UN LEGAME DA FRATELLI CREATO GRAZIE AGLI EMIGRANTI
Spero vivamente che l’Argentina non metta in difficoltà l’Italvolley come, senza volerlo, ha fatto con me mentre cercavo di unire le idee.
Mi sono divertito nel cercare di donare una struttura a questi articoli sulle nazionali che stiamo incontrando e pensando all’Argentina non ho potuto esimermi dal farmi venire in mente parole e concetti come origini, famiglia, migrazioni. Proprio per la complessità di queste parole, nei pochi momenti liberi tra un allenamento e un altro ho confidato nel mate, sperando potesse aiutarmi. Sì, ho un mate, anzi più di uno, due anni fa me ne regalò anche Santiago Orduna.
Il mate è un infuso fatto proprio con una speciale erba che prende il nome di yerba mate e viene fatto in piccoli recipienti che si chiamano appunto mate che possono essere o fatti con una zucca. La bellezza del mate per gli argentini è proprio il fatto che sia un rito, ovvero ci sono tutta una serie di gesti accurati nel prepararlo e poi lo si beve durante la giornata portando con sé il mate e un thermos. Lo si prepara al mattino, e ognuno ha il proprio rituale; c’è chi dopo aver messo la Yerba inizia col versare un pochino d’acqua fredda e poi tiepida, chi invece la mette direttamente tiepida. Una tradizione magari tramandata dai nonni. Non vi dico le facce stupite delle persone quando mi hanno visto andare in giro col mio mate. Dalla nostra possiamo dire che noi abbiamo un rito simile per il caffè, nella moka.
Andrò prima o poi in quella meravigliosa terra d’Argentina, perché siamo più simili di quanto possiamo immaginare, ed è questo che mi fa sorridere se penso ai tanti argentini e italo-argentini che conosco. Per me è incredibile che più del 50% di argentini abbia una discendenza italiana, perché nonostante faccia fatica posso lontanamente immaginare di quanti italiani siano emigrati. In Argentina nel 2013 avevamo fatto le Finali di World League, a Mar del Plata e oltre al fatto che fosse una località molto carina, la popolazione ci accolse a braccia aperte; e questa è una fortuna infinita che spesso noi italiani abbiamo quando ci troviamo all’estero. Nonostante ci fossimo fermati per poco tempo avevo conosciuto due persone che avevano origini astigiane e rimasi colpito fin quando una volta rientrato nella mia Asti mi raccontarono che c’è una comunità astigiana molto grande in Argentina e ho trovato articoli che affermano che l’Argentina sia il Paese del continente americano nel quale risiedono il maggior numero di piemontesi...
A prescindere dal credo di ognuno di noi, c’è un argentino che tutti conosciamo, Papa Francesco che non molti mesi addietro si espresse in merito alla salvaguardia della nostra terra, intesa come mondo in cui viviamo. Vivere la terra pensando che non sia nostra, ma che sia solo nella nostra custodia e che passeremo questo compitotestimone a chi verrà dopo. Come la terra argentina accolse anni fa gran parte dei nostri avi nonostante non fosse la loro terra madre; lo è diventata, spero e credo, attraverso il rispetto che ne hanno avuto. Mi piacerebbe che ci fosse un insegnamento ecologico nella quotidianità per poter far sì che si crei una sorta di globale rispetto della terra, perché un giorno potremo non essere nell’esatto posto in cui siamo nati ed essere pronti a rispettare e conoscere la nuova terra sperando di avere al nostro fianco persone disponibili ad accoglierci e ad insegnarcelo, come è successo a tanti italiani prima di noi.