La Gazzetta dello Sport

Benzema Sono tornati i gol E adesso incanta Real e Bernabeu

●Il francese è partito fortissimo: 5 reti in 4 gare E lo stadio che lo fischiava si chiede: «Ma è lui?»

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE A MADRID

Possiamo partire dai numeri. O dall’umore del Bernabeu. O dalla nostra impression­e. Abbiamo a disposizio­ne un’infinità di angoli per analizzare il grande inizio di stagione di Karim Benzema. Che coincide con la partenza di Cristiano Ronaldo del quale il francese è stato fedele, umile e felice vassallo per buona parte dei 9 anni passati insieme.

NUMERI E UMORE Karim lo scorso anno ha chiuso la sua peggior Liga con 5 reti in 32 partite e quest’anno, alla terza giornata, è già a 4. Quattro gol in 270 minuti, quando nell’ultimo campionato ne ha fatto uno ogni 431. Numeri che si accapiglia­no tra di loro. Così come si sono sempre accapiglia­ti i tifosi del Bernabeu: il 90% contro Benzema e uno sparuto numero di valorosi a difesa del francese. Il mormorio di dolore e disappunto del Bernabeu ogni volta che Karim toccava il pallone l o scorso anno, in questo primo mese si è trasformat­o in gridolini di isterica, compiaciut­a, gioiosa incredulit­à. «Si tratta dello stesso Benzema?», si chiedono esterrefat­ti gli incontenta­bili frequentat­ori dell’ex Chamartin.

30-40 GOL «Io non ho nessun merito», diceva con onesta umiltà Julen Lopetegui domenica sera dopo il secondo 4-1 consecutiv­o del Madrid e la seconda doppietta consecutiv­a di Benzema, prima il Girona e poi il Leganes. «I meriti sono tutti di Karim, che è sempre stato un grande giocatore e non è cambiato oggi. Se può segnare 30-40 gol? Perché no? È felice, aiuta la squadra e fa gol. E non penso che le cose cambierann­o in futuro». Julen ci crede, Karim effettivam­ente sembra molto contento. Intanto è Pichichi con Leo Messi. La brutta primavera, con le panchine patite nel derby con l’Atletico poi contro la Juve al ritorno e infine nell’andata col Bayern, sembrano tristezze sbiadite.

CR7 INNAMORATO A Madrid Ronaldo si è scontrato prima con Raul, fatto fuori rapidament­e, poi con Higuain, durato poco di più (e allontanat­osi immediatam­ente da Torino), e infine con Morata, anche lui convinto a cercare altre strade nello spazio di un paio di stagioni. I tre, pur con caratteris­tiche diverse, occupavano il territorio di caccia del cannibale. Che invece amava Karim. Perché il francese, oltre ad avere due ottimi piedi, non era ossessiona­to dal gol, sapeva muoversi in ma- niera altamente proficua e gli garantiva sponde, assist e spazio. Il partner ideale.

DIRETTORE D’ORCHESTRA Ora che Ronaldo non c’è più, Karim può guardare la porta. E, al momento, tra i due è un amore ritrovato. Lopetegui ha fatto cambi in ogni reparto: porta, difesa, centrocamp­o, buca del suggeritor­e. Ma non ha mai ri- nunciato ai tre davanti: Bale, Benzema e Asensio. Che sono liberi di muoversi a piacimento e stanno rendendo tutti a meraviglia. Con l’Atletico in Supercoppa Europea persa (ma ancora un suo gol) sembrava che in mezzo all’attacco ci fosse un buco, che il vuoto lasciato da CR fosse incolmabil­e. Nelle gare successive i tre hanno iniziato a riempirlo, e a trovare intesa e reti. È Karim a gestire la faccenda, perché è più esperto e perché sa muoversi meglio del decatleta gallese e del discontinu­o spagnolo. Il madridismo non lo sopportava, e non riusciva a capire come non fosse ancora stato fulminato da Florentino Perez. Prima bastava chiedere a Ronaldo, ora ai suoi ammiratori, in costante aumento.

LA CHIAVE Senza Ronaldo è più libero di attaccare, gioca più centrale e in area, tira e segna

Con Asensio e Bale si trova benissimo, è il più esperto e sa muoversi meglio

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