La Gazzetta dello Sport

«La battuta è da rivedere ma all'aperto cambia tutto»

●Bernardi: «Il servizio al Foro non si può giudicare». Lorenzetti: «Ci vuole lo spirito di Rio»

- Davide Romani INVIATO A FIRENZE

La notte del Foro ha promosso tutti. Lo dicono i numeri: di pubblico e tecnici. Lo ribadiscon­o tre allenatori di tre top club di Superlega: Bernardi (Perugia), Medei (Civitanova) e Lorenzetti (Trento). «E’ stata una notte con i fuochi d’artificio. Qualcosa da un punto di vista tecnico si perde, ma lo si guadagna da un punto di vista emozionale. Un bello spot per il nostro movimento». Così Angelo Lorenzetti, tecnico della Diatec Trentino, racconta quello che ha provato nel vedere l’Italia esordire al Mondiale con una netta vittoria contro il Giappone. Ma guardando alla seconda uscita iridata (in programma giovedì alle 21.15 a Firenze con il Belgio) è giusto focalizzar­e l’attenzione sull’aspetto tecnico. «Si è vista una prestazion­e solida in tutti i fondamenta­li – è il punto di vista di Giampaolo Medei, tecnico di Civitanova –, ma il Mondiale è un torneo lungo e arriverann­o avversari più ostici rispetto al Giappone».

LA BATTUTA Guardando il tabellino a fine partita balza agli occhi l’elevato numero di errori in battuta, un fondamenta­le sul quale gli azzurri – da Zaytsev a Juantorena passando a Lanza e Giannelli - puntano molto per dare fastidio alle nazionali più accreditat­e. E invece con i giapponesi gli errori gratuiti al servizio sono stati 18 in 3 set (media di 6 a parziale). «Giocare all’aperto rende difficile il fondamenta­le della battuta – spiega Lorenzo Bernardi, mister Secolo e allenatore campione d’Italia con Perugia -. Non vedi bene la palla, chi ha un lancio alto perde i riferiment­i. Non si può valutare da questa partita». ROMPERE IL GHIACCIO Gli azzurri hanno dunque aperto al meglio il torneo iridato. Ma la manifestaz­ione è lunga e ricca di insidie: «Positivo rompere il ghiaccio, ma se penso all’Olimpiade (a Rio 2016 Medei era nello staff di Blengini, ndr) è più importante come si finisce e non come s'inizia. Vi ricordate il Brasile che giocò una gara da dentro o fuori nella fase a gironi con la Francia? Poi è arrivato all’oro». Spirito olimpico a cui fa riferiment­o anche Lorenzetti: «Il gruppo italiano è molto simile a quello di due anni fa e sta cercando di ricollegar­si a quello spirito. Questo può aiutarli a cementarsi». Con un giocatore che domenica ha dato sfoggio di un talento cristallin­o: «Giannelli era un predestina­to, ma ora è un vero fuoriclass­e – conclude Bernardi -. Sa giocare con la palla vicino a rete e con la palla staccata ed è bravo a muro. Può diventare determinan­te».

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