La Gazzetta dello Sport

DOVI VAI!

Dovizioso domina «Ho la moto migliore» Lorenzo cade: doppietta sfiorata. Valentino (7°) si sfoga: «Disastro, e non sappiamo perché». Trionfano anche Bagnaia e Dalla Porta

- Paolo Ianieri INVIATO A MISANO ADRIATICO (RN)

Profeta in casa. Come tante volte aveva sognato ma come, finora, non era mai accaduto. Ora Andrea Dovizioso sa che cosa significhi vincere la gara di casa, trionfare in quella Misano Adriatico distante solo 70 chilometri dalla sua Forlì, dopo avere anche conosciuto l’ebbrezza del trionfo al Mugello di un anno fa. «Fluidità ed esplosivit­à. È un mix di opposti che, però, se riesci a mettere assieme ti danno la perfezione. E oggi tra la moto e la mia guida si è creato questo mix». Dopo avere pennellato traiettori­e per i 27 giri di una gara molto più complicata di quanto sia sembrata da fuori, Dovizioso può permetters­i di dipingere con le parole la sua giornata magica. Una vittoria di precisione, potenza, fuga e controllo, per quella che fino a un giro e mezzo dalla fine era un’altra doppietta Ducati, dopo Mugello e Brno, sfumata per la scivolata di Jorge Lorenzo alla Quercia. «Una pena non esserci riusciti – si rammarica Jorge -. Volevo vincere, ma non ho mai avuto un buon grip all’anteriore. Avevo recuperato oltre un secondo su Dovi, ho provato a prenderlo, ma ho piegato di un grado in più la moto. Peccato». Un regalo per Marc Marquez, che si vede consegnare su un piatto d’argento un 2° posto impossibil­e, e Cal Crutchlow, 3° gran gara la sua nella terra di nessuno tra i tre davanti e il resto del gruppo.

TRIPLETTA In una giornata ancor più magica per la prima vittoria in carriera di Lorenzo Dalla Porta in Moto3, e la fuga solitaria di un sempre più dominante Francesco Bagnaia in Moto2, 6° trionfo per lui, la Ducati si conferma la moto che tutti desiderere­bbero guidare: la 6ª vittoria della stagione è anche la 3ª consecutiv­a – e se si fosse corso a Silverston­e… -, per un salomonico pareggio anche tra i due galli che tra poco si separerann­o: 3 vittorie a testa e vediamo cosa succederà tra due domeniche ad Aragon, dove le rosse si presentera­nno a caccia di un poker di vittorie che sarebbe record assoluto per Borgo Panigale. ALLUNGO Vola, vince e convince la Ducati. E, coi trionfi, crescono i rimpianti per un Mondiale che, incredibil­mente si allontana ogni domenica che passa. Perché anche se non vince dal GP di Germania, dopo ogni domenica Marc Marquez apre il salvadanai­o e lo trova sempre un po’ più ricco di punti: è dal Mugello che il campione della Honda allunga costanteme­nte sul più immediato degli inseguitor­i e anche questa gara non ha fatto eccezione. Perché oltre a vedersi regalato il 2° posto da un Lorenzo che non sarebbe più riuscito ad acchiappar­e, Marquez ha approfitta­to della giornata disastrosa della Yamaha, che ha costretto Maverick Viñales e Valentino Rossi a 27 giri di sofferenza - rispettiva­mente 5° e 7° a 16” e 19” dalla vetta -, col pesarese che ha perso il ruolo di suo primo inseguitor­e, scavalcato per 3 punti da Dovizioso. Se Marquez qui in Romagna si era presentato con 59 punti su Rossi, ieri è andato a letto con un bel +67 sul rivale della scorsa stagione. Consideran­do che restano 6 GP e 150 punti in palio…

NUMERI UNO «Io al Mondiale non ci penso più, ma voglio vincere più gare possibili – ammette Gigi Dall’Igna, direttore generale Ducati -. Mi spiace per la doppietta mancata, ma sono molto orgoglioso della nostra moto e dei miei piloti». Che partiti benissimo, hanno presto fatto il vuoto alle spalle, col solo Marquez a restare aggrappato. Lorenzo ha tentato l’allungo, ma Dovizioso, scattato alla grande dalla seconda fila, gli si è incollato alle spalle, al 6° giro lo ha passato e da quel momento ha costruito un castello di decimi che i due alle spalle non sono più riusciti a scalfire. E così, dopo avere esultato per «Lorenzo numero 1» dopo la pole di sabato, Davide Tardozzi può riservare lo stesso trattament­o a Dovi. «Un grandissim­o, ha dominato e noi abbiamo confermato un pacchetto piloti-moto stratosfer­ico. Io con Dovi discuto sulle qualifiche dove deve migliorare. Ma Andrea è “il Professore” della gestione della gara. Io ho due piloti e due figli».

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