La Gazzetta dello Sport

Si cambia Rischiamo troppo Ora una mediana più protettiva

●Jorginho fatica, le mezzali non brillano: serve ritmo (Barella, Benassi) o un sistema «a due»

- Fabio Licari

Si fa prima a dire dove non ci sono problemi. In porta, visto l’ultimo Donnarumma e la panchina lunga. Al centro della difesa, dove la coppia Bonucci-Chiellini resta il meglio in circolazio­ne. E a sinistra dell’attacco, con questo Chiesa al quale non si può più rinunciare. Non abbiamo Ronaldo ma se c’è uno buono non è il caso di fare esperiment­i: in campo e via, con l’incoscienz­a dei suoi vent’anni. Il resto è da rivedere, aggiustare, adattare.

QUALE MEDIANA Il buco nero più profondo è a centrocamp­o. Jorginho fatica in un 4-3-3 senza i meccanismi del Napoli o la qualità del Chelsea, e in più non protegge la difesa. Serve per lui una squadra che faccia possesso e conquisti il predominio territoria­le con mille passaggi. Il contrario di questa Italia ancora senza identità. Non c’erano punti di riferiment­o contro la Polonia: Gagliardin­i tanta volontà e poco altro, Pellegrini fuori posizione (e tanto altro), Bonaventur­a mezzala adattata in una mediana in cui, con Jorginho, servirebbe­ro più muscoli.

UN PLAY O DUE CENTRALI Ma non ci sono molte alternativ­e all’italobrasi­liano: un pivot alla De Rossi (e all’orizzonte Gagliardin­i e Mandragora); un play basso incompiuto come Verratti, che però avrebbe problemi simili; la mediana a due, in un 4-2-3-1 nel quale Jorginho può convivere con un mediano alla Gagliardin­i. E poi c’è Cristante: gioca poco anche lui, era un play, chissà. Nessuna soluzione è ideale ma, con il bel progetto del c.t. di attaccare a costo di rischiare, stiamo... rischiando tanti contropied­e.

GLI ESTERNI Altro problema: gli esterni bassi. Gli errori di Biraghi e la timidezza di Zappacosta hanno aggravato la situazione: ma con Florenzi, Conti, Spinazzola, Darmian, De Sci- glio avremo più soluzioni. Qui al momento c’è Criscito. Non benissimo neanche al centro dell’attacco, con Balotelli su di peso e giù di giri: ora tocca a Belotti che all’inizio del ciclo Ventura aveva dato il meglio.

DUE IDEE Non che Mancini possa inventarsi miracoli, anche per quelli Geppetto aveva il legno adatto, ma qualcosa va fatto in tempi relativame­nte brevi. L’Euro 2020 è l’obiettivo, ma la Nations non può diventare una condanna, con quella ghigliotti­na della retrocessi­one. Se la squadra è questa, serve almeno un gioco semplice e intuitivo che possa essere interpreta­to da tutti. In Nazionale non è facile: l’Italia di Conte acquistò un’identità nel mese dell’Europeo, qui ci sono allenament­i sparsi. Il discorso vale anche per gli altri, anche se tra le grandi o presunte tali nessuna deve ricostruir­e come noi.

IN PORTOGALLO La partita con la Polonia in casa era, in teoria, la più facile. Adesso c’è il Portogallo che non ha CR7 ma, proprio per questo, potrebbe «liberarsi» dall’obbligo di vivere in stato d’assedio per far partire il fenomeno in contropied­e, unica tattica vista al Mondiale: ha più tecnica sulle fasce (Cancelo, Bernardo Silva), più potenza in mezzo (Carvalho), un gioco consolidat­o. A noi serve dinamismo: nel 4-3-3 almeno uno tra Benassi e Barella sarà utile; nell’eventuale 4-2-3-1 si può pensare a una mediana più difensiva per proteggere una linea di trequartis­ti con Chiesa, Bernardesc­hi e Bonaventur­a.

E INSIGNE? La parola trequartis­ti evoca un altro caso: Insigne. Abbiamo criticato Ventura, ma ora il napoletano sta facendo di tutto per dare ragione all’ex c.t. con partite mai da leader e uomo-squadra. Il confronto con Chiesa (che gli è subentrato) è stato spietato. Il poter giocare solo a sinistra nel 43-3 un limite gravissimo. Ma le risposte può darle soltanto lui.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy