MISANO: È DUCATI LORENZO POLE-RECORD ANCHE DOVIZIOSO C’È
●Jorge in pole a Misano davanti a Miller, Viñales scalza Dovi da una prima fila tutta rossa
Quegli occhi verdi che brillano di felicità, raccontano più di tante parole le emozioni che agitano Jorge Lorenzo. In un giorno magico per la Ducati, che solo all’ultimo si vede rovinare il capolavoro di una prima fila tutta rossa dall’incursione di Maverick Viñales, che piazza la Yamaha tra la GP17 colorata Pramac di Jack Miller («Il podio? Magari! Mi sento bene, ho un gran passo e ci provo») e l’altra GP18 ufficiale di Andrea Dovizioso, il maiorchino si prende la scena dipingendo il giro perfetto di Misano. Anzi, i giri, perché in una qualifica serrata che vede i primi 8 in mezzo secondo, Jorge è il solo capace di scendere, e ben due volte, sotto il vecchio primato che già gli apparteneva. «Un tempo spettacolare. Il primo giro, a freddo, è stato ancor più speciale, ma il secondo è stato così veloce che la gente potrebbe pensare che abbia saltato la chicane» gongola Jorge.
VICINISSIMI Ducati doveva essere, dopo un venerdì rosso, e Ducati è stata, in una qualifica divertente ed emozionante, col consueto show di quell’acrobata di Marc Marquez che deve accontentarsi del 5° posto ma che, con una gran Honda, oggi partirà per regalare un dispiacere al popolo di Valentino Rossi, 7° nel sandwich di Cal Crutchlow e Danilo Petrucci («Non posso essere felice per la posizione, ma voglio chiudere nei 5»), ma a meno di un decimo dalla prima fila. «Sarà una gara complicata. Marquez ci sarà, come sempre. E anche la Yamaha – è la previsione di Gigi Dall’Igna, d.t. della rossa -. La pole di Jorge? Mi interessa relativamente. È un punto di partenza, ma non le do gran significato. Sai che non so neanche se la Ducati ne abbia mai fatta una qui?». Ne ha fatte due, con Casey Stoner, nel 2007 e nel 2008. Una vita fa, così come ne sono passati di anni - 5, Australia e Giappone 2013 -, da quando Lorenzo aveva realizzato due pole consecutive. Ma quello che si è sbloccato al Mugello, nello stesso weekend della firma con la Honda, è un Lorenzo che ha ormai in mano la Desmosedici. «Al Mugello e Montmelò non ero ancora arrivato a capire il livello della moto. Che è difficile e speciale - riconosce il maiorchino -. Ma la GP18 ora è molto completa, Dall’Igna e tutti gli ingegneri hanno fatto un gran lavoro». «Gigi ha fatto di tutto per lui, per accontentarlo. Ma l’ultima parte ce l’ha messa la testa di Jorge – è l’analisi di Cristian Gabarrini, suo ingegnere di pista -. Ora guida
HO FATTO UN BUON GIRO, IL 2° POSTO È SOLO A UN DECIMO. CHE PECCATO VALENTINO ROSSI TERZA FILA CON LA YAMAHA
IO E JORGE SIAMO ENTRAMBI FORTI. UNA STRATEGIA? PROVATECI VOI... ANDREA DOVIZIOSO DUE VITTORIE NEL 2018
la Ducati non come se fosse una Yamaha, ma come piace a lui».
DUCATISTA SEMPRE Passano le gare, aumenta la sintonia tra Jorge e la GP18, e crescono i rimpianti. E anche se da professionista Lorenzo fa slalom tra le emozioni, sapere che tra due mesi andrà via non lo lascia indifferente. «Io della Ducati non posso dire niente di male, tranne la mancanza di fiducia nei miei confronti a un certo punto: si erano dimenticati il buono che avevo fatto, e per questo il mio valore era sceso. Però mi hanno sempre trattato bene e io mi sentirò sempre un po’ ducatista anche quando sarò in un’altra squadra. Da parte mia, ho sottovalutato la difficoltà di passare dopo tanti anni da una moto perfetta a una completamente diversa».
MA CHE ACCORDO Partirà volpe, oggi Lorenzo, ma la muta dei cani alle sue spalle non è disposta a concedergli la fuga, specialità della casa. A cominciare da Dovizioso: «Siamo veloci – spiega Andrea -. Jorge potrebbe tentare la fuga e noi dovremo metterci senza piloti in mezzo. Concordare una strategia? Provateci voi (ride; n.d.r.). Compagno o no, siamo forti entrambi, la Ducati non può dare ordini, ognuno farà la sua corsa».