Il Milan di destra fatica a governare I Conti torneranno solo a novembre
●L’ex Atalanta gestito con cautela: serve tempo Avanti con Calabria che però deve trovare continuità
Dopo due gravi infortuni al ginocchio non resta che prenderla con filosofia: «Nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale». Andrea Conti si rifà a Karl Barth, teologo e pastore svizzero, la cui citazione compare in uno degli ultimi post social del terzino. E nel passato di Conti ci sono due operazioni al ginocchio sinistro che non si possono cancellare: stavolta sono le cicatrici, più che la filosofia, a ricordarlo. Si può invece guardare avanti e di nuovo saggezza e forza di volontà sono importanti, a volte anche più delle risposte del fisico: da quando Conti è arrivato al Milan ha frequentato molto di più l’infermeria che il campo. Dopo le due partite da titolare in altrettante gare della scorsa stagione (esordio a Crotone e la prima a San Siro contro il Cagliari coincise con un doppio successo) Andrea si è fermato la prima volta, per poi bloccarsi di nuovo in primavera e senza nel frattempo aver rimesso piede in uno stadio. La tabella di recupero dopo l’intervento di «stabilizzazione» di inizio aprile stimava un’assenza di cinque-sei mesi, la stessa tempistica della volta precedente. Oggi è però raddoppiata la prudenza che potrebbe allungare la scaletta: invece che a fine mese o a ottobre, il ritorno potrebbe essere posticipato a novembre. Nessun inconveniente dell’ultima ora, solo la cautela dettata dalla necessità di azzerare ogni rischio. È la logica che ha dettato anche l’elenco dei giocatori utilizzabili in Europa, da cui Conti – come Strinic – è stato escluso. Per gli eventuali sedicesimi, a febbraio, saranno possibili modifiche
in lista.
ATTESA Sotto al post filosofico su Instagram i tifosi, più pragmatici, chiedevano continue informazioni sul rientro in squadra. Novembre è nelle prima parte intasato di appuntamenti e rivedere Conti titolare contro la Juventus l’undici del mese è un’ipotesi realistica. Seguirà una nuova sosta e l’ennesima ripartenza dallo stadio della Lazio, la trasferta a cui nel settembre 2017 non prese parte per l’inizio del calvario. Potrebbe così chiudersi definitivamente il cerchio: meno filosofico ma lo stesso capace di rendere l’idea. L’attesa dei tifosi è comprensibile per quanto il Milan era stato pensato «di destra»: in tutti gli schemi Conti era il titolare della fascia, garanzia di difesa e soprattutto di spinta e inserimento, qualità mostrate con l’Atalanta e che avevano giustificato l’investimento da venticinque milioni dell’estate scorsa. In più, i gol: otto quelli segnati nell’ultimo campionato a Bergamo. Un contributo mancato anche alla Nazionale, di cui Conti era diventato rappresentante nella settimana precedente al crac. La corsia è così stata transitata da Calabria più che da Abate:
LA SITUAZIONE Andrea operato per la seconda volta ad aprile: il club non può correre rischi
Davide ancora titolare della fascia ma non è nel suo miglior momento
Davide offre un buon servizio di assistenza alla squadra ma una minor propensione allo spunto offensivo. L’inizio di stagione ha riproposto il tema: Calabria ha invertito la tendenza a Napoli, dove ha segnato il raddoppio per poi naufragare con il reparto in difesa, e poi contro la Roma, quando ha avviato il gol vittoria rimediando a un liscio su Fazio e a un «buco» su Dzeko. Riaffacciarsi in Under 21 contro la Slovacchia non ha aumentato l’autostima. Intanto può ascoltare Conti, che dopo il secondo intervento scelse Confucio: «La felicità più grande non sta nel non cadere mai ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta».