La Gazzetta dello Sport

Yates, questo è il colpo del k.o.

●Vuelta: in salita verso Andorra, il britannico è un furetto stile-Sappada al Giro Maglia rossa al sicuro: ora Valverde è 2° a 1’38”. Oggi tappa pazza: 97 km e 6 Gpm

- Claudio Ghisalbert­i INVIATO A ANDORRA twitter@ghisagazze­tta

Da Valverde in giù pedalano e fanno una fatica bestia. Simon Yates, invece, guida la bici senza sforzo apparente. Dire che ieri salendo sul Coll de la Rabassa, finale della prima di questa due giorni andorrana, l’inglese della Mitchelton-Scott abbia dato il colpo di grazia alla Vuelta forse è esagerato. Manca ancora la terribile tappa di oggi con quasi 4mila metri di dislivello in soli 97 chilometri. Ma analizzand­o come sono andate le cose finora e, soprattutt­o, la debordante supremazia mostrata ieri è difficile pensare che qualcuno gli possa strappare la maglia rossa. Gli riuscisse, la Gran Bretagna vincerebbe i tre grandi giri con tre corridori diversi: Froome (che comunque finché andava piano era per tutti il «keniano bianco»), Thomas e ora Yates. Consideran­do la doppietta Tour-Vuelta di Chris lo scorso anno, i britannici stabilireb­bero un record: nessuna nazione al mondo, nemmeno Italia e Belgio ai tempi d’oro, hanno mai vinto cinque grandi giri consecutiv­i.

COME IN PISTA Per Yates quella di ieri doveva essere una tappa di difesa, invece ha ribaltato la situazione quando mancavano dieci chilometri al traguardo con un clamoroso attacco che ha ricordato l’azione di Sappada al Giro in maglia rosa. Nel tempo di un respiro riprende Pinot, Quintana e Kruijswijk che guidavano la corsa. Poi, come un pistard in caccia per il doppio giro durante un’americana, tira dritto. Il colombiano salta quasi subito, poi prova a dare una mano a uno spento Valverde. Nairo fermato da una foratura rientra, ma poi alza bandiera bianca. La Movistar, che puntava a dominare la Vuelta anche per rifarsi da un brutto Tour, finisce demolita. Valverde è sì secondo nella generale, ma il suo ritardo è salito a 1’38”. Nel gruppo degli inseguitor­i c’era Lopez, che con tutta l’enfasi sudamerica­na viene chiamato Superman. Lui sembra che corra solo per battere Quintana e forse non ha ancora capito che l’unica cosa che conta è vincere, non battere il connaziona­le con il quale non corre buon sangue.

FRANCIA Ma torniamo alla testa della corsa. Per Kruijswijk il ritmo è troppo alto, si stacca ma chiude in 3a posizione e sale anche al terzo posto della generale, a 1’58”. L’unico che tiene il passo della maglia rossa è Thibaut Pinot che poi, con un potente sprint, va a prendersi il successo di tappa. Un trionfo che fa il paio con quello conquistat­o domenica ai Laghi di Covadonga. «Non ero venuto alla Vuelta con obiettivo di classifica – racconta raggiante il francese, 28 anni – ma per vincere una tappa. L’obiettivo era già raggiunto, così è un sogno». Sull’esito di questa corsa, non ha dubbi: «Yates si è dimostrato il più forte. Vero che manca questa durissima tappa di montagna, ma lui ha anche una squadra forte. Se anche dovesse esserci una fuga, o qualche attacco importante, non la lascerebbe­ro andare molto lontano. E il chilometra­ggio così corto lo agevolerà nel controllo della situazione». Pinot ha chiaro in testa l’obiettivo di domenica 30 settembre a Innsbruck. E chissà che non sia davvero lui l’uomo da battere in una Francia che sulla carta è nettamente superiore a tutte le altre squadre. «Non chiederò nulla a Guimard (il c.t., ndr) perché non sarebbe giusto. Abbiamo anche Alaphilipp­e che va fortissimo», dice Pinot. Però, qui alla Rabassa, la Vuelta è arrivata una volta, nel 2008. Vinse Alessandro Ballan che poche settimane dopo, a Varese, si gustò il trionfo iridato.

LEADER E Yates che dice? «La corsa non è ancora finita», «manca una tappa dura», «ho fatto fatica, ma fanno fatica anche gli altri», «il vantaggio che ho non è ancor sufficient­e»… Alla domanda su quanta potenza, quanti watt, ha espresso in salita si spinge persino a sostenere: «E’ uno dei giorni che sono andato più piano in salita. Magari è stata una salita lunga, ma altre volte sono andato più forte». Per la cronaca: 41’01” per coprire i 17 km al 6,6%, media 24,9 km/h. Così l’unica cosa interessan­te del dopo-tappa è che finalmente non si è presentato davanti ai cronisti con una ciotola di cibo da cui mangiare avidamente. Le sue conferenza stampa durano mediamente sei-sette minuti. Forse ha capito che se anche ritarda il rifornimen­to i suoi muscoli non moriranno per mancanza di glicogeno.

>Se Yates vince dopo Froome e Thomas, la Gran Bretagna è da record: 5 Giri di fila dal Tour 2017 alla Vuelta 2018

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 ??  ?? RISPETTO, COMUNQUE ● Foto 1. Simon Yates, 26 anni, e Alejandro Valverde, 38, primo e secondo in classifica, alla partenza: rispetto, sempre EPA ● 2. Lo riconoscet­e? E’ Vincenzo Nibali versione gregario: ecco perché lo amano BETTINI ● 3. Yates maglia rossa può davvero sorridere BETTINI ● 4. Thibaut Pinot, 28, secondo successo BETTINI
RISPETTO, COMUNQUE ● Foto 1. Simon Yates, 26 anni, e Alejandro Valverde, 38, primo e secondo in classifica, alla partenza: rispetto, sempre EPA ● 2. Lo riconoscet­e? E’ Vincenzo Nibali versione gregario: ecco perché lo amano BETTINI ● 3. Yates maglia rossa può davvero sorridere BETTINI ● 4. Thibaut Pinot, 28, secondo successo BETTINI
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