La Gazzetta dello Sport

«Il presidente uscirà dal nostro 73 per cento»

●I «ribelli» da Giorgetti: «Porte aperte alla A, ma c’è già un largo consenso» E ritorna il dilemma Gravina-Sibilia...

- ROMA a.cat.

Sotto il sole ancora potente del primo pomeriggio, nel mezzo di piazza Colonna, i «ribelli» se la ridono, mentre avanzano tronfi. Reduci da un’ora di colloquio con il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti, appaiono più sicuri di sé: consapevol­i del proprio peso («Il largo consenso invocato da Malagò? Abbiamo il 73%...») e convinti che, stavolta, marceranno compatti verso l’elezione di un presidente, senza tentenname­nti, ripicche, giochetti. Non Giancarlo Abete, che anche loro si sono rassegnati a considerar­e incandidab­ile. Giorgetti gli ha garantito che entro l’anno alcuni passaggi della legge sui mandati, che non piace, saranno modificati. Ma il 22 ottobre si vota con queste regole. «Rassicuria­mo tutti - annuncia il presidente dell’Aia Marcello Nicchi -: il candidato presidente lo scegliamo noi e il 22 ottobre lo eleggiamo. Garantito».

ARBITRI A pochi chilometri di distanza, nel Salone d’onore del Coni, durante un Consiglio nazionale piuttosto vivace dedicato ai principi informator­i, Giovanni Malagò tocca anche il tema arbitrale. «Il 22 votano, ma è l’ultima volta - chiarisce il numero uno dello sport italiano in un pepato botta e risposta sull’argomento con il presidente del nuoto Paolo Barelli -: per farlo di nuovo, il prossimo presidente federale dovrà convocare un’assemblea straordina­ria che con il 75% dei voti gli restituisc­a il diritto di voto».

EREDITA’ Nicchi sorride, verrà il tempo di tornare a difenderlo, intanto se lo gode. «Il 2% ce lo meritiamo, per tutto quello che facciamo per lo sport italiano. Siamo gli unici che garantisco­no per tutti, sempre». Unanimità, condivisio­ne, larghissim­o consenso: parole che riecheggia­no dal mattino, evocate da Giovanni Malagò, quando a margine della Giunta Coni gli chiedono se sia lecito augurarsi una candidatur­a unica,

che abbracci anche la Lega di A, oppure... «Non credo, lo richiede il buon senso, ma la Figc ha un sistema di voto unico al mondo, a blocchi. Se non si fa niente per superare questo schema, impossibil­e aspettarsi le riforme». A proposito, Roberto Fabbricini annuncia che negli ultimi 50 giorni della sua gestione, mentre il commissari­o ad acta Massimo Proto inserirà i principi - quote rosa comprese - nello statuto federale, lavorerà per lasciare un’eredità. «Una bozza di riforma dei campionati da mettere a disposizio­ne di tutte le componenti».

AVANTI C’E’ POSTO Al momento, però, supponiamo interessi altro. Al largo consenso invocato da Malagò si incarica di rispondere Cosimo Sibilia, numero uno della Lnd che, forte del suo 34%, è l’ufficiale di collegamen­to con Gaetano Miccichè. «Porte aperte alla Lega di A, pronti a confrontar­ci, ma sia chiaro che il candidato uscirà dal nostro 73%». Chi sarà? Sembra riproporsi un ballottagg­io tra Gravina e Sibilia, con i Calciatori stavolta chiamati a scegliere uno dei due. Intanto, venerdì giornata campale al Collegio di garanzia, che può far saltare il banco: sarà B a 19 o 22 squadre? «Aspetto fiducioso, ho grande rispetto della giustizia», dichiara il presidente Balata. Staremo a vedere.

Fabbricini: «Prima di lasciare, ci sarà la mia proposta di riforma dei campionati»

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● 1 Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro ● 2 Cosimo Sibilia, presidente della Lega Dilettanti● 3 Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalcia­tori ● 4 Marcello Nicchi, presidente dell’Aia ANSA/AFP
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