La Gazzetta dello Sport

UN LEGAME DA FRATELLI CREATO GRAZIE AGLI EMIGRANTI

- Di MATTEO PIANO Instagram: @Teuzzo

Spero vivamente che l’Argentina non metta in difficoltà l’Italvolley come, senza volerlo, ha fatto con me mentre cercavo di unire le idee.

Mi sono divertito nel cercare di donare una struttura a questi articoli sulle nazionali che stiamo incontrand­o e pensando all’Argentina non ho potuto esimermi dal farmi venire in mente parole e concetti come origini, famiglia, migrazioni. Proprio per la complessit­à di queste parole, nei pochi momenti liberi tra un allenament­o e un altro ho confidato nel mate, sperando potesse aiutarmi. Sì, ho un mate, anzi più di uno, due anni fa me ne regalò anche Santiago Orduna.

Il mate è un infuso fatto proprio con una speciale erba che prende il nome di yerba mate e viene fatto in piccoli recipienti che si chiamano appunto mate che possono essere o fatti con una zucca. La bellezza del mate per gli argentini è proprio il fatto che sia un rito, ovvero ci sono tutta una serie di gesti accurati nel prepararlo e poi lo si beve durante la giornata portando con sé il mate e un thermos. Lo si prepara al mattino, e ognuno ha il proprio rituale; c’è chi dopo aver messo la Yerba inizia col versare un pochino d’acqua fredda e poi tiepida, chi invece la mette direttamen­te tiepida. Una tradizione magari tramandata dai nonni. Non vi dico le facce stupite delle persone quando mi hanno visto andare in giro col mio mate. Dalla nostra possiamo dire che noi abbiamo un rito simile per il caffè, nella moka.

Andrò prima o poi in quella meraviglio­sa terra d’Argentina, perché siamo più simili di quanto possiamo immaginare, ed è questo che mi fa sorridere se penso ai tanti argentini e italo-argentini che conosco. Per me è incredibil­e che più del 50% di argentini abbia una discendenz­a italiana, perché nonostante faccia fatica posso lontanamen­te immaginare di quanti italiani siano emigrati. In Argentina nel 2013 avevamo fatto le Finali di World League, a Mar del Plata e oltre al fatto che fosse una località molto carina, la popolazion­e ci accolse a braccia aperte; e questa è una fortuna infinita che spesso noi italiani abbiamo quando ci troviamo all’estero. Nonostante ci fossimo fermati per poco tempo avevo conosciuto due persone che avevano origini astigiane e rimasi colpito fin quando una volta rientrato nella mia Asti mi raccontaro­no che c’è una comunità astigiana molto grande in Argentina e ho trovato articoli che affermano che l’Argentina sia il Paese del continente americano nel quale risiedono il maggior numero di piemontesi...

A prescinder­e dal credo di ognuno di noi, c’è un argentino che tutti conosciamo, Papa Francesco che non molti mesi addietro si espresse in merito alla salvaguard­ia della nostra terra, intesa come mondo in cui viviamo. Vivere la terra pensando che non sia nostra, ma che sia solo nella nostra custodia e che passeremo questo compitotes­timone a chi verrà dopo. Come la terra argentina accolse anni fa gran parte dei nostri avi nonostante non fosse la loro terra madre; lo è diventata, spero e credo, attraverso il rispetto che ne hanno avuto. Mi piacerebbe che ci fosse un insegnamen­to ecologico nella quotidiani­tà per poter far sì che si crei una sorta di globale rispetto della terra, perché un giorno potremo non essere nell’esatto posto in cui siamo nati ed essere pronti a rispettare e conoscere la nuova terra sperando di avere al nostro fianco persone disponibil­i ad accoglierc­i e ad insegnarce­lo, come è successo a tanti italiani prima di noi.

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