Roma, El Shaarawy prenota il posto E il Chievo trema...
●Il Faraone ha già segnato cinque gol ai gialloblù Sono la sua preda preferita, domenica vuole esserci
Stasera molto probabilmente la partita dell’Italia in Portogallo la vedrà e anche con un pizzico di malinconia. Perché poi, oramai, sono quasi dieci mesi che manca dall’azzurro e l’ultima volta gli è rimasta dentro. Del resto, come togliersi dalla testa quell’Italia-Svezia (0-0) che ha decretato una delle pagine più amare del nostro calcio (con la relativa eliminazione dal Mondiale russo) e dove, guarda il destino, fu proprio Robin Olsen – oggi suo compagno di squadra nella Roma – a negare il gol a Stephan El Shaarawy. Avesse segnato il Faraone avrebbe vissuto un’estate molto diversa. E con lei, forse, anche un inizio di stagione senza i soliti sali e scendi. A Roma ci si è abituati, è da quasi tre anni che va avanti così: strappi verso la gloria e profonde e improvvise frenate. El Shaarawy è fatto così: umorale, discontinuo, ma a tratti anche terribilmente esaltante. Nell’ultima amichevole, quella persa dai giallorossi a Benevento per 2-1, è stata una delle poche sensazioni positive, anche a livello di condizione atletica. E con il Chievo è possibile che Di Francesco decida di ripartire anche da lui, in caso dovesse vincere la sfida personale con Diego Perotti (che dovrebbe essere al rientro con il gruppo proprio oggi).
PASSAGGIO CHIAVE Ecco, a quasi 26 anni (li compirà il 27 ottobre prossimo) è arrivato il momento di mettere da parte proprio quell’altalena, quelle montagne russe di cui vivono da sempre le sue stagioni. Per lui, per la Roma e anche per la nazionale di Roberto Mancini, nel caso il c.t. voglia prima o poi ributtarlo dentro. È chiaro, però, che molto dipenderà anche dallo stesso El Shaarawy. Toccherà a lui convincere un po’ tutti. Ad iniziare da Di Francesco, che ad onor del vero ha sempre avuto una grande considerazione nei suoi confronti. Se non lo considera l’esterno perfetto, poco ci manca. Perché Elsha sa attaccare lo spazio proprio come piace al tecnico giallorosso. Il problema, casomai, è che a volte si dimentica di farlo.
PORTAFORTUNA
E se finora la sua stagione è stata abbastanza anonima (un’ora in campo a Torino contro i granata ed un tempo a Milano con il Milan, solo panchina invece in casa con l’Atalanta), domenica all’Olimpico arriva il suo talismano, il Chievo. Già, perché proprio la squadra veneta è il suo bersaglio preferito, l’avversario che più di tutti gli porta fortuna e contro cui in 11 sfide personali ha vinto ben dieci volte, pareggiandone una sola. Di più, i gialloblù sono anche il bersaglio preferito del Faraone, che proprio al Chievo ha segnato già 5 reti (esattamente come all’Udinese), di cui le 4 realizzate con la maglia giallorossa sono arrivate nelle ultime due stagioni (dove, tra l’altro, nelle sfide all’Olimpico ha sempre timbrato il cartellino). È evidente, dunque, come ci siano tutte le condizioni per cambiare già da adesso volto alla stagione, nonostante quella malinconia azzurra che lo abbandonerà solo quando ritroverà la convocazione (finora per lui 23 partite e tre reti con la nazionale). Prima, però, ci deve mettere dentro tutto, ad iniziare dalla voglia e dalla cattiveria agonistica. Le statistiche, ad esempio, ci dicono che in questo avvio di stagione Stephan sia anche uno di quelli che vince meno duelli tra tutte le punte giallorosse: 42,86% (peggio solo Schick con il 39,13%), addirittura solo il 33,33% in quelli aerei. Ecco, questa è anche una delle chiavi delle montagne russe su cui vive da sempre. Avesse davvero una fame infinita, El Shaarawy probabilmente stasera sarebbe in Portogallo. E non a Trigoria.
29
LE SUE RETI
I gol di El Shaarawy con la maglia della Roma in 107 partite Il Faraone è nella Capitale dal 2016