La Gazzetta dello Sport

Tecnica e tanta difesa Le chiavi del Giappone

●Il coach Nakagaichi vuole ripetere la vittoria della Nations League «Non sarà un problema giocare all’aperto: partita fondamenta­le»

- Gian Luca Pasini

Yuichi Nakagaichi, il coach del Giappone, è molto famoso in patria per essere stato un ex giocatore di un certo livello che da poco tempo è stato nominato head coach di una delle squadre con la più grande tradizione nel volley, non solo perché qui, nel 1964, è iniziata la storia olimpica della pallavolo. Tokyo 1964 segnò il debutto a cinque cerchi per questo sport che fu coronato dalla storica medaglia d’oro delle piccole operaie nipponiche, che nella finale batterono a sorpresa le altissime giocatrici sovietiche. Fu amore a prima vista fra volley e Giappone che seppe poi vincere a livello maschile.

LONTANI Ma quei successi lontani non sono stati aggiornati in epoca più recente. Il Giappone resta un paese centrale nella storia della pallavolo mondiale, ma le squadre nipponiche non hanno vinto per quanto ci si attendeva. Nakagaichi alla vigilia del match che apre il Mondiale 2018 racconta di come la sua squadra «non abbia mai giocato una gara all’aperto, ma questo non penso che sarà un problema per noi. A me era capitato a Tokyo, contro la Russia, ma sono passati più di 30 anni... E questa è tutta un’altra storia. Ma è tanto che noi pensiamo a questa gara inaugurale e faremo di tutto per ben figurare», dice il coach. Giappone che quest’anno ha battuto gli azzurri in Nations League (per la verità 4 delle 5 squadre che l’Italia affronterà nella prima fase hanno battuto il gruppo di Blengini a partire dall’Europeo 2015 in poi).

TECNICO Il Giappone ha un gioco molto tecnico, anche se pochissimo fisico. Da molti anni non è appunto ai vertici del movimento mondiale, nonostante sia uno sport di grande tradizione nell’Impero del Sol Levante e lo continui ad essere anche nelle generazion­i più giovani. Di certo una delle loro caratteris­tiche è che difendono molto (hanno ingaggiato il coach francese Philippe Blain come vice allenatore, noto in Italia) e stanno costruendo la squadra l’Olimpiade casalinga di Tokyo 2020. L’arrivo di Blain – che è stato campione del mondo sulla panchina della Polonia 4 anni fa, di fianco a Stephan Antiga – è da considerar­e una sorta di rivoluzion­e copernican­a nella cultura giapponese, da sempre poco incline (almeno nella pallavolo) ad aprirsi a tecnici stranieri. Non a caso Blain figura come assistant coach, benché abbia una esperienza molto più lunga e vincente del titolare della panchina. Fa anche una certa impression­e che si siano affidati a un francese per migliorare il gioco della difesa. Sulla carta l’Italia è favorita, ma proprio per i motivi qui sopra, uno scalpo illustre al Mondiale, potrebbe cambiare la storia di questa Nazionale orientale. E stasera – di certo – ci proverà a fare la festa agli azzurri.

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