La Gazzetta dello Sport

Il marchio Inter pesa: +100% in un anno nel nome di Zhang

●Valore del brand in salita: riflessi sul passaggio delle quote Thohir

- Davide Stoppini MILANO

ici: non fa gol. E invece non è proprio così. Perché se il nome Inter moltiplica il suo valore, il riflesso sul campo diventa quasi automatico: troppo semplice tradurre tutto con l’esempio Modric? Spiegava Luciano Spalletti in tempi non sospetti: «Siamo tornati appetibili, oggi ci sono grandi calciatori che vogliono venire a giocare qui». E allora mettiamola così: c’è già un’Inter che vale gli ottavi di Champions League. Poi si capirà cosa accadrà sul campo nel girone con Barcellona, Tottenham e Psv Eindhoven. Nell’attesa, alla gara s’è iscritto il 13° club in Europa per valore del brand. Trecentott­antanove milioni di euro, il doppio rispetto al 2017, più del triplo dell’ultimo dato riferibile all’era Thohir. Ogni società ha i suoi numeri, certo, da far valere nelle sedi opportune. Ma in campo finanziari­o, oltre che in quello del marketing, l’agenzia «Brand Finance» è un riferiment­o riconosciu­to: nel settore calcistico ogni anno stila la classifica dei club con i valori dei relativi marchi, con numerosi parametri che spaziano dal numero di tifosi (virtuali e non) ai risultati sportivi, dagli spettatori agli sponsor canalizzat­i all’interno della società, fi- no alla quantità di calciatori di livello internazio­nale presenti in rosa.

SCENARI L’Inter del gruppo Suning ha una marcia da Champions. Per dire: un anno fa era 28a, ora molto più vicina alla Juventus 11a, anche se ancora lontana anni luce dai club inglesi. Il Tottenham, rivale tra 9 giorni, è decimo con 626 milioni di valore. L’incremento nerazzurro però è da record: valore esattament­e raddoppiat­o, solo il Lipsia in Europa è cresciuto di più. Che cosa significhi nella pratica, è semplice da raccontare. Oggi in Europa s’affaccia una squadra inesperta per la maggior parte dei suoi giocatori, ma non certo sprovvedut­a dal punto di vista economico-finanziari­o. La crescita del marchio è un valore che, abbinato all’uscita dal fair play finanziari­o del 2019, fa immaginare scenari positivi anche in ottica calciomerc­ato. Il cambio di passo dell’Inter è ancor più evidente se parametrat­o a quanto (poco) fatto nell’era Thohir. E la cosa finisce per pesare anche nella trattativa – tuttora in corso, al netto delle parole di chiusura delle ultime ore – per il 31% ancora nelle mani dell’indonesian­o. Non c’è accordo sulla valutazion­e delle quote, nonostante il lavoro dei legali. E uno dei nodi ruota proprio attorno alla rivalutazi­one del brand nerazzurro. Perché Zhang vuole far pesare quanto fatto sul mercato cinese (e non) in sede di trattativa. Mentre Thohir ha intenzione di vendere parte di un prodotto assai diverso, assai più prezioso dei 385 milioni di euro che fu valutata (al netto dei debiti) l’Inter nel 2016. Va trovato l’incastro, ovvio. Nell’attesa il club cresce. E ragiona già da Champions.

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GETTY DZhang Jindong, 55 anni, azionista di maggioranz­a dell’Inter

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