La Gazzetta dello Sport

Pinot rinasce, il rebus aumenta

●Vuelta: sulla salita-totem dei Lagos de Covadonga, il francese riscatta il ritiro del Giro e si siede al tavolo dei favoriti. Yates leader, ma in 4 sono raccolti in appena 43”

- Claudio Ghisalbert­i INVIATO A LAGOS DE COVADONGA twitter@ghisagazze­tta

Il magico traguardo dei Laghi di Covadonga, ovattato da una nebbia che accentua i colori dell’impresa, consacra il ritorno in grande stile di Thibaut Pinot tra i grandi della salita. Il corridore ridotto a uno straccio e costretto ad abbandonar­e il Giro al termine della tappa di Cervinia, quando mancava solo la passerella di Roma, torna vincente. La rinascita in un posto simbolo del ciclismo mondiale: ai piedi di questa salita, il 19 settembre 1996, Miguel Indurain scese dalla bici ed entrò nell’hotel El Capitan. La sua leggendari­a carriera finì con il contachilo­metri che segnava 132,5 km, 3.12’5” della 13a tappa di quella Vuelta.

MAESTRO Ieri l’azione del francese, che ha vinto ad Asiago al Giro 2017 e all’Alpe d’Huez al Tour 2015, è stata un colpo da maestro. Un attacco solo, deciso e risolutivo. Mentre a Lopez, Yates, Quintana e Valverde, ovvero i favoriti per la vittoria finale di questa Vuelta, trema la gamba e si punzecchia­no con attacchi timidi, guardando dietro per vedere cosa fanno gli altri, il francese si alza sui pedali a 6.200 metri dal traguardo e non si volta. Thibaut va deciso, spedito, con quella classica andatura costellata da continui movimenti in avanti di testa e collo che accompagna­no ogni pedalata. Stilistica­mente ci sarebbe qualcosa da dire, ma lo stile quando uno vince è un fattore meno che secondario. Pensate a Froome: gomiti larghi, le ginocchia in fuori e la testa ciondolant­e. Brutto stilistica­mente, ma con quattro Tour, un Giro e una Vuelta nel palmares. E che la prestazion­e di ieri sia monstre lo dimostrano anche i numeri. Solo tre volte (nel 2005 Simoni, nel 2000 Heras e nel 2016 Quintana) su venti, quando una tappa della Vuelta si è conclusa qui, si è andati più forte. Il tempo del francese è stato di 32’42”, 7” oltre quello di Nairo due anni fa (che impiega 41” di più del suo record, segno che forse non è al top). «Ero venuto alla Vuelta per centrare una vittoria di tappa — afferma — e ci sono riuscito». Però

«UN ATTACCO SERIO E VIA: L’AVEVO PENSATA PROPRIO COSÌ»

THIBAUT PINOT 3° AL TOUR 2014-4° AL GIRO ‘17

con quella manciata di secondi guadagnati il francese risale al 7° posto nella generale. Simon Yates, che ha chiuso terzo, è 2’10” più avanti. E chissà come sarebbe stata la Vuelta di Pinot se nella sesta tappa non avesse perso 1’44” nei ventagli murciani. «Sarei stato nei primi cinque della generale, ma forse qui non mi avrebbe lasciato andare. Invece ora mi posso godere questa giornata in cui tutto s’è realizzato come mi ero prefissato: un attacco serio e via». Però la partita per Madrid forse

non è del tutto conclusa. Oggi sarà riposo, ma domani la Vuelta riprenderà con una crono di 32 km da Santillana del Mar a Torrelaveg­a. «Correrò questa ultima settimana senza pressione visto che il mio primo obiettivo l’ho raggiunto. Poi penserò al finale di stagione con il Mondiale e il Lombardia, due occasioni speciali», dice. Una mezza bugia, o forse un po’ di pretattica. Nicolas Portal, il diesse di Sky di Kwiatkowsk­i (la cui caduta non dovrebbe essere nulla di grave) ma anche di Froome e

 ?? BETTINI/AP ?? ● 1. La maglia rossa Yates e gli altri big all’inseguimen­to di Pinot sulla mitica salita dei Laghi di Covadonga, avvolta dalla nebbia ● 2. Il trionfo di Pinot, 28 anni ● 3. I tifosi in attesa sull’ascesa asturiana 1
BETTINI/AP ● 1. La maglia rossa Yates e gli altri big all’inseguimen­to di Pinot sulla mitica salita dei Laghi di Covadonga, avvolta dalla nebbia ● 2. Il trionfo di Pinot, 28 anni ● 3. I tifosi in attesa sull’ascesa asturiana 1
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