Francia: finanziamenti ministeriali, ma i tagli aumentano
●La tutela delle federazioni è affidata allo Stato, ma sta nascendo un’Agenzia dello sport che raccoglierà tutti gli investitori
Dire Francia e un po’ come dire sport. E non è un caso. Anzi, il concetto deriva da una precisa strategia politica che mira a organizzare grandi eventi sportivi internazionali per sfruttarne la visibilità, valorizzare competenze organizzative e attirare dunque nuovi investimenti oltre i confini sportivi. Un circolo virtuoso programmato con un’agenda ricca di appuntamenti, cominciata con l’Europeo di calcio 2016 e che avrà per picco l’Olimpiade 2024, assegnata a Parigi cento anni dopo l’edizione voluta da De Coubertin. Però, anche nella Francia appena laureatasi campione del Mondo in Russia, tira aria di tagli. Almeno al ministero dello Sport. Sintomo di un progressivo disimpegno dello Stato che mira al cambiamento del paradigma «degaulliano» ministeriale, per puntare su una futura «Agenzia dello sport» che mette insieme istituzioni, collettività pubbliche, imprese e tutto il movimento sportivo.
TAGLI In questo senso vanno interpretati i tagli al Ministero di 1600 posti e di 30 milioni di un budget che dovrebbe scendere nel 2019 a 450 milioni. Un regresso del 50% dal 1981 che solleva preoccupazioni, ma in linea con l’idea di spostare verso il Comitato olimpico la tutela generale delle federazioni, per ora affidata allo Stato che così si focalizzerà su attività di controllo, coordinamento e regolamentazione. La futura Agenzia voluta dalla ministra Laura Flessel, appena dimessasi per problemi con il fisco, lasciando il posto all’ex campionessa di nuoto Roxana Maracineanu, avrà un budget stimato di 3/400 milioni e il compito di gestire e finanziare la strategia generale su due assi: sport di alto livello e «sport per tutti». Sostituendosi, di fatto, al Ministero.
SOLDI Alla fine però sono comunque i comuni a sostenere nella quotidianità gran parte del carico finanziario, garantendo i due terzi dei 18,2 miliardi di euro investiti annualmente nello sport. Ovvero l’1,1% della spesa pubblica totale. I 12,1 miliardi servono a finanziare associazioni e federazioni, sostenere impieghi e infrastrutture, organizzare eventi, promuovere attività nelle scuole. Regioni e altre collettività spendono 1,3 miliardi. Lo Stato, 3,8 miliardi. E le aziende private non superano in media i 3,3 miliardi. Ma la tendenza generale, secondo i dati del 2016, evidenzia un calo delle sovvenzioni comunali del 26%, come conseguenza dei tagli alla spesa pubblica. Anche per questo si va verso il riordino della governance generale, con l’obiettivo comunque di continuare a produrre campioni che possano promuovere la Francia nel mondo.