Batte sempre Politano Ora San Siro aspetta lo specialista
●Pochi gol su punizione dell’Inter negli ultimi anni: basta Matteo per colmare il gap con le big?
Lo scorso maggio la palla partì da suo piede sinistro, passò sotto la barriera saltante, finì in rete, gelò San Siro, diede il via all’harakiri nerazzurro e mise a serio rischio la Champions, poi riacciuffata per i capelli con la collaborazione del Crotone. Oggi il piede sinistro di Matteo Politano, quasi a voler espiare, si presenta a calciare ogni punizione, da destra come da sinistra: non ha ancora cercato direttamente la porta, come fece in quella penultima giornata, ma ha già trovato l’assist, per la testa di De Vrij (temporaneo 2-0 sul Torino). L’Inter in estate ha aggiunto un specialista, sui calci da fermo, in quel processo di incremento delle soluzioni offensive che è un passaggio obbligato per crescere come squadra.
RARITÀ Nella storia recente le palle inattive sono state una soluzione piuttosto proficua se ci riferiamo alle inattive (ai cross, per intenderci), grazie soprattutto alla presenza di buoni colpitori di testa, da Icardi e Perisic ai difensori centrali, mentre le punizioni dirette in gol sono state rare: due la scorsa stagione, con Brozovic e Cancelo, due in quella precedente, firmati entrambi da Banega. Ever nel marzo 2017 interruppe un digiuno nerazzurro di 456 giorni (prima Ljajic), nemmeno il più lungo dell’epoca post Triplete: 605 giorni fra Chivu nel 2013 e Hernanes nel 2015. Insomma il filone Recoba-Mihajlovic-IbraSneijder (senza scomodare Corso) sembra essersi esaurito in tempi recenti. Politano non vola certo così alto come questi monumenti, ma intanto è la prima soluzione per le punizioni. La prima e la principale, soprattutto quando il pallone sarà sulla parte destra del campo: da sinistra, quando sarà più facile trovare la porta per un destro, toccherà ancora a Brozovic. Le alternative sono conclusioni di potenza, e qui può scendere in campo Nainggolan, a volte Skriniar. Keita e Perisic sono vie percorribili, ma non specialisti, in precampionato ci hanno provato anche Candreva e Icardi, senza trovare la porta. La partenza di Cancelo ha privato Spalletti di un’arma che si era rivelata quasi letale soprattutto da posizione defilata, quando si trattava di mettere palloni tesi, veloci, precisi per una deviazione in area.
CONFRONTI Il portoghese (sostituito anche sui corner da Politano) è andato a rinforzare una batteria di tiratori, quella juventina, che fa impallidire al confronto non solo l’Inter, ma tutta la Serie A. Allegri dovrà gestire le voglie di Dybala, Bernardeschi e soprattutto Pjanic in una pollaio in cui è arrivato un gallo come Cristiano Ronaldo. Ma anche altre concorrenti dei nerazzurri possono schierare qualche arma in più, come un rodato specialista per la Roma, Kolarov, o soluzioni molteplici per il Napoli (Mertens, Insigne, Verdi e Ghoulam). Ma il panorama interista non è più solo italiano: ampliando lo sguardo verso l’Europa e verso le rivali di Champions, c’è di che aver paura. Se Lozano, Gaston Pereiro e Luuk De Jong (Psv) possono non far tremare i polsi, per Messi basta la parola e bastano i dati: il 10 del Barça ha già cercato la porta 5 volte da fermo, in tre gare, trovandola una volta. E i primi rivali, quelli del Tottenham, rispondono a Leo in gruppo, da Eriksen allo specialista inglese Trippier, da Lucas Moura allo stesso Kane. Le big d’Europa non sono ancora raggiunte, ma almeno Politano ora non può più far male a San Siro. Anzi.