Non sparate sul regista Jorginho indispensabile però bisogna sostenerlo
●Col 4-3-3 non c’è alternativa al pupillo di Sarri: va messo in sicurezza
L’Italia non è un club, quindi Mancini non può permettersi di spendere un anno per adattare Jorginho a un sistema diverso da quello del Napoli (o del Chelsea), pur se nominalmente si tratta sempre di 4-3-3. Non è come Allegri che, nella Juve, ha trasformato Pjanic in uno straordinario play arretrato, ruolo per il quale il bosniaco non sembrava tagliato, lavorando ogni santo giorno, accettando gli errori ma investendo sul futuro. Tutto questo
in Nazionale non è possibile. Servono risposte subito, spesso senza appello come sarà qui in Portogallo. Servono risposte in un ruolo cruciale, quello del regista, per il quale non c’è alter ego all’orizzonte. Jorginho diventa uno degli indispensabili, a meno di cambiare sistema e passare al doppio centrale (ma su questo il c.t. non ha ancora lavorato). Su Jorginho ci giochiamo tanto della nuova Nazionale.
NAPOLI, CHELSEA... Jorginho è stato uno degli elementi fondamentali del Napoli di Sarri. Il quale, non a caso, se l’è portato al Chelsea. Un meccanismo tattico a orologeria, ideologicamente dalle parti di Guardiola, fatto di possesso insistito, palleggi stretti, triangolazioni raffinate
con le quali garantirsi il predominio territoriale. Per arrivare al gol con sensibilità geometrica. Al Chelsea, con meno sincronismi perché sono trascorsi pochi mesi, Jorginho ha comunque trovato qualità superiore nella mediana: può scambiare palla e idee con gente che parla la stessa lingua.
...E NAZIONALE Il problema è che, fuori da questo disegno tecnico-tattico, Jorginho fatica a trovare collocazione. In quest’Italia le mezzali non sembrano adeguate e manca un gioco. Gagliardini e Pellegrini, che in teoria sarebbero partner interessanti, a Bologna erano scollegati dal loro play e non lo proteggevano mai. Lo stesso Jorginho non è un gigante: con i due così lontani, e lui morfolo-
gicamente diverso da un Busquets, la difesa s’è ritrovata spesso scoperta. Inoltre l’italobrasiliano ha sofferto a dismisura la pressione asfissiante di Zielinski, come se non fosse il suo mestiere liberarsi dello «schermo» come faceva Pirlo, come fa Pjanic. È stato tra i peggiori con la Polonia.
ALTERNATIVE In futuro, l’arrivo di Verratti non rivoluzionerà lo scenario. Il «francese» non può sostituire Jorginho davanti alla difesa, ma farebbe anche fatica a giocare assieme a lui. Nel Psg Verratti aveva bisogno di un Motta che gli coprisse le spalle. In azzurro può dare il massimo da mezzala, ma gli servirà De Rossi, un senatore, o, in prospettiva, uno tra Mandragora e Gagliardini, non ancora pronti. Risultato: al momento nel 4-3-3 non c’è alternativa per Jorginho. Attenzione però a complicarsi la vita. Bonaventura, mezzala adattata, nel triangolo di centrocampo rischia di indebolire oltremodo in fase difensiva: ricordiamo il crollo del centrocampo inedito e senza filtro di Ventura in Macedonia (Bernardeschi, Verratti, Bonaventura) prima di cambiare e ribaltare il risultato. Oggi una delle due mezzali dovrà affiancare Jorginho come faceva, con altro agonismo, Allan nel Napoli. Il Portogallo ha una mediana potente. Se andiamo in inferiorità anche a Lisbona sono guai.