La carta Abodi per la svolta in Federcalcio
Il presidente del Credito Sportivo, già a capo della B, piace alla Lega di A e in passato è stato sostenuto da Aic e Lega Pro
Almeno su una cosa le tante e litigiose anime del calcio italiano potrebbero essere d’accordo: alla fine (si spera) di un’estate caotica che più caotica non si può, servirebbe un po’ di pace. E di un presidente della Figc che unisca e non divida, capace di superare il solito scenario, con componenti e leghe inchiodate alle loro granitiche posizioni e incapaci di mischiare le carte alla ricerca di una soluzione. Per questo, sui tavoli che contano della sfida del 22 ottobre, la ricerca di questo profilo è aperta. Un profilo che potrebbe rispondere alla storia di Andrea Abodi, apprezzato presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, ex numero 1 della Lega B, candidato sconfitto di misura (45,97 per cento dei voti) un anno e mezzo fa con diffusi riconoscimenti (e forse con qualche rammarico) anche da chi gli preferì Tavecchio. TRASVERSALE In realtà Abodi non ha sponsor dichiarati, e a quanto sembra neanche riservati. E questo limite potrebbe diventare un vantaggio. Insomma, il suo nome è in grado di provare a superare quel dualismo «Ribelli» (Lega Pro, Dilettanti, Assocalciatori, Aia) -Resto d’Italia (Lega A, Lega B, Aldella lenatori) in cui i primi sono nettamente in vantaggio, ma faticano a trovare un candidato e rischiano di impantanarsi nella «sindrome da 29 gennaio», le ultime elezioni, quando non si misero d’accordo e consegnarono il pallone al commissario. Abodi è apprezzato sia fra i club professionistici, sia fra quelli Lega dilettanti tanto che anche i rapporti con Cosimo Sibilia sono buoni. Il tema stadiimpianti è un territorio da dove passano un po’ tutti e nel quale è stata riconosciuta la preparazione e il dinamismo di Abodi. E se Sibilia optò per Tavecchio, non va dimenticato che i suoi grandi elettori di quel 6 marzo 2017 furono proprio Gabriele Gravina e Damiano Tommasi (con cui Abodi ha recentemente firmato la convenzione AicCredito Sportivo).
LA POLITICA Pure sul fronte politico, Abodi non è messo male. Ha saputo diventare un manager stimato trasversalmente fino al punto che il decreto della sua nomina alla guida del Credito Sportivo ha tagliato il traguardo con il centrosinistra e Luca Lotti al ministero dello Sport, passando però alla Camera con tutti voti favorevoli e due astensioni. Si sa che il sottosegretario vigilante Giancarlo Giorgetti lo apprezza, come il presidente del Coni Giovanni Malagò. In ogni caso il nome di Abodi avrebbe un senso solo in caso di...pace. Insomma, fuori da una logica di blocco contro blocco. Lo stesso potrebbe dirsi per Beppe Marotta, spinto a candidarsi alla presidenza da alcuni club di A e B . Con l’idea che l’amministratore delegato della Juventus possa essere un altro potenziale «pacifista» per uscire dal caos.