CHIESA E SIMEONE, FIRENZE DÀ L’ESEMPIO
Cristiano Ronaldo e Higuain sono ancora a secco in campionato, ma Juve e Milan giustamente non si preoccupano: CR7 e il Pipita presto torneranno a fare il loro mestiere. A primavera li troveremo a lottare per il primato nella classifica dei cannonieri. La novità, piuttosto, è nella crescita di alcuni giovani attaccanti. Un altro segnale di ricchezza che accompagna i primi passi del nostro campionato. Gli squilli più importanti sono arrivati, durante le ultime amichevoli delle nazionali, da Giovanni Simeone, a segno al suo debutto come centravanti titolare della Seleccion, e da Federico Chiesa, protagonista della rimonta azzurra contro la Polonia. Figli d’arte e compagni di squadra nella Fiorentina. Certo, il Guatemala è un rivale modesto, ma il Cholito ha superato alla grande un esame delicato. L’Argentina ha fior di bomber in giro per il mondo. Ma lui, rispetto a compagni più famosi e con una storia più importante alle spalle, ha la capacità di sapersi mettere al servizio della squadra, che si chiami Fiorentina o Argentina. Una qualità che ha colpito anche il Re Leone Batistuta, che considera il Cholito una specie di figlioccio. Non ha scaraventato palloni in rete, ma ha fatto la differenza anche Federico Chiesa. Il gioiello viola è entrato in campo in un momento di difficoltà dell’Italia di Mancini. Ha dato la scossa conquistando anche il rigore trasformato da Jorginho. Di Chiesa colpisce la personalità con la quale sfida gli avversari, quella piacevole incoscienza che dimostrò fin dal suo debutto in A, con la Juve a Torino.
Insomma, in serie A non si vive di solo Ronaldo. Certo, come ha invocato il nuovo c.t., ci vorrebbe ancora più coraggio con i giovani. In questo senso l’esempio della Fiorentina è importante. Simeone e Chiesa sono due simboli della nuova sfida dei Della Valle. Alla faccia dell’età hanno talento, fame e ambizione. E con i loro gol, i loro assist e il loro entusiasmo hanno fatto della squadra di Pioli, la più giovane in A, una delle novità più intriganti di questo inizio di torneo. Un modello da imitare. La stessa Roma sta cercando di andare oltre i gol del solito Dzeko. L’investimento sul giovane Kluivert (altro figlio d’arte come Simeone e Chiesa) è una sfida coraggiosa di Di Francesco e Monchi. Con i ragazzi ci vuole pazienza, spesso si devono accettare anche improvvisi passi indietro, ma la qualità dei nostri nuovi bomber è un formidabile punto di partenza. E non è finita.
La voglia di investire sui giovani e di sperimentare accompagna il sorprendente Sassuolo di De Zerbi, un allenatore che non ha paura di rischiare. Anche una realtà di provincia può permettersi di offrire un progetto tattico così offensivo. Sarà un caso, ma la nuova filosofia del Sassuolo ha subito riportato alla ribalta Berardi, che era e resta uno dei nostri più grandi talenti in attacco. Qualcosa si sta muovendo, per la gioia di chi sogna un campionato spettacolare, e di Roberto Mancini, che ha bisogno di vedere crescere in fretta la sua meglio gioventù. Non si può aspettare in eterno che Balotelli diventi il trascinatore dell’attacco azzurro.