Nedved svela l’illuminazione CR7 «Era tutto nella testa di Paratici»
L’idea, in questo mondo di computer, è patrimonio dell’Unesco. Per questo, in un anonimo lunedì di pausa delle nazionali, una delle frasi più interessanti di giornata è arrivata da Pavel Nedved. Semplicemente, per un occhio juventino, il vicepresidente ha svelato il retroscena dell’anno: il momento in cui la Juventus ha avuto l’idea Cristiano Ronaldo. Meglio, il momento in cui Fabio Paratici ha avuto l’idea Cristiano Ronaldo. «Era tutto nella testa del direttore sportivo – ha detto Nedved -. Lo ha proposto a me e al presidente Agnelli. Ci è piaciuto subito, non era un’idea folle». La scena è immaginabile: a casa Nedved, durante uno dei mille discorsi tra uomini di calcio, ecco l’intui- zione. Ci si guarda, spunta un sorriso nervoso per la grandezza del progetto, forse si comincia già a lavorare. In un paio di mesi, il Real ha detto sì.
IL PASSO AVANTI Gli uomini di calcio, come i calciatori, si distinguono anche da questo: dalla creatività. Non tutti possono essere numeri 10 (al Chievo nel 2001 lo prese Lupatelli, un portiere, ma non sottilizziamo), e qualcuno ha un’idea più degli altri. Vale persino nel mercato, dove i soldi comprano (quasi) tutto e i calciatori sono tutti d’un prezzo. La Juve ovviamente ha fatto il resto, ed è tantissimo. Agnelli ha dato il via libera, qualcuno ha elaborato stime su marketing e introiti, Marotta e ancora Paratici hanno parlato col Real affidandosi a Mendes. Ci sono dettagli che il mondo mai conoscerà, però tutto cominciò con quella frase. «Era l’acquisto necessario per compiere un ulteriore passo in avanti», ha detto Nedved. Vero, la Juve probabilmente aveva bisogno di stimoli e Cristiano, comunque andrà, ha cambiato il ritmo di queste settimane di fine estate. Non per caso, durante la conferenza di presentazione, vicino a Ronaldo c’era solo una sedia. Sulla sedia, vestito come lui, con la cravatta scura, Paratici.