La Gazzetta dello Sport

Ferrari a Leclerc, pilota fatto in casa

●Ufficializ­zata la svolta 2019: il talento voluto da Marchionne affiancher­à Vettel, Raikkonen resta in F.1 con il team degli esordi

- Luigi Perna INVIATO A SINGAPORE

Raikkonen va alla Sauber, ma a 40 anni sarà ancora in Formula 1

Papà Hervé Leclerc, che se n’è andato un anno fa, sarà orgoglioso. Dall’alto starà guardando suo figlio vestito di rosso Ferrari, sorridendo per un sogno realizzato. E’ stato lui a sostenere Charles fin dalle prime gare sui kart, assieme a un altro angelo custode chiamato Jules Bianchi, padrino sportivo del giovane pilota monegasco. Quello che il destino non ha concesso a Jules, morto in seguito all’incidente di Suzuka del 2014, lo regala al suo erede. Leclerc, 20 anni, guiderà per il team di Maranello a partire dalla prossima stagione: ieri l’annuncio ufficiale. Prenderà il posto di Kimi Raikkonen, ultimo iridato della Ferrari, che lascerà il Cavallino a 39 anni, dopo 8 stagioni in rosso (2007-2009, 20142018) e un mondiale conquistat­o nel 2007, per tornare alle origini con la Sauber sponsorizz­ata Alfa Romeo.

DUBBI La scelta di Maranello è arrivata in fondo a un percorso accidentat­o, fatto di ripensamen­ti e ostacoli. Raikkonen è stato informato che la Ferrari non avrebbe esercitato l’opzione unilateral­e per rinnovargl­i il contratto nella settimana di Monza. E forse il «bisticcio» alla prima curva fra lui e il compagno di squadra Sebastian Vettel ne è stato la conseguenz­a. Ma fin dall’estate Leclerc era stato indicato come futuro titolare: lo voleva Sergio Marchionne. Poi il ricovero in ospedale del presidente a fine giugno e il precipitar­e della situazione fino alla tragica scomparsa, hanno «sospeso» l’operazione e messo in dubbio la promozione immediata di Leclerc. Alla fine, però, il nuovo corso di John Elkann e Louis Camilleri non ha sconfessat­o la linea indicata dal manager italo-canadese, anche perché le condizioni per il passaggio di Leclerc alla Ferrari erano già nero su bianco.

NOSTALGIA Si chiude un’epoca. Non senza nostalgia. Basta leggere il messaggio con cui Maurizio Arrivabene ha salutato Raikkonen: «Durante questi anni, Kimi ha dato alla squadra un contributo fondamenta­le, sia in qualità di pilota, sia per le sue doti umane. Il suo ruolo è stato decisivo per la crescita del team e, al tempo stesso, è sempre stato un grande uomo-squadra. In qualità di campione del mondo rimarrà sempre nella storia e nella famiglia della Scuderia». L’arrivo di Leclerc porta freschezza ed entusiasmo. Rappresent­ando un cambio di rotta e di filosofia. Finora la rossa aveva puntato su campioni già affermati (e strapagati). Ora scommette su un giovane del proprio vivaio, primo rampollo della Driver Academy ad approdare nel team principale. Qualcosa di simile successe quando Felipe Massa passò dalla Sauber alla rossa per affiancare Schumi (2006). Ora la storia si ripete con Leclerc e Vettel. E non è un caso che alle spalle di Leclerc e Massa ci sia stato lo stesso manager dal cognome importante: Nicolas Todt.

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