La Gazzetta dello Sport

«Tranquilla, Juve Quando CR7 fa il primo non si ferma più...»

●L’ex Zenit, amico, concittadi­no ed ex compagno di Ronaldo: «Nella nostra Madeira ogni angolo parla di lui. È un esempio per chi vuole inseguire i sogni»

- Filippo Conticello @filippocon­t

Si dice che un’isola sia davvero isola solo se la guardi dal mare. Daniel e Cristiano, cresciuti nel vento di Madeira, hanno osservato la loro isola dalle strade in salita, taglienti come frecce. E poi anche da fuori, dal continente raggiunto per inseguire la gloria. Nessuno dei due isolani ha mai smarrito il legame magnetico per quel mare diviso tra Africa ed Europa: anche per questo è così forte l’amicizia che lega CR7 a Daniel Miguel Alves Gomes, per tutti «Danny». È uno dei talenti portoghesi più puri dell’ultimo decennio, un semidio allo Zenit con fascia sempre salda al braccio: in 9 anni in Russia ha vinto tre campionati, due Coppe e tre Supercoppe russe più una Supercoppa Uefa. I madeirensi erano insieme agli esordi allo Sporting e per lunghi anni pure in nazionale, uno col 10 e l’altro col 7. Così Danny ha visto l’amico e concittadi­no prendersi il mondo intero: è il secondo giocatore più forte dell’isola, impossibil­e sperare di meglio.

Danny, ci parli del vostro rapporto.

«Ho conosciuto Cristiano quando ho firmato per lo Sporting, nel 2002. Sapevo che lì c’era un ragazzino di Madeira, ma non potevo immaginare che fosse così forte: quando sono arrivato, ha iniziato a lavorare subito con la prima squadra e non si è più spostato. Ricordo la sua prima stagione: aveva una qualità incredibil­e e la voglia di essere il migliore, la stessa di adesso».

Cosa significa Madeira per voi isolani? E quanto è importante Cristiano per questa terra?

«Io sono nato in Venezuela, ma

la mia famiglia era di qui: a Madeira sono cresciuto, ho le radici. E adesso sono tornato a giocare al Maritimo, che è la mia squadra, la mia casa. Nella nostra isola tutto parla di Cristiano: non è solo il più famoso cittadino di Madeira, ma è un esempio per i bambini del posto, per chiunque voglia inseguire i propri sogni».

Ha visto che in Italia non ha ancora segnato? C’è da preoccupar­si?

«Ma figuriamoc­i: vi assicuro al 100% che segnerà un sacco di gol. Non importa come ha iniziato quest’avventura, conta soltanto come la finirà... Dategli il tempo di fare il primo, poi arriverann­o subito tutti gli altri. E non si fermerà più».

Cosa pensa della scelta di lasciare il Real e trasferirs­i a Torino?

«Lo sanno tutti: come calciatore e come uomo, Cristiano ha bisogno della sfida. E arrivare a Torino a 33 anni è la sua nuova sfida: in qualche modo, lui aveva bisogno della Juve per trovare nuove motivazion­i. Per allungare la carriera e continuare a dimostrare che non c’è nel mondo un giocatore più forte. Pensate a quello che ha raggiunto in questi anni: è andato in Inghilterr­a ed è riuscito nell’obbiettivo di vincere il Pallone d’oro, è andato in Spagna e ha vinto lo stesso premio altre quattre volte. Adesso in Italia vuole dimostrare a tutti che può vincerne un altro».

Quando ha saputo della Juve, cosa ha detto a Cristiano?

«Un semplice messaggio per dargli l’in bocca al lupo. Per ricordargl­i che è il migliore: non ho alcun dubbio sul fatto che farà una grandissim­a stagione, in campionato e in Champions League».

Adesso i bianconeri sono davvero i favoriti in Europa?

«Certamente, la Juventus era già molto forte e negli ultimi anni è cresciuta, andando spesso vicina alla Coppa. Ma adesso ha messo in squadra un vincente, uno che si esalta nelle partite più difficili. Quando c’è un match decisivo, bisogna stare tranquilli: Cristiano in qualche modo risolve».

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IN NAZIONALE Le partite di Danny col Portogallo: insieme a Ronaldo ha giocato il Mondiale 2010

C’è qualcosa che, da fratello maggiore, ha insegnato a CR7?

«Io a lui? Cristiano, invece, ha insegnato a tutti quanto conti essere dei veri profession­isti per giocare a certi livelli».

Un’ultima curiosità: come mai parla così bene italiano?

«È stato il mio amico Mimmo. Mimmo Criscito, con cui ho giocato per anni allo Zenit. È come se fosse un fratello, siamo sempre in contatto: diciamo che la sua famiglia è la mia e viceversa. Ora dopo dodici anni in giro sono tornato a giocare in Portogallo, ma quando ero in Russia anche io ho avuto le mie offerte dall’Italia. Quali? Non lo dico...».

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 ??  ?? DA RAGAZZI Daniel Miguel Alves Gomes, detto Danny, oggi 35enne. A sinistra col Portogallo e sopra in allenament­o con lo Sporting assieme al giovane compagno Cristiano Ronaldo nella stagione 2002-03 AFP
DA RAGAZZI Daniel Miguel Alves Gomes, detto Danny, oggi 35enne. A sinistra col Portogallo e sopra in allenament­o con lo Sporting assieme al giovane compagno Cristiano Ronaldo nella stagione 2002-03 AFP

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