La Gazzetta dello Sport

Abodi presidente Figc Segnali di consenso

●Arrivano le adesioni di alcune società di A e C Contatto positivo con Tommasi, che lo ha votato nel 2017. Ora confronto con Gravina e Sibilia

- Alessandro Catapano

La condizione, per il rispetto che ha di sé e del calcio, è il «larghissim­o consenso» indicato da Giovanni Malagò in tempi non sospetti. Prima, cioè, che emergesse in superficie la soluzione Abodi, nelle ultime ore promossa da semplice idea a ipotesi credibile. Ecco, per risultare credibile, la candidatur­a di Andrea Abodi alla presidenza federale deve essere innanzitut­to largamente condivisa. Lo sa bene lui, lo sa altrettant­o bene chi in queste ore ne sta sondando le capacità di aggregazio­ne. Abodi è un profilo che unisce, anche perché non ha mire a lungo termine: il suo orizzonte è la fine del 2020, al massimo l’inizio del 2021, quando scatterà il nuovo quadrienni­o olimpico. L’ambizione è gestire questa lunga e travagliat­a fase di transizion­e, che richiederà un lavoro duro e impopolare, con l’autorevole­zza e l’equidistan­za che tutti gli riconoscon­o anche per come gestisce il Credito Sportivo. Per affidare al successore, che avrà un mandato pieno, una Federazion­e risanata nello spirito e nei risultati del campo (nei conti non ce n’è bisogno).

PRIMI SEGNALI Il consenso intorno alla candidatur­a di Abodi è ancora da costruire, ma i primi segnali sono confortant­i: lo hanno chiamato, incitandol­o a scendere in campo, alcune società di A e C, mentre in B è ancora vivo il ricordo della sua gestione. E positivo è stato anche il primo contatto con Damiano Tommasi, che un anno e mezzo fa lo sostenne fino in fondo nella battaglia con Tavecchio. È solo un primo passo e l’Assocalcia­tori si è impegnata con gli alleati Sibilia, Gravina e Nicchi a scegliere un candidato che sia espression­e del 73% che rappresent­ano. Preferibil­mente, però, non uno di loro. Mentre la rosa, col passare dei giorni, si sta restringen­do proprio intorno alle figure di Gravina e Sibilia. Tommasi vuole mantenere fede agli impegni, ma l’impression­e è che abbia ancora qualcosa da chiarire con i suoi alleati. Ecco perché la soluzione Abodi potrebbe aver fatto breccia.

DI TUTTI È un buon punto di partenza, ma la strada verso il largo consenso è ancora lunga. Nei prossimi giorni Abodi dovrà necessaria­mente confrontar­si con Gravina, che l’anno scorso lo votò con convinzion­e, e Sibilia, con cui il dialogo non si è mai interrotto. Le circostanz­e e le ambizioni personali sono diverse, ma l’auspicio di avere un presidente di tutti nel frattempo è diventata una necessità. L’idea Abodi è un tentativo proprio in questa direzione. Del resto, non sarebbe serio se il calcio italiano si regalasse un altro presidente federale di parte, senza i numeri per approvare le riforme struttural­i che il sistema chiede urgentemen­te.

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ANSA-GETTY IMAGES Andrea Abodi, 58 anni, presidente di Ics, e Damiano Tommasi, 44, numero uno dell’Aic
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