Dzemaili dà la spinta «Bologna, ora osa Un gol e gira tutto»
●Lo svizzero analizza l’avvio negativo: «Serve più faccia tosta: con Inzaghi ne usciremo»
Una seduta dal dottor Blerim. Che ne ha viste, e vissute, tante. Che ha una terapia collettiva per questo Bologna ingolfato, anche e soprattutto nel senso di gol fatti (zero). «Ne parlavo anche l’altro giorno con Inzaghi - dice Dzemaili -: questa squadra lavora bene e forte. Deve solo, e unicamente, liberarsi la testa. Deve avere la mente più free, libera. E più faccia tosta». Sul lettino del capitano, il Bologna lavora per recuperare la bellezza momentaneamente sfiorita.
Blerim, la città è un po’ pessimista sul Bologna. Risposta?
«Capisco che quando i risultati non arrivano ci si abbatte, ma il pessimismo non l’ho mai sopportato. Porta rogne. E fa male».
Quanto la fanno arrabbiare situazione e classifica?
«Moltissimo. Perché prendi un palo al 95’ con la Spal, perché fino al 70’ l’Inter non ti fa un tiro nello specchio. Poi abbiamo sbagliato, sia chiaro, ma anche creato».
Oddio: gli attaccanti non tanto, i centrocampisti hanno concluso ma senza... mirino.
«E questo significa che i cosiddetti inserimenti funzionano. E il lavoro degli attaccanti non va sottovalutato: aprono a chi viene da dietro. Destro? Deve stare tranquillo. Santander? Si è già inserito, lo vedrete. Il calcio è una ruota che gira: ne usciremo. Ma ripeto: ci vuole mente libera e più faccia tosta. Dobbiamo cercare di osare maggiormente».
E’ pronto a giocarsi la fascia per promettere la salvezza?
«Alla fascia ci tengo ma non l’ho mai vista come un’ossessione. Il discorso è un altro: se alla fine dell’andata saremo in questa situazione
GLI INIZI IN SVIZZERA Dzemaili esordisce tra i professionisti nella stagione 2003-2004, a 17 anni, nello Zurigo, in Svizzera. In carriera ha giocato in seguito con Bolton, Torino, Parma, Napoli (in cui ha vinto due volte la Coppa Italia), Galatasaray, Genoa e Montreal Impact in Canada.
A BOLOGNA
In maglia rossoblù lo svizzero di origine albanese è alla terza stagione: in quella 2016-’17 ha accumulato 33 presenze e realizzato 9 reti, in quella successiva (rientrato dalla parentesi Montreal Impact) ha chiuso l’annata con 15 gare e una rete e in quella appena iniziata ne vanta 4 con un acuto in Coppa Italia contro il Padova. parleremo di salvezza, ora no. A cominciare dalla gara di Genova: ci giochiamo una bella fetta di campionato».
Che voto si darebbe fino a oggi?
«Ho fatto un errore imperdonabile contro il Frosinone. E siccome vengo valutato anche dai gol...».
A Napoli ne fece 15 in 2 anni, quest’anno ha segnato al Padova in Coppa Italia: perché questo buio in zona-gol per tutti?
«Siamo sotto le nostre aspettative. Nostre e dei tifosi. E lo dico anche alla squadra, oltre che a me stesso. Dobbiamo crescere, le statistiche dicono che siamo la squadra che nelle prime tre giornate ha corso di più... Io trequartista come con la Svizzera? Devo dire che ho giocato lì varie volte ma non è un ruolo che mi fa impazzire: preferisco stare più nel vivo, da mezzala».
Parentesi... Svizzera: fece anche lei l’esultanza dell’aquila?
(sorride) «No, io no. Il problema è che magari qualcuno doveva evitare di dire una certa cosa provocatoria il giorno prima della gara contro la Serbia: mi riferisco a un ministro serbo. Insomma: potevano evitare la multa e quel politico la frase».
E certe frasi che si leggono sul web circa la sua storia matrimoniale quanto le danno fastidio?
«I fatti miei restano tali. E ognuno si faccia la sua vita. Io ho chiesto di tornare a Bologna, e Saputo si è rivelato fantastico, per poter stare con mio figlio. E potrei anche chiudere la carriera qui, se non mi cacciano».
E chi può essere escluso dall’Olimpo-Champions in Serie A?
«Prima del k.o. contro la Samp avrei detto che l’anti-Juve era il Napoli. Il problema principale, però, è che ha perso il cuore della città: Reina. L’Inter si è rinforzata, la Roma si è indebolita e il Milan almeno sta cercando di fare un gioco divertente».
E Pippo Inzaghi?
«E’ appassionato, la sua grinta ci risolleverà, sta facendo il lavoro con il cuore, dà impulsi positivi. Basta un gol e cambia tutto». SULL’ALLENATORE INZAGHI
DESTRO DEVE STARE TRANQUILLO SANTANDER SI È INSERITO BENE
BLERIM DZEMAILI / 1 SUGLI ATTACCANTI ROSSOBLÙ
IL NOSTRO TECNICO HA TANTA GRINTA E LAVORA CON IL CUORE
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