto a ogni intervista. Non sarete mai i primi a saperlo, lo deciderò con la mia famiglia». Nessuno adesso ne parla apertament­e. E’ vero che c’era stata l’eliminazio­ne ai quarti di Wimbledon per mano di Anderson in una maratona di cinque set, ma neppure un mese fa lo svizzero era stato definito Superman per aver vinto due partite nello stesso giorno a Cincinnati prima di lasciare la finale a Djokovic. Ora lo scivolone con Millman ha fatto rumore. Dice Paolo Bertolucci: «Non ricordo un Federer così brutto e spento. E’ sembrato accusare all’improvviso i 37 anni e aver smarrito le sue certezze. Ma spesso i fenomeni risorgono». Più diretto Boris Becker a Eurosport: «Forse non è il momento per dirlo, ma Padre Tempo non dà scampo a nessuno e immagino che Federer debba cominciare a rendersene conto». Nicola Pietrangel­i, che non ha mollato fino a 40 anni, chiarisce: «Oggi nel tennis conta soprattutt­o il fisico. Ci sono già stati segnali del declino di Roger, ma voglio credere che quello con Millman sia stato solo un incidente di percorso. Però se entro la fine dell’anno perderà un altro paio di match come questo, dovrà pensare seriamente se andare avanti oppure no». Quel dubbio gli era venuto a metà del 2016, l’unica stagione della carriera in cui è andato davvero in crisi. Lui che non era mai stato sotto i ferri, fu costretto a un’operazione a un menisco dopo un infortunio casalingo che provocò tanta tenerezza: «Sono scivolato mentre facevo il bagno alle gemelline». Subentraro­no dei problemi alla schiena, era prostrato e depresso per quella lunga pausa non prevista, lui che da svizzero ha una programmaz­ione maniacale: neppure un titolo vinto (non accadeva dal 2000), fuori per la prima volta dai top 10 dopo 14 anni. Quest’anno ha confessato: “E’ stato il momento in cui sono arrivato più vicino a smettere. Non sapevo se proseguire. E’ stata mia moglie Mirka a convincerm­i. Eravamo soli al ristorante, io le chiesi se valesse la pena continuare. Lei fu determinat­a: «Se ti senti bene, riuscirai a vincere un altro grande torneo e battere chiunque». E così fu. Trionfo immediato agli Australian Open del 2017. Ma la sconfitta di ieri contro il mediocre Millman potrebbe essere la campana dell’ultimo giro? Ha gridato John McEnroe durante la telecronac­a: «E’ la più grossa sorpresa nella storia del tennis». Forse un’esagerazio­ne. Dicono che Federer voglia andare avanti. Ha firmato recentemen­te un contratto ultramilio­nario con il nuovo sponsor tecnico Uniqlo, il brand giapponese che vorrebbe portarlo all’Olimpiade di Tokyo del 2020. In un colloquio post Wimbledon, Michael Luevano, direttore del torneo di Shanghai, ha assicurato che nel 2019 Federer parteciper­à. Supposizio­ni. La «R word» galleggia nell’aria di Flushing. E Roger sa che giocare non più da top player appannereb­be un curriculum carico di gloria.

LA CHIAVE

In 128 precedenti, aveva perso solo una volta da un giocatore fuori dai 50

L’ex n°1 dà la colpa al gran caldo:

«A un certo punto mi è mancata l’aria»

«E’ STATA LA PIÙ GRANDE SORPRESA DELLA STORIA DEL NOSTRO SPORT»

JOHN MCENROE VINCITORE DI 7 SLAM

«IL TEMPO PASSA PER TUTTI: FORSE È ORA CHE ROGER SE NE RENDA CONTO»

BORIS BECKER VINCITORE DI 6 SLAM

«MAI VISTO COSÌ SPENTO, MA I FENOMENI SPESSO SANNO RISORGERE»

PAOLO BERTOLUCCI VINCITORE DI UNA DAVIS

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LA PRIMA VOLTA Roger Federer, 37 anni, alla 18a partecipaz­ione agli Us Open, non aveva mai perso a New York in 40 precedenti contro giocatori posizionat­i oltre il 50° posto della classifica Atp. Afp
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