UN SOLO SISTEMA? LUCIANO SI CAUTELA
Sarebbe comodo il rimpianto continuo per il mancato arrivo di Luka Modric. Un alibi di ferro, come nei migliori gialli. Però la stagione è partita, il croato vince i premi scatenando l’ira di Ronaldo, parlerà della Pinetina con gli amici nerazzurri, in questi giorni di nazionale. Ma non si è staccato dal Real Madrid. Luciano Spalletti così prosegue con le sue prove, modellando l’Inter secondo l’occasione, alternando la disposizione come nelle prime tre giornate di campionato, due con partenze a 4-2-3-1 e una, il pari con il Torino, disegnata con il 3-4-2-1.
Una squadra di personalità non altera il suo disegno tattico per adeguarsi agli avversari. Legge inoppugnabile ma dal risvolto antico. La modernità starebbe invece nell’elasticità, nel saper ricalcare i tratti del nemico: a specchio, si dice. Pareri discordi. Non è questione di vecchio o giovane, le idee nel calcio devono far fruttare l’attualità. Dopo la sosta (e il Parma), l’Inter debutterà in Champions contro il Tottenham. Maurizio Pochettino non è un integralista, però cambia meno di Spalletti: nell’unica uscita stagionale con la difesa a tre ha perso, quando è tornato al 4-2-3-1 o 4-3-3 (dipende da Eriksen), si è rimesso in piedi. Spalletti studia, annota, ascolta. Il gioco lento di Bologna non porta lontano; però si è trasformato in gioco di pazienza, premiato quando è spuntata una crepa tra i reparti dei rivali. Un solo sistema non copre ogni evenienza, Spalletti si cautela.