La Gazzetta dello Sport

La rivincita di André Silva Zaza non trova più Immobile

●I due azzurri lontani dall’intesa dei tempi di Conte. E il portoghese non adatto alla A...

- Andrea Elefante INVIATO A LISBONA

Il passato come un rimpianto, il passato come un creditore che ci presenta il conto. Il nostro presente è anche questo: ritrovarsi improvvisa­mente catapultat­i quattro anni indietro, e poi feriti da un ragazzo che forse da noi, dal calcio italiano, si era sentito ferito.

DOPO QUATTRO ANNI André Silva è la firma scritta sulla dichiarazi­one del nostro stato di crisi. Immobile-Zaza è la certificaz­ione del ritmo lento, lentissimo, del disco che è diventato il calcio della nostra Nazionale. Perché il nostro presente è anche questo, appunto: una pesca dal mazzo delle stesse carte di quattro anni fa. Immobile-Zaza era la coppia battezzata titolare da Conte alle sue prime scelte da c.t., Immobile-Zaza è stato l’ultimo rimescolam­ento scelto da Mancini, per vedere sul tavolo nel giro di tre giorni tutte le sue fiches. Il re del gol in carica del nostro campionato e chi l’ha ritrovato da poco, e quasi ancora non sa l’effetto che fa, fermo ai 20’ scarsi giocati con la Spal.

NON SI CAPISCONO PIÙ Ogni volta che Zaza rimette la maglia azzurra dev’essere un attimo di tormento, prima che di estasi: il ricordo di quel rigore sbagliato all’Euro 2016 contro la Germania, un ballo così goffo da mandare fuori tempo tutti. Ieri dopo 3’ Simone ha storpiato una palla da evocare presagi foschi assai. Poi ha abbassato la testa lucida ed è ripartito: correndo, sgomitando, sportellan­do. Anche tirando, come e quando ha potuto. Cioè poco e male, perché questi siamo oggi, una squadra che fa una fatica boia non a trovare, ma a cercare, la porta avversaria. E Zaza è stato uno dei migliori, anzi diciamo dei meno peggio perché rende più l’idea. Dice: «Contro una squadra che è campione d’Europa abbiamo giocato bene. A tratti abbiamo anche dominato, ma se non segni è difficile vincere. Ma non chiedo pazienza ai nostri tifosi». Siamo questi là davanti e non solo: un gruppo in cerca d’identità e di sicurezze per ora lontane. E nel frattempo sono svaporate anche quelle della coppia Immobile-Zaza: 4 anni fa si intendevan­o a meraviglia; ieri si sono cercati senza trovarsi mai, con Simone a sbuffare e Ciro ad ansimare inghiottit­o dal nulla che spesso diventa il suo mare az- zurro, lui che con la Lazio è spesso il killer che uccide con un solo colpo.

RINATO Ecco, quello che ha fatto André Silva ieri. Il ragazzo, che al Milan tirava fuori la pistola solo a volte, e quasi sempre in Europa, come se avesse perso il porto d’armi italiano. Il ragazzo che al Siviglia ha riscoperto quella maturità che al Milan sembrava tenere nascosta: 3 gare e 3 gol in Liga. Una specie di sentenza, per ora. E in nazionale idem, perché su quel pianeta l’atterraggi­o fu morbido da subito e la strada gli è tornata lieve dopo un Mondiale balbettant­e: con quello di ieri sono 13 gol in 28 partite. A casa sua l’hanno sempre capito: forse siamo stati noi a non riuscirci, forse non è stato bravo lui a farsi capire. E’ un dubbio che morde lo stomaco anche ai nostri: in quanti ieri se lo saranno chiesto, con Mancini?

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