L’effetto Zaytsev carica l’Italvolley che cerca il tris col maestro Velasco
● Zorzi e Giani, grandi bomber del passato, spiegano: «Avere lui in attacco aiuta la squadra e riduce la tensione»
«Credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards...». Da giovedì sera a Firenze il lungo monologo di Freccia a Radio Raptus nel film Radiofreccia è cambiato. I 2 milioni 200 mila telespettatori di Rai 2 e i 7500 del Mandela Forum hanno aggiunto una terza voce: «Credo negli attacchi di Ivan Zaytsev». Una serata da record, 90’ di pallavolo tendente alla perfezione. Nessun attacco murato, nessuna schiacciata finita fuori, l’88% di vincenti su 17 tentativi. In una parola: emozionante. Emozionante per l’adrenalina trasmessa al pubblico, emozionante per la difficoltà di qualche colpo messo a segno, da togliere il fiato quando in piena trance agonistica ha fermato la rincorsa su una pozza di sudore per accontentarsi di un appoggio in palleggio. «Ero entrato in una bolla» dice il capitano azzurro ricordando i 5 minuti stellari della semifinale di Rio ai Giochi del 2016. Beh, in quella bolla Ivan è tornato in questo Mondiale. E oltre a regalare emozioni ha dato sostanza alla propria squadra perché quell’88% in attacco è impreziosito dall’88% di efficienza che calcolano gli statistici. Ovvero dei 17 attacchi nessuno è stato murato o è finito fuori. Un valore aggiunto e soprattutto «anomalo». «Non ricordo di essere arrivato a tanto» racconta Andrea Giani, polivalente campione della Generazione dei Fenomeni che, giocando anche da opposto (il bomber), in carriera è arrivato a quota 474 presenze in maglia azzurra. E come l’attuale tecnico di Milano, anche Andrea Zorzi, anche lui bomber di quella squadra, è rimasto sbalordito dal risultato: «Ai miei tempi superare il 50% in attacco era un grande risultato. Raggiungere l’88% è qualcosa di stratosferico, una grande impresa. Da opposto è eccitante: quando tutto ciò che schiacci va per terra».
SBALORDITIVO Ma il virtuale viaggio sulla luna percorso da Ivan Zaytsev è solo la parte più luminosa di una prova di squadra stellare: «Penso che l’Italia fin qui sia stata un bel vedere e Ivan stia facendo pentole e coperchi - analizza Giani -. Lo straordinario 88% di Ivan va a braccetto con lo sbalorditivo 70% di squadra. Un numero impressionante (parliamo sempre di attacco, ndr)». Raggiunto grazie a una prestazione autorevole in regia di Simone Giannelli. Il 22enne trentino ha ancora una volta sfoderato una prova di disarmante solidità. «Il palleggiatore è bravissimo a metterti in ritmo, ma poi sei tu che i palloni devi metterli per terra» continua Giani. Quello dell’opposto è un ruolo «quasi solitario»: sei tu e il pallone da colpire sempre forte e in ogni situazione, senza un domani. «Sono curioso di sapere come viva questa cosa totalizzante sull’attacco – racconta Andrea Zorzi -. Ricordo come gli schiacciatori ai miei tempi ci guardavano un po’ con sufficienza dal momento che ci occupavamo solo di attaccare. Lui invece è in grado di godere di più per questa situazione anche perché ha potuto giocare in altri ruoli (palleggiatore in gioventù, schiacciatore nelle ultime stagioni a Perugia, ndr). Questi risultati numerici li sta ottenendo nel ruolo che ha sempre detto di amare di più». Un godimento personale che alleggerisce anche la pressione sulla squadra che sa di poter contare sulla coperta di Linus: la principale figura di riferimento in attacco. «Il fatto di sapere che c’è un attaccante, un bomber che quando non c’è la ricezione perfetta può mettere giù lo stesso palloni – prosegue il 53enne oggi commentatore tv - aiuta la squadra, riduce la tensione. E’ una benzina straordinaria per il gruppo». Concetto sul quale concorda Giani: «Il fatto che viaggi a quelle percentuali aiuta lui e la squadra».
FRENARE L’esordio ricco di emozioni di Roma – gli oltre 11mila del Foro Italico e la pre-
NON MI RICORDO DI ESSERE MAI ARRIVATO A QUELLE CIFRE
ANDREA GIANI EX AZZURRO E ALLENATORE