Un Hamilton da capogiro Furia Vettel sulla Ferrari «Ma la gara è un’altra storia»
●Hamilton e Verstappen cancellano i limiti di Mercedes e Red Bull, il tedesco invece non sfrutta la superiorità Ferrari e attacca la strategia
L’uomo delle imprese impossibili colpisce ancora. C’era riuscito nelle qualifiche di Silverstone, sotto la pioggia del sabato di Budapest e pure sui saliscendi di Spa, sopperendo in tutti e tre i casi a una Mercedes meno veloce della Ferrari sul giro singolo. Il quarto lampo è arrivato a illuminare la notte di Singapore. Lewis Hamilton, il mago delle pole position, ha piazzato un’altra bandierina sulla strada del quinto titolo mondiale, rispondendo così a chi pensava che avrebbe pagato la vita da rockstar e il fatto di aver viaggiato per 25 mila miglia negli ultimi dieci giorni saltando da una sfilata di moda all’altra. I suoi record si aggiornano a ogni gran premio: quella di ieri è la pole numero 79, la settima della stagione, ormai ha staccato l’idolo Ayrton Senna e il campionissimo Michael Schumacher ed è facile immaginare che nei prossimi anni possa raggiungere quota 100.
TALENTO La pista di Marina Bay, in cui si gira a un ritmo folle sfiorando recinzioni e muretti sotto le luci artificiali, è una palestra per fuoriclasse del volante. Emergono solo i migliori. E il giro magico di Hamilton ne è stata la conferma. «Sono riuscito a sfruttare ogni curva al limite e a mettere insieme tutto in modo perfetto — ha detto Lewis, che ha battuto di quasi tre secondi e mezzo il primato del circuito —. È stato uno dei migliori giri che abbia mai fatto». Lo stesso vale per Max Verstappen, il baby fenomeno della Red Bull, che si è issato in prima fila accanto al quattro volte iridato, nonostante il suo motore Renault avesse un problema di erogazione. In entrambi i casi ha fatto la differenza il talento del pilota. La Mercedes probabilmente non era da primo posto, a quanto visto nelle prove, e la Red Bull non valeva il secondo. Ma lì davanti a tutti ce le hanno portate Lewis e Max.
SCOSSO Chi ha perso, nella sfida uomo contro macchina, è stato invece Sebastian Vettel. Ancora una volta incapace di tirare fuori il massimo da una Ferrari che aveva sfoderato tempi di riferimento fin dal venerdì, mostrando il potenziale per vincere. Il tedesco, che oggi partirà alle spalle di Hamilton e Verstappen con l’obbligo di attaccare, appena sceso dall’abitacolo è sembrato rabbuiato e scosso. Quasi sul punto di piangere. Come se avesse accusato l’ennesima sberla da Hamilton e sentisse la responsabilità di non avere espresso il meglio. «Faccio i complimenti a Lewis e alla sua squadra, non credo che il suo giro fosse imbattibile, ma hanno fatto un lavoro migliore di noi — ha confessato Seb, che ha sbattuto le mani sul volante quando gli hanno comunicato via radio il risultato —. In ogni caso il distacco finale non è realistico».
DISTACCHI Già, sei decimi di secondo da Hamilton e tre decimi da Verstappen sono un abisso. Vettel ha fatto capire che qualcosa non ha funzionato nelle strategie della Ferrari. E forse un fondo di verità c’è. La preparazione dei due giri decisivi di qualifica in Q3 non è stata impeccabile da parte della squadra: al di là della tempistica di ingresso in pista e della presenza di traffico, pare abbia in-
fluito la gestione della temperatura delle gomme sulla pista che si andava raffreddando. Ma certamente hanno pesato assai di più gli errori di Seb alla curva 13 in entrambi i tentativi. D’altra parte basta guardare il divario fra compagni di squadra. Mentre Hamilton ha rifilato 7 decimi a Bottas e Verstappen oltre 6 decimi a Ricciardo, fra i due ferraristi ci sono stati solo 160 millesimi.
D-DAY Non è la prima volta purtroppo. Questa stagione è stata costellata di occasioni perse da parte di Vettel. L’ultima a Monza, nel duello diretto contro Hamilton alla seconda chicane, concluso con il testacoda del tedesco. L’erede di Schumacher adesso pare in discussione a Maranello. E questa pressione si aggiunge alla difficoltà di lottare contro un rivale che ormai ha raggiunto una dimensione da extraterrestre e sembra infallibile. Siamo arrivati al D-Day. Stanotte può essere la gara spartiacque del Mondiale. Come avvenne l’anno scorso quando il patatrac al via fra Vettel, Verstappen e Raikkonen spianò la strada della vittoria (e del titolo) a Hamilton. C’è ancora la Red Bull di «Mad Max» di mezzo. E stavolta potrebbe giocare a favore di Seb e della Ferrari, se i due davanti litigheranno e il tedesco riuscirà a passare indenne alla prima curva (più difficile spuntarla con la tattica ai box o sperando in una Safety Car). Ma fra il dire e il fare...