Benzema Sono tornati i gol E adesso incanta Real e Bernabeu
●Il francese è partito fortissimo: 5 reti in 4 gare E lo stadio che lo fischiava si chiede: «Ma è lui?»
Possiamo partire dai numeri. O dall’umore del Bernabeu. O dalla nostra impressione. Abbiamo a disposizione un’infinità di angoli per analizzare il grande inizio di stagione di Karim Benzema. Che coincide con la partenza di Cristiano Ronaldo del quale il francese è stato fedele, umile e felice vassallo per buona parte dei 9 anni passati insieme.
NUMERI E UMORE Karim lo scorso anno ha chiuso la sua peggior Liga con 5 reti in 32 partite e quest’anno, alla terza giornata, è già a 4. Quattro gol in 270 minuti, quando nell’ultimo campionato ne ha fatto uno ogni 431. Numeri che si accapigliano tra di loro. Così come si sono sempre accapigliati i tifosi del Bernabeu: il 90% contro Benzema e uno sparuto numero di valorosi a difesa del francese. Il mormorio di dolore e disappunto del Bernabeu ogni volta che Karim toccava il pallone l o scorso anno, in questo primo mese si è trasformato in gridolini di isterica, compiaciuta, gioiosa incredulità. «Si tratta dello stesso Benzema?», si chiedono esterrefatti gli incontentabili frequentatori dell’ex Chamartin.
30-40 GOL «Io non ho nessun merito», diceva con onesta umiltà Julen Lopetegui domenica sera dopo il secondo 4-1 consecutivo del Madrid e la seconda doppietta consecutiva di Benzema, prima il Girona e poi il Leganes. «I meriti sono tutti di Karim, che è sempre stato un grande giocatore e non è cambiato oggi. Se può segnare 30-40 gol? Perché no? È felice, aiuta la squadra e fa gol. E non penso che le cose cambieranno in futuro». Julen ci crede, Karim effettivamente sembra molto contento. Intanto è Pichichi con Leo Messi. La brutta primavera, con le panchine patite nel derby con l’Atletico poi contro la Juve al ritorno e infine nell’andata col Bayern, sembrano tristezze sbiadite.
CR7 INNAMORATO A Madrid Ronaldo si è scontrato prima con Raul, fatto fuori rapidamente, poi con Higuain, durato poco di più (e allontanatosi immediatamente da Torino), e infine con Morata, anche lui convinto a cercare altre strade nello spazio di un paio di stagioni. I tre, pur con caratteristiche diverse, occupavano il territorio di caccia del cannibale. Che invece amava Karim. Perché il francese, oltre ad avere due ottimi piedi, non era ossessionato dal gol, sapeva muoversi in ma- niera altamente proficua e gli garantiva sponde, assist e spazio. Il partner ideale.
DIRETTORE D’ORCHESTRA Ora che Ronaldo non c’è più, Karim può guardare la porta. E, al momento, tra i due è un amore ritrovato. Lopetegui ha fatto cambi in ogni reparto: porta, difesa, centrocampo, buca del suggeritore. Ma non ha mai ri- nunciato ai tre davanti: Bale, Benzema e Asensio. Che sono liberi di muoversi a piacimento e stanno rendendo tutti a meraviglia. Con l’Atletico in Supercoppa Europea persa (ma ancora un suo gol) sembrava che in mezzo all’attacco ci fosse un buco, che il vuoto lasciato da CR fosse incolmabile. Nelle gare successive i tre hanno iniziato a riempirlo, e a trovare intesa e reti. È Karim a gestire la faccenda, perché è più esperto e perché sa muoversi meglio del decatleta gallese e del discontinuo spagnolo. Il madridismo non lo sopportava, e non riusciva a capire come non fosse ancora stato fulminato da Florentino Perez. Prima bastava chiedere a Ronaldo, ora ai suoi ammiratori, in costante aumento.
LA CHIAVE Senza Ronaldo è più libero di attaccare, gioca più centrale e in area, tira e segna
Con Asensio e Bale si trova benissimo, è il più esperto e sa muoversi meglio