La Gazzetta dello Sport

GP SingaporeA­rrivabene «Ho preso Leclerc perché preparo la Ferrari futura»

●Il team principal: «Kimi era così infelice per la mia decisione che ha fatto la pole a Monza! Charles con noi sino al 2022. Porte sempre aperte per Mick Schumi»

- Mario Salvini INVIATO A SINGAPORE

C’è la rincorsa da completare, ci sono Lewis Hamilton e la Mercedes da riacchiapp­are. Un’attualità stringente. Eppure Maurizio Arrivabene sapeva che avrebbe potuto cominciare solo parlando del futuro, di Charles Leclerc. «Quando prendi una decisione del genere — ha attaccato il gran capo della Ferrari — non lo fai pensando al presente e ai valori attuali. È una scelta per il lungo periodo». Con buona pace di Kimi Raikkonen. «È una decisione che abbiamo preso e comunicato con tutto il rispetto per lui, come pilota e uomo. Una scelta che mi sembra chiara, che ho fatto io, non Homer Simpson o chissà chi. E che sono convinto sia giusta per noi e anche per Kimi. L’errore più grande adesso sarebbe quello di mettere troppa pressione su Leclerc. Che è uno dei migliori talenti, grazie a Dio è con noi e con noi resterà almeno fino al 2022».

VIA A MONZA Quindi sotto con la caccia alla Mercedes. La macchina c’è, sono i punti che mancano. Tra i rimpianti, gli ultimi relativi a Monza, alla collisione tra Vettel e Hamilton, dopo che il ferrarista si era visto respingere l’attacco dalla staccata estrema di Raikkonen. Episodio controvers­o che ha generato critiche e supposizio­ni. Se ci fosse stata una strategia condivisa, se Kimi fosse stato meno arrembante e più accondisce­ndente, magari adesso staremmo consideran­do un altro distacco. «Chi può essere tanto pazzo da dare un ordine di strategia in partenza? — ha ribadito Arrivabene — E poi pensiamoci: Kimi era in pole, con Seb 8 metri dietro, come avrebbe potuto vederlo? Avrei forse dovuto dire: “Kimi, parti piano e fatti pure superare da Lewis”. Ma di cosa stiamo parlando? Sono in F.1 da 28 anni e ho sempre sentito ordini di scuderia. Il problema è che a Monza non ce n’è stato il tempo, perché nelle prime curve è successo quel che è successo a Seb». ERRORI SEB Il quale Seb, anche senza parlare di Monza, di responsabi­lità sul ritardo in classifica ne ha. «Tutti in F.1 fanno errori, e noi vinciamo e perdiamo tutti insieme. Se puntassi il dito contro di lui dovrei farlo anche contro altri quando i problemi sono al motore o al pit stop. E non è quello che voglio. Se ci sono stati errori, la responsabi­lità è mia. Accetto le critiche, a patto che siano in buona fede. Perché sono una persona corretta». Dunque anche quelle su come è stato gestito l’annuncio del cambio di piloti per il 2019, e su quando è stato comunicato. Kimi ha confermato di averlo saputo al giovedì di Monza. Troppo facile, per tanti, mettere la sua delusione in relazione alla baldanza al via. «Kimi è un profession­ista. Era infelice e nervoso quando gliel’ho detto. Così infelice che al sabato ha fatto la pole». «Allora dovrò renderlo infelice tutte le settimane», ha riso Frederic Vasseur, prossimo team manager di Kimi alla Sauber.

GIOVI C’è stato tempo anche per una suggestion­e, parlando insieme ai boss delle altre scuderie di Mick Schumacher: «Con un nome così, scritto nella storia della Ferrari, è ovvio che per lui la porta di Maranello sarà sempre aperta. Ma lasciamolo crescere senza pressioni. Gli auguro una grande carriera». Più urgente, per Arrivabene, per la Ferrari, per gli appassiona­ti, è sapere che ne sarà di Antonio Giovinazzi. Lo stesso boss di Maranello ha parlato di «grande punto interrogat­ivo» di fianco a Raikkonen nella Sauber 2019. Vasseur ha temporeggi­ato. «Le ultime due settimane di mercato sono state di corsa. Posso prendermi un paio di giorni di riposo? Ne riparlerem­o dopo Singapore». «Del futuro di Giovinazzi sapremo nelle prossime settimane — ha idealmente continuato Arrivabene — non sono preoccupat­o». Buon segno.

 ??  ?? IL CAPO Maurizio Arrivabene, 60 anni, nato a Brescia. Ex dirigente della Philip Morris, dal novembre 2014 è team principal della Scuderia Ferrari GETTY
IL CAPO Maurizio Arrivabene, 60 anni, nato a Brescia. Ex dirigente della Philip Morris, dal novembre 2014 è team principal della Scuderia Ferrari GETTY

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