ItalToro Fino a 7 azzurrabili insieme in campo Mazzarri sposa la linea Mancini
●Il tecnico ne ha impiegati il 54% contro una media del 39%: una risorsa in chiave azzurra
Nasce come un’idea, piano piano è cresciuta al punto da diventare una realtà, potrà evolvere come un prezioso laboratorio, visto il bacino sempre più ristretto dal quale la Nazionale può pescare. Per chi non se ne fosse ancora accorto, il primo assaggio di campionato ci ha consegnato un Torino dalla struttura e dall’identità molto italiana. Se vi va, chiamatelo pure «ItalToro». E non ci sarebbe una sola parola fuori posto. Lo suggeriscono i numeri: tra le squadre della fascia medio-alta della nostra Serie A, nessun club ha così fortemente concentrato il progetto tecnico intorno all’impiego dei calciatori italiani. Rileggere per credere i tabellini delle prime 3 giornate di campionato: Mazzarri ha stabilmente schierato 6 italiani nell’undici di partenza, impiegandone a partita in corso contemporaneamente anche 7 con la Spal. E potrebbero diventare 8 i potenziali titolari del Toro convocabili in azzurro. In questo ragionamento non entrano solo valutazioni di quantità, è anche una discorso concentrato sulla qualità: le chiamate di Mancini del mini blocco granata, con le convocazioni di Sirigu, Belotti e Zaza in Nazionale, sono la certificazione che il Filadelfia inizia a somigliare a un laboratorio con vista su Coverciano.
PERCENTUALI RIBALTATE
E allora, i numeri prima di tutto. Nei primi 3 turni di Serie A Mazzarri ha disegnato le formazioni del Toro intorno a un solido blocco italiano. Sono stati, sempre, almeno 6 gli italiani in campo: dal capitano Belotti al portiere Sirigu, passando per i difensori
Izzo e Moretti, De Silvestri sulla destra, Baselli a centrocampo. Le recenti strategie di mercato hanno poi arricchito il patrimonio di «azzurrabili» grazie agli arrivi di Soriano, diventato già un titolare aggiunto e partito dal primo minuto 2 volte su 3 (a Milano con l’Inter e in casa con la Spal), e con l’innesto di Zaza che nel suo ridotto minutaggio in granata (22’) sconta il fatto di essere stato l’ultimo acquisto dell’estate. Ma Simone ha già raccolto il primo gettone di questa stagione in Nazionale. Nell’ultima giornata di campionato solo il Frosinone (8), il Parma e l’Empoli (7) hanno superato il Toro nella classifica degli italiani schierati al prontivia. Parliamo di 3 neopromosse, con obiettivi e investimenti non paragonabili al Torino. Tra le società con maggiore tradizione e nobiltà della A, il Toro è di gran lunga la società che ha puntato di più sugli italiani.
Tutte le altre sono lontane anni luce dai 6/8 italiani avuti in campo dal Toro. Così, se in Serie A la percentuale degli italiani impiegati è di poco superiore al 39%, il Toro con il suo 54% di italiani in campo ha fatto il vuoto, ribaltando tutte le statistiche.
GLI OCCHI DEL MANCIO E allora non sarà stato certo un caso se il c.t. Mancini abbia visto per due volte su tre il Toro dal vivo: è accaduto prima per il debutto con la Roma all’Olimpico Grande Torino, è successo di nuovo a San Siro con l’Inter. Nel nuovo progetto azzurro ci sarà e potrà esserci una bella macchia granata: Sirigu e Belotti rappresentano due certezze per il Mancio, Zaza è l’uomo da recuperare dopo l'euro-delusione con la Germania. Se Baselli non si fosse infortunato al ginocchio, sarebbe stato anche lui nel lotto dei convocati. Sotto
osservazione di Mancini c’è poi anche il difensore Izzo: non ha strappato l’azzurro a questo giro, ma le sue ottime prestazioni con Roma e Inter non sono passate inosservate. Se ne riparlerà. E occhio a De Silvestri e a Soriano: per entrambi a Coverciano sono arrivate relazioni positive, soprattutto per Soriano si attende che raggiunga il top della forma per valutarlo con attenzione. Senza dimenticare i giovani: in questi giorni, l’esterno Parigini è con l’Under 21, il difensore Buongiorno (prodotto del vivaio del Toro, ora in prestito al Carpi) con l’Under 20, le punte Millico e Rauti con l’Under 19. La Torino granata lancia quindi un segnale in controtendenza proprio mentre Mancini pone l’accento sui pochi italiani in Serie A. Quel cielo sempre più azzurro sopra il Filadelfia non è proprio niente male.