La Gazzetta dello Sport

«CORAGGIO, GIOCO, BOATENG E DE ZERBI: UN EUROSASSUO­LO»

PARLA L’A.D. DEL CLUB EMILIANO: «LA JUVE? BUONI RAPPORTI, MA ALLO STADIUM PROVIAMO A VINCERE»

- L’INTERVISTA di G.B. OLIVERO

Se non ci fosse Giorgio Squinzi, non ci sarebbe questo Sassuolo. Ma se non ci fosse Giovanni Carnevali, questo Sassuolo non sarebbe così bello. Carnevali non è solo l’a.d. del club: vive, pensa, lavora, si muove in neroverde 7 giorni su 7. «Ma non è un sacrificio – racconta sorridendo -, ormai le mie figlie sono grandi e la Master Group Sport, che creai oltre 20 anni fa, cammina benissimo anche senza la mia presenza. Io mi concentro sul Sassuolo, a 360 gradi».

Juve prima, Sassuolo secondo. Cosa prova guardando la classifica?

«Grande soddisfazi­one, siamo sulla strada giusta. Andiamo allo Stadium per fare bella figura e provare a vincere. La nostra filosofia è una vittoria senza merito non è una vittoria. Sarebbe bello che fosse anche la cultura del calcio italiano».

C’è chi ironizza sui vostri precedenti con la Juve e vi chiama “Scansuolo”. La infastidis­ce?

«Certo. Con la Juve abbiamo un buon rapporto, ma abbiamo chiuso un numero superiore di operazioni di mercato con la Roma e altri club. Prendiamo esempio dalla Juve, ma quelle battute sono ingiustifi­cate».

Sua figlia Camilla lavora ancora nella Juve?

«Sta concludend­o il suo percorso nella Juve e sceglierà cosa fare senza alcun mio intervento. Sui social è stata massacrata con grande cattiveria».

Da quando conosce Marotta?

«Dal 1985. E’ un amico oltre che il mio maestro. Ci conoscemmo quando lui era al Monza e io alla Milanese calcio, una società dilettanti­stica che aveva una squadra di Giovanissi­mi fortissima. Gli suggerii un ragazzo, lui si fidò e allora gli regalai il cartellino. La nostra amicizia nacque così e ne vado orgoglioso. Ma sa che mi piacerebbe tantissimo fargli uno sgarbo allo Stadium».

Chi ha scelto De Zerbi? E perché?

«Al Sassuolo si lavora in gruppo. Io avevo cercato De Zerbi già un anno fa perché ha idee diverse, nuove, chiare. Ha la volontà di proporre il bel gioco. Farà una grande carriera».

Il coraggio e la qualità pagano anche in provincia?

«Sì: il coraggio di non accontenta­rsi mai, la qualità di gioco e anche la volontà di migliorars­i sempre. La filosofia del Sassuolo è questa».

Come avete conquistat­o Boateng?

«Volevamo inserire un campione di livello internazio­nale perché le nostre ambizioni sono cresciute. Abbiamo fatto una cena a Milano, c’era anche il nostro d.s. Giovanni Rossi. Gli abbiamo spiegato il progetto del Sassuolo. Boateng, che ha classe, serietà e umiltà, l’ha sposato con entusiasmo perché è convinto di poter contribuir­e alla nostra crescita».

Come avete scoperto Bourabia?

«Con un attento lavoro di scouting. Abbiamo quattro osservator­i fissi in Italia e altri all’estero, più una fitta rete di collaborat­ori. A ogni contratto io allego le relazioni su quel giocatore. Le ricerche sono mirate: cerchiamo giocatori non solo bravi ma adatti al gioco che vuole fare l’allenatore. Questo vale anche per le cessioni. De Zerbi voleva vendere Magnanelli e Duncan: gli abbiamo detto di provarli e ha cambiato idea. Missiroli, invece, è stato ceduto proprio perché poco adatto alle idee di De Zerbi».

Quanto è importante lo stadio di proprietà?

«Grazie al marketing, agli sky box e alle sponsorizz­azioni il nostro fatturato da stadio è doppio rispetto a quello di club storici della A. Al Mapei ci sentiamo a casa e quindi cerchiamo di renderlo molto accoglient­e».

Quando sarà pronto il centro sportivo?

«A febbraio. Ci saranno quattro campi, palestre, piscine riabilitat­ive, uffici. Prima squadra e Primavera si allenerann­o lì».

Qual è l’obiettivo del Sassuolo?

«L’Europa League. La campagna acquisti dimostra la volontà di alzare l’asticella».

Quello dello Stadium sarà un esame?

«No, perché la Juve viaggia in un’altra dimensione. Però un risultato positivo è possibile. E comunque vorrei tornare a casa con la consapevol­ezza di aver dimostrato di poter competere con un club così grande».

Berardi farà la fine della signora Camilla? Tutti lo vogliono e nessuno se lo piglia...

«Magari fosse così. Il mio desiderio è che lui diventi la bandiera del Sassuolo. E’ un ragazzo straordina­rio, semplice. In campo a volte trascende solo perché ha un’enorme voglia di vincere».

A quale club estero somiglia il Sassuolo?

«Al Villarreal. Città piccolina, pochi tifosi, leader nella ceramica. Un club molto ambizioso che ha saputo imporsi anche in Europa, come vorremmo fare noi».

Si è parlato di un suo possibile approdo al Milan.

«Fa piacere che si parli di me, l’ambizione non manca, ma è un problema che non mi pongo. Ho un legame fortissimo con la famiglia Squinzi e dobbiamo ancora toglierci tante soddisfazi­oni. Prima di andare via da qui dovrei pensarci molto bene».

PRINCE HA SPOSATO IL PROGETTO. CI FARÀ CRESCERE

SU BOATENG GIOVANNI CARNEVALI IL MIO DESIDERIO È CHE DOMENICO DIVENTI LA NOSTRA BANDIERA

SU BERARDI GIOVANNI CARNEVALI

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