Nibali continua a migliorare Aru grintoso
● Gran lavoro dello Squalo, mentre Fabio perde 39” ma risale: è 13°
Nibali s’allena e poi si rialza. Aru soffre, tiene duro e sale di quattro posizioni in classifica. La tappa degli italiani può essere riassunta così. Lo Squalo, giorno dopo giorno, mostra segnali di miglioramento. Ieri si è visto più volte in testa al gruppo. In piedi sulla sella per rilanciare l’azione in salita, avambracci appoggiati per essere più aerodinamico in pianura. Un allenamento di altissima qualità di circa un’ora, dall’Alto de la Mozqueta, gpm di 1a categoria, fino a 8,5 km al traguardo. Tanto che un operatore in moto della tv spagnola, contravvenendo in modo bonario alle regole, a un certo gli ha urlato: «Vamos campeon». Oggi può darsi che si metta ancora alla prova, poi domani ci sarà il riposo. Martedì la crono di Torrelavega sarà per lui un’altra giornata di relativa calma. Non la farà di certo «a tutta». Le tappe dove Nibali proverà il colpaccio sono già segnate, e sono quelle di Andorra.
RAMPE FINALI Aru, invece, sebbene non possa lottare per la vittoria, non si arrende e tiene d’occhio la classifica. Ieri, sulle durissime rampe finali, è salito regolare perdendo altri 39” da Yates ma risalendo di quattro posizioni nella generale. Ora è 13° a 3’26”. «Sinceramente stavo meglio rispetto ai giorni scorsi – dice il sardo della Uae-Emirates –. Per ora posso essere contento con queste sensazioni perché davvero è stata una giornata migliore rispetto alle precedenti e questo fa bene anche al morale».
VALORE Aru, pur se non certo al top della forma, è un corridore da difendere per il suo valore. Però qualcuno, vista l’attuale condizione, mette in dubbio la sua utilità al Mondiale. La tesi è che Fabio non abbia le caratteristiche per correre in appoggio al capitano e, così come sta ora, non possa essere neppure un vincente. Memoria corta perché a Rio, all’Olimpiade, Fabio fece un lavoro egregio per Vincenzo. E questo è un valore che il c.t. Davide Cassani tiene in grande considerazione: «So benissimo cosa mi può dare e per me non è assolutamente in discussione. E anche lui sa cosa voglio, cosa gli chiedo e quale sarà il suo compito. Comunque non lo vedo neppure così male di condizione». Poi, in fin dei conti, non è che le possibili alternative di Fabio siano meglio o vadano più forte. Non sarà al top, ma alla fine qui alla Vuelta resta pur sempre il migliore dei nostri in classifica.