Walter, il Watford e la famiglia Pozzo: storia di un amore mai sbocciato
Dopo l’amaro addio (anticipato) all’Inter, l’accordo raggiunto da Walter Mazzarri nel maggio di due anni fa con Gino Pozzo, presidente del Watford, avrebbe dovuto rappresentare l’occasione del suo definitivo rilancio. Non era arrivato là impreparato, come poi una campagna mediatica creata ad hoc ha voluto far credere: prima c’era stato un lungo aggiornamento professionale Oltremanica, con base a Manchester, fra tattica e full immersion con la lingua inglese.
CRESCITA Era stato, Mazzarri, il quarto tecnico italiano ad approdare in Premier: la sua candidatura era risultata vincente su quella di Prandelli, ma alla distanza aveva superato pure l’altro nome forte, Spalletti, complicato da raggiungere. L’obiettivo? Migliorare il tredicesimo posto della stagione 2015-16, e il buon Walter si era presentato mettendo al tappeto lo United del maestro Mourinho. Di lì in poi una stagione in altalena, fra qualche sogno di Europa, improvvise battute a vuoto, ma all’orizzonte l’obiettivo sempre più concreto di una salvezza anticipata valorizzando i giovani del club. FRONDA Il piccolo mondo Watford era perfetto per lui: l’unica condizione posta da Mazzarri era stata quella di avere un contatto diretto con la proprietà. Certo, a livello di dialogo una cosa erano gli insegnamenti tattici da trasmettere sul campo, un altro le frasi idiomatiche della stampa in conferenza. A un certo ostracismo dei media, si era poi aggiunta una fronda nello spogliatoio guidata dal capitano Deney a cui si erano accodati alcuni giocatori poco utilizzati dal tecnico. La colpa della famiglia Pozzo fu in quel momento quella di seguire l’onda lunga dei brusii della piazza, lasciando in alto mare l’allenatore che proprio la proprietà aveva scelto. Un addio anticipato mandato in archivio con la formula dell’accordo consensuale per salvare l’apparenza. Fra i motivi dell’addio, il fatto che un allenatore per essere considerato in una posizione solida, risultati a parte, deve pure essere ben integrato nell’ambiente. Storiella surreale, ma così andò: dal momento in cui fu noto che Mazzarri avrebbe lasciato, il rendimento del Watford calò drasticamente, anche se la salvezza era ormai acquisita. Domani, dopo Torino-Udinese 2-0 dello scorso febbraio, Mazzarri ritrova un club dei Pozzo. Lo attende una calda accoglienza: lui non chiede altro.
ISOLATO L’allenatore granata aveva pagato una fronda nello spogliatoio, oltre all’ostracismo dei media inglesi